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Valve VS Sierra: la leggenda dello stagista coreano che salvò il gaming

Circa 10 anni fa, Valve, una piccola azienda che aveva appena lasciato il segno nell’industria dei videogiochi con titoli come Half-Life e Counter-Strike, era sull’orlo del disastro. Nonostante il successo dei suoi giochi, l’azienda stava per essere schiacciata da un colosso dell’industria, Vivendi Universal, di cui Sierra Entertainment era una controllata. Una battaglia legale infuocava dietro le quinte, una battaglia che avrebbe potuto distruggere Valve per sempre. Tuttavia, come nei migliori plot twist, la salvezza arrivò da un luogo inaspettato: uno stagista coreano di nome Andrew.

David contro Golia: Valve sfida Vivendi

Tutto iniziò quando Valve scoprì che Sierra stava prendendosi qualche libertà creativa con i diritti di Counter-Strike. Sierra, senza autorizzazione, aveva distribuito il gioco a numerosi internet café in Corea del Sud, un mercato allora in forte espansione, per lucrarci senza condividere gli introiti con Valve. Gabe Newell e il suo team decisero di passare all’offensiva, citando in giudizio Sierra per violazione contrattuale.

Vivendi, però, non era intenzionata a cedere senza combattere. Anzi, giocò sporco. Bombardò Valve con una serie di azioni legali mirate a far salire alle stelle i costi del processo, nella speranza di forzarli a un compromesso o, peggio, a una resa. La situazione sembrava disperata: Valve, una startup con risorse limitate, si trovava ad affrontare una macchina legale ben oliata.

Vivendi, in una mossa che definire subdola è riduttivo, iniziò a inviare documenti legali… in coreano. Per un’azienda americana come Valve, tradurre quei documenti avrebbe comportato spese ingenti e un notevole dispendio di tempo. Era un chiaro tentativo di sfruttare ogni mezzo per logorare il nemico. Ma il destino aveva in serbo un asso nella manica. Nascosto negli uffici di Valve c’era Andrew, uno stagista coreano probabilmente assunto per occuparsi di qualche mansione di routine. Invece, Andrew si ritrovò improvvisamente al centro di una battaglia legale che avrebbe cambiato il futuro dei videogiochi.

Andrew prese in mano quei documenti e, con dedizione e abilità, li tradusse per il team legale di Valve. Non solo: scavando a fondo nelle carte, scoprì una falla cruciale nei documenti di Vivendi. La multinazionale, nel suo tentativo di intimidire Valve, aveva trascurato dettagli legali che si rivelarono fondamentali per ribaltare la situazione.

Grazie al lavoro di Andrew, il team legale di Valve riuscì a costruire una difesa inattaccabile. Il risultato? Valve vinse la causa e ottenne la propria indipendenza da Sierra e Vivendi. Questo fu il momento in cui la compagnia smise di dipendere da editori esterni e iniziò a gettare le basi per un progetto rivoluzionario: Steam.

Nel 2003, appena un anno dopo la battaglia legale, Valve lanciò Steam, una piattaforma di distribuzione digitale che avrebbe cambiato per sempre il modo in cui i giochi venivano acquistati e giocati. All’inizio, Steam sembrava un’idea folle: convincere i giocatori a scaricare e installare un client per giocare? Ma oggi Steam è il cuore pulsante dell’ecosistema gaming su PC. Tuttavia, tutto questo non sarebbe stato possibile senza quella vittoria legale del 2002. E quella vittoria non sarebbe stata possibile senza Andrew, lo stagista diventato eroe.

Ma che fine ha fatto Andrew? Questo giovane genio non è mai diventato una figura pubblica. Non ci sono interviste, approfondimenti, né informazioni sul suo percorso successivo. È come se fosse sparito nell’ombra, lasciando dietro di sé un’eredità silenziosa ma inestimabile.

La storia di Andrew e Valve è un potente promemoria che, nel mondo dei videogiochi e oltre, i veri eroi spesso non ricevono i riflettori che meritano. Quando apri Steam e avvii il tuo gioco preferito, prenditi un momento per riflettere su quanto sia stato prezioso il contributo di uno stagista in un momento di crisi. Senza di lui, il gaming come lo conosciamo oggi sarebbe potuto essere molto diverso.

Forse Gabe Newell non ha mai eretto una statua in suo onore, ma per i giocatori di tutto il mondo, Andrew è e rimarrà per sempre il salvatore dimenticato.

maio

maio

Massimiliano Oliosi, nato a Roma nel 1981, laureato in giurisprudenza, ma amante degli eventi e dell'organizzazione di essi, dal 1999 tramite varie realtà associative locali e nazionali partecipa ad eventi su tutto il territorio nazionale con un occhio particolare al dietro le quinte, alla macchina che fa girare tutto.

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