Nell’epico finale de “Il Signore degli Anelli“, Frodo Baggins e Gandalf intraprendono un viaggio di grande significato che segna la conclusione della Terza Era della Terra di Mezzo. Dopo la celebrazione dell’incoronazione di Aragorn e il suo matrimonio con Arwen a Minas Tirith, gli hobbit, in un atto di ritorno alle origini, si dirigono verso la Contea, ma Frodo e Bilbo Baggins si allontanano dal cammino comune. Insieme a loro, Gandalf e gli ultimi elfi, tra cui Elrond, Celeborn e Galadriel, partono per Valinor, un regno beato situato nel continente di Aman, un luogo simile a un paradiso terrestre. Questa scelta non è solo un viaggio fisico, ma simboleggia la fine di un’era e l’inizio di una nuova fase nel vasto universo creato da J.R.R. Tolkien.
Valinor è descritto come un regno di Arda, un territorio non solo ricco di bellezze naturali ma anche popolato dai Valar, esseri potenti che custodiscono e proteggono il mondo. Valinor è geograficamente caratterizzato dalla presenza dell’isola di Tol Eressëa, circondata dall’oceano Ekkaia e dal grande mare Belegaer. Questo continente è protetto dai Pelóri e accoglie l’isola di Tol Eressëa, dove gli elfi trovano riparo e prosperità. Le città che sorgono in Valinor, come Valmar, Tirion e Alqualondë, sono testimonianza di un’arte e di una cultura elevata, frutto della pace garantita dai Valar.
La creazione di Valinor risale a un tempo lontano, quando i Valar, dopo la distruzione della loro prima dimora al lago di Almaren da parte di Melkor, si trasferirono ad Aman. Qui edificarono una catena montuosa chiamata Pelóri, che si erge come una formidabile barriera contro le forze oscure, e illuminarono il loro regno con la luce dei due alberi, Laurelin e Telperion. Questi alberi rappresentano la vita e la bellezza, elementi fondamentali della narrativa tolkieniana.
Tuttavia, il destino di Valinor non è immune dai conflitti. La liberazione di Melkor dopo tre ere di prigionia porta a una serie di eventi catastrofici, culminanti nella distruzione dei due alberi. Questo atto scatenò una reazione a catena che costrinse molti elfi, in particolare i Noldor, a lasciare Valinor e a trasferirsi nella Terra di Mezzo, portando con sé la maledizione del fratricidio. Tale tradimento nei confronti dei Teleri, perpetrato in Alqualondë, segna l’inizio di un lungo esilio per i Noldor, che viene punito dai Valar con l’irraggiungibilità di Aman.
Nonostante la tristezza e il dolore, Valinor rimane un rifugio per coloro che cercano pace e guarigione. Frodo e gli altri hobbit, pur essendo mortali, ricevono un permesso speciale dai Valar per accedervi grazie al loro ruolo cruciale nella distruzione dell’Anello. Questo viaggio verso Valinor non è solo una fuga dalle fatiche della Terra di Mezzo, ma rappresenta anche una sorta di ricompensa per i loro sacrifici. Frodo, Bilbo e Samvise Gamgee, insieme al nano Gimli e all’elfo Legolas, si uniscono in questo pellegrinaggio verso una vita di tranquillità e serenità, lontano dalla corruzione e dalla violenza che hanno segnato la loro esistenza. Questo epilogo non è solo la fine di una saga, ma l’inizio di un’era di speranza, che continua a risuonare nel cuore dei lettori e degli appassionati del mondo di Tolkien.
La partenza di Frodo e Gandalf verso Valinor rappresenta non solo la conclusione delle loro avventure ma anche un messaggio di speranza e di rinnovamento. Con questo viaggio, Tolkien ci invita a riflettere sul significato del sacrificio e della redenzione, sugli effetti duraturi delle nostre azioni e sull’importanza della pace e della bellezza, che sono sempre accessibili a coloro che hanno il coraggio di cercarle.
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