Victoria Lomasko. L’ultima artista sovietica

Victoria Lomasko, nata nel 1978 a Serpukhov, una cittadina a sud di Mosca, è un’artista che incarna la memoria e la trasformazione di un mondo che non esiste più, ma le cui ombre persistono nella realtà contemporanea. Cresciuta in un contesto dominato dalla produzione industriale, con un padre che, pur essendo operaio metalmeccanico, coltivava in segreto la passione per l’arte provocatoria, Lomasko si è trovata sin dall’infanzia a cavallo tra due mondi: quello del rigido conformismo sovietico e quello dell’espressione artistica, intima e clandestina.

Dopo aver conseguito il diploma all’Università statale di Mosca in Arti Grafiche nel 2003, Lomasko ha intrapreso un percorso artistico che si distingue per la fusione tra l’osservazione documentaria e l’azione politica, un percorso che sfugge alle categorie tradizionali. Le sue opere, che spaziano dal disegno documentario alla performance, sono impregnate di un profondo impegno sociale e personale. Lomasko non si limita a ritrarre la realtà, ma si immerge in essa, diventando parte di quel gruppo di artisti e attivisti che vedono l’arte come una forma di resistenza e testimonianza.

La sua carriera artistica ha preso una direzione ancora più definita nel momento in cui ha iniziato ad esplorare le vestigia dell’impero sovietico, indagando, trent’anni dopo la sua dissoluzione, i frammenti che compongono il mosaico della Russia post-sovietica e degli Stati che un tempo ne facevano parte. Il suo lavoro si concentra sugli aspetti meno visibili e meno raccontati di questa transizione storica, rivelando le tensioni e le contraddizioni di un mondo che, nonostante l’apparente indipendenza, rimane ancora legato a doppio filo alla Russia.

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *