Veronica ha avuto sempre una grande passione per i costumi e il teatro e in generale l’interpretazione di un personaggio. Da giovanissima ha iniziato un corso di teatro e danza che ha proseguito fino agli 11 anni, per poi dedicarsi totalmente allo studio e alla danza a cui non riusciva a rinunciare. Del mondo dello spettacolo amava calarsi letteralmente nei panni del personaggio, cambiare e diventare qualcos’altro. L’idea di poter scegliere di interpretare un personaggio amato o in cui potesse identificarsi in prima persona, è arrivata molto più avanti. Infatti non aveva mai considerato l’idea di entrare nel mondo del cosplay fino a quando non vide per la prima volta “Il Risveglio della Forza”.
Il personaggio di Rey l’aveva colpita fin da subito: erano infatti entrambe due giovani donne, un po’ abbandonate a sé stesse che cercavano il loro posto nel mondo e sognavano in grande. Veronica infatti aveva diciannove anni quando vide il nuovo capitolo della saga e si sa che a quell’età si è sempre molto incerti sul futuro, sulle scelte migliori da fare. Veronica trovò in Rey un esempio da seguire, qualcuno che in qualche modo la capisse e che la rappresentasse. Da qui iniziò tutto: interpretare il personaggio l’avrebbe aiutata a crescere e a trovare sé stessa e nel frattempo esprimersi identificandosi in una ragazza forte e tenace.
L’amore per il personaggio di Rey è cresciuto negli anni e non è mai venuto meno. Mano a mano che la storia continuava i cosplay sono aumentati, ma sempre restando fedeli a quell’unico personaggio. Il cosplay a cui è più legata è quello del VII film, perché non solo è stato il primo ed è anche l’unico interamente (alcuni upgrade a parte) realizzato da lei, ma soprattutto per il significato.
Gli abiti e gli accessori nel mondo di Star Wars sembrano semplici, ma non lo sono. Negli anni di esperienza ha imparato che i tessuti e i materiali sono fondamentali per una resa più realistica e accurata. All’inizio ha cercato di creare da sé il più possibile, con non poche soddisfazioni, ma col tempo più i design erano complicati più risultava inevitabile chiede supporti esterni. È chiaro che se si vuole puntare ad un buon livello bisogna affidarsi a mani esperte.
Secondo Veronica esiste una “industria” legata al cosplay ed è anche in continuo sviluppo, soprattutto negli ultimi anni. Questo comunque secondo lei non snatura il senso di base del cosplayer, perché non è solo realizzare, ma anche interpretare e in queste due capacità ci sono persone molto talentuose che meritano di essere considerate professioniste. Da creativa sa quanto sia importante essere riconosciuti per il proprio talento artistico, per lei è sempre buona cosa trasformare in un lavoro qualcosa in cui si è bravi, ma ovviamente senza perdere i valori con cui si ha iniziato.
Dal 2016 partecipa quasi tutte le fiere del fumetto in Lombardia e la sua preferita è certamente la prima fiera a cui ha partecipato nei panni di Rey, Cartoomics. Ama tantissimo il Lucca Comics & Games, ma preferisce andarci in veste di illustratrice.
Veronica ha scritto e ideato un personaggio original di cui ha cercato di creare il cosplay, ma lo ha indossato solo in una occasione. Trova molto stimolante ed interessante l’idea di creare un personaggio da zero e vederlo prendere vita dalla sua storia. Secondo lei, un buon cosplayer deve sopra ogni cosa amare follemente il personaggio che indossa, non deve essere semplicemente un’interpretazione, ma un modo diverso di parlare di sé: è come se le due parti creassero un equilibrio che bisogna mantenere.