L’avvento del digitale ha travolto inevitabilmente anche la comunicazione radiofonica, dando origine a quella che oggi viene definita web radio o radio on line. Nuovo canale di diffusione del mezzo radiofonico, la web radio comprende tutte le emittenti che trasmettono in forma digitale il proprio palinsesto attraverso Internet. La programmazione radiofonica avviene in streaming, il metodo di trasmissione di file audiovisivi in tempo reale sul web ed è fruibile da qualunque pc connesso in rete.
L’audio delle trasmissioni viene inviato sotto forma di flusso dati audio compresso e deve essere temporaneamente decodificato sul computer ricevente da un’apposita applicazione, solitamente un lettore multimediale. Il panorama delle web radio include sia radio tradizionali FM, che ampliano il proprio raggio di ascolto ripetendo le trasmissioni in linea, sia emittenti che scelgono di trasmettere esclusivamente per via telematica. È difficile stabilire la data precisa di nascita delle prime web radio, anche se l’inizio del fenomeno coincide con la possibilità per gli utenti di usufruire della prima versione del software Real Audio, realizzato da Rob Glaser nel 1995. A livello mondiale nel 2002, le web radio stabilmente funzionanti in Internet erano circa 27000(fonte: M.I.T.), ma oggi il loro numero è addirittura triplicato. Si tratta comunque di dati parziali, considerata la velocità con cui emittenti web radio aprono e chiudono le proprie attività in poco tempo.
Quando si parla di web radio si fa sempre riferimento ad una nuova forma di libertà espressiva che, con poca spesa e nessun problema di frequenze, permette a chiunque di creare una vera e propria emittente radiofonica on line. Ed è proprio questo carattere di massima economicità, che consente anche la realizzazione di una programmazione altamente specializzata per un pubblico di estrema nicchia, oltre che campagne pubblicitarie selezionate per lanci di prodotti mirati a specifici target. Da questo punto di vista, la globalizzazione del web applicata alla radio si traduce in una globalizzazione del luogo di fruibilità, cioè un computer connesso in rete in qualunque parte del mondo, e una forte localizzazione dell’ascoltatore. Tuttavia, come sempre accade quando la libertà si scontra con il potere, l’evoluzione delle web radio in America da subito ha dovuto fare i conti con i discografici della RIAA, che hanno imposto il pagamento di royalties per la musica trasmessa. Con l’appoggio dell’Ufficio americano del Copyright si è infatti stabilito che le emittenti web non sono esenti dal pagamento dei diritti d’autore, decisione che nel 2003 ha portato ad un dimezzamento delle radio on line americane. Nel 2003 a Londra, si è raggiunto poi un nuovo accordo che prevedeva una licenza unica per la diffusione in streaming di musica, in modo da renderne meno incerto lo status giuridico e chiarire i rapporti con i detentori di copyright.
In Italia la situazione è diversa, proprio perché manca una regolamentazione giuridica ad hoc. Numerosi infatti sono i casi di sequestro di web radio, che trasmettono illegalmente MP3 via Internet. La violazione avviene solitamente nei confronti della SIAE e riguarda anche l’utilizzo di sistemi software privi di licenza del produttore. Per regolarizzare l’attività di webcasting, la normativa SIAE impone una specifica autorizzazione, che prevede tariffe diversificate in relazione alla quantità di musica presente nel palinsesto della web radio e ai criteri soggettivi del titolare del sito.
Un esempio particolare di web radio è Fusoradio, un’emittente gratuita, libera e indipendente, basata sul sistema peer to peer. Ogni utente può diventare web jokey ed essere ascoltato in tutto il mondo senza alcuna spesa. Basta collegarsi al sito e prenotare un proprio spazio, mettendo a disposizione parte della sua banda di trasmissione. La differenza fondamentale tra una radio tradizionale e una radio on line sta quindi nel grado di copertura dell’utenza, che nel caso delle trasmissioni in rete è potenzialmente illimitato. Il futuro di questa nuova forma di comunicazione è ancora incerto, sia per gli operatori sia per chi dovrà gestirla dal lato economico e giuridico. Sarà necessario attendere l’evoluzione del fenomeno e stare a vedere cosa deciderà il pubblico.
a cura di Simona Buono