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Una novelization di Animali Fantastici: i Crimini di Grindelwald

Essendo tutta la saga di Harry Potter nata sulla carta, mi sembrava giusto realizzare una novelization del controverso e tanto chiacchierato Animali Fantastici: i crimini di Grindelwald. Sono presenti tutte le scene del lungo metraggio ovviamente, ma anche alcune scene tagliate che ho reputato discretamente importanti da inserire. Ho provato anche a chiarire alcuni dubbi che il film ha lasciato, naturalmente qui e entrata in gioco esclusivamente la mia interpretazione. Sono state date delle risposte ad alcune domande perché il mio è un lavoro di per sé autoconclusivo. Nella saga cinematografica ovviamente più cose verranno chiarite nei capitoli conclusivi, è naturale.

Dopo che l’obscuriale Credence è stato distrutto dagli auror statunitensi, un suo piccolo rimasuglio viaggia per la città di New York, fino ad arrivare davanti all’orfanotrofio distrutto poco prima dal ragazzo americano Qui Credence riprese forma e iniziò a sputare molto sangue; è ferito gravemente, ma assolutamente vivo. Credence era disperato perché seppur era tutta la vita che veniva maltrattato dalla signora Barebone, aveva pur sempre distrutto l’unica famiglia che aveva mai avuto. Per questo, nella continua ricerca di qualcuno da amare e che lo amasse, potrebbe averlo trovato nel Circus Arcanus, un circo cinese che in quei giorni era a New York. Si chiama Nagini, anche lei non aveva nessuno perché era una maledictus, poteva trasformarsi a piacimento in un serpente, fino a quando però questa sua trasformazione non sarebbe diventata definitiva, destinata quindi a diventare un serpente per tutta la vita, senza alcuna possibilità di riprendere la sua forma umana.  La compagnia viaggiò un po’ fino ad arrivare a Parigi, dove cresce il rapporto da Credence e Nagini, addirittura i due passarono una di molteplici notti insieme e si risvegliarono abbracciati. Nagini non aveva le palpebre, quindi dormiva con gli occhi completamente spalancati, segno che la trasformazione purtroppo per lei, ma a questo punto anche per Credence, era già in stato abbastanza avanzato. Quella stessa mattina i due vanno sul tetto della casa in cui avevano dormito e avevano un atteggiamento molto affettuoso, Credence la baciò con tenerezza e i due erano abbracciati. I ragazzi videro passare una donna con un bambino in braccio, a quel punto Credence guardò il pulcino che portava sempre con sé in una tasca e gli diede del cibo, prima di mostrare a Nagini che ora riusciva a controllare sempre meglio i suoi poteri da obscuriale, cosa che a New York non gli era riuscita neanche lontanamente, come quell’unica volta che si era proprio liberato del tutto davanti a Graves.

I CRIMINI DI GRINDELWALD

Dall’altra parte del mondo Grindelwald era in prigione dopo la sua rivelazione a New York. Il ministro della magia americano Seraphina Picquery affermò: “6 mesi sono abbastanza, è ora che Grindelwald risponda dei suoi crimini in Europa”,. L’auror tedesco che si trovava lì per riportare Grindelwald nel vecchio continente, Rudolph Spielman, affermò osservando Grindelwald “avete lanciato di tutto di vedo”. La Picquery rispose “è stato necessario, è un mago molto potente, abbiamo dovuto cambiare tre diverse guardie”. Poco prima della partenza Abernathy consegnò a Spielman un oggetto argentato con dentro del liquido rosso, che sembrava quasi sangue. Poi una volta partito il carro con i thestral, Abernathy tirò fuori la bacchetta di sambuco e si smaterializzò sotto il carro in volo. Spielman osserva Grindelwald, a cui era stata tagliata la lingua per non permettergli di pronunciare incantesimi, e disse con tono sarcastico “niente più lingua sciolta”. Poco dopo iniziarono strani movimenti di contorsione di Grindelwald, finiti i quali prende le sembianze di Abernathy. A quel punto il vero Grindelwald, che anche lui aveva bevuto la polisucco per prendere l’aspetto del seguace Abernathy, prese il controllo del carro. Prima con un incantesimo lo riempì d’acqua, poi entrò lui all’interno del carro e dopo aver recuperato il cimelio con all’interno il sangue e decise di scaraventare giù da una notevole altezza Spielman, che fermandosi magicamente proprio prima dell’impatto con l’acqua sottostante riuscì a salvarsi la vita e osservò Grindelwald e il suo scagnozzo scappare e lasciare definitivamente il MACUSA.

Al ministero della magia britannico Newt Scamander incontra una felice, ma triste allo stesso tempo, conoscenza del suo passato: Leta Lestrange. Newt si chiedeva che ci facesse là, ma Leta aveva già capito che avrebbe pronunciato quella domanda: “Theseus riteneva giusto che entrassi nella famiglia del ministero”. Newt sorrise e disse “mio fratello ha veramente detto famiglia del ministero?” A quel punto sorrise anche Leta, ma poi affermò con un po’ di rammarico: “è dispiaciuto che non vieni mai a cena, te lo abbiamo chiesto più volte”. Newt rispose che aveva molto da fare ma in realtà riteneva imbarazzante stare in compagnia di suo fratello con la sua futura moglie, che non era una persona qualsiasi, ma una ragazza con cui Newt aveva avuto del tenero i tempi in cui frequentava Hogwarts. In quel periodo erano entrambi molto soli e avevano trovato finalmente qualcuno con la compagnia dell’altro. Leta aggiunse anche “è tuo fratello Newt, gli piace la tua compagnia… e anche a me”. Pronunciò queste parole quasi con un tono rammaricato prima di vedere un bizarro asticello arrampicarsi per il vestito di Newt. “Perché le strane creature ti adorano tanto?” disse ridendo. “Non esistono creature strane, solo…” e Leta completò la frase di Newt: “solo persone miopi”. Ecco che arrivò proprio Theseus e salutò entrambi. Leta disse allora: “Theseus, con Newt stavamo proprio parlando della cena”. Theseus fece un cenno e poi disse direttamente a Newt: “Prima di entrare cerca di essere un po’ più aperto e possibilmente un po’ meno…” Newt sapeva cosa avrebbe detto il fratello, così finì lui la frase: “un po’ meno me?”. Theseus disse con tono preoccupato: “diciamo che non guasterebbe”. Newt era stato convocato al ministero per parlare dei suoi viaggi internazionali e di altre cose che non gli avevano anticipato, appena entrò nella sala del colloquio e prese posto, Torquol Travers esordì dicendo: “inizia l’udienza. Lei vuole che si revochi il bando sui suoi viaggi internazionali, signor Scamander, perché?”. Newt realmente non sapeva cosa rispondere, non si era preparato un discorso, così disse divertito: “perché mi piacciono i viaggi internazionali”. Un altro uomo alla destra di Newt disse quasi arrabbiato: “soggetto non collaborativo ed evasivo sulle ragioni del suo ultimo viaggio all’estero”. A quel punto Newt iniziò a parlare seriamente: “era un viaggio di ricerche sul campo, stavo raccogliendo materiale per il mio libro sugli animali magici”. Travers riprese parola: “ha di fatto distrutto mezza New York”. Newt non ci stava, un obscuriale aveva fatto tutti quei danni, non le sue creature e disse: “no questo di fatto è errato su due capi di accusa”. Theseus fece segno al fratello di non controbattere e lasciar parlare gli altri senza fare polemica. Parlò Arnold Guzman: “ci rendiamo contro che tutta questa situazione lo renda frustrato signor Scamander. In uno spirito di compromesso abbiamo deciso di avanzare una proposta”. Travers continuò il discorso: “la commissione acconsentirà a revocare il bando a una sola condizione. Lei entrerà al ministero, precisamente nel reparto di suo fratello”. La proposta andava tutt’altro che bene a Newt che disse: “No, io credo che tra di noi sia Theseus l’auror, non io”. Ed ecco Guzman prendere nuovamente a fare uno dei suoi discorsi: “signor Scamander, il mondo magico e non magico sono in pace da oltre un secolo. Grindelwald vuole vedere questa pace distrutta e per alcuni membri della nostra comunità il suo messaggio è molto seducente. Molti purosangue ritengono di dover dominare di diritto non solo il nostro mondo, ma anche quello non magico, guardano a Grindelwald e Grindelwald guarda a questo ragazzo” e spuntò una immagine di Credence Barebone “come un mezzo per realizzare tutto questo”. Newt era abbastanza confuso: “non capisco, parlate di Credence come se fosse ancora qui”. Theseus lo fermò subito: “è sopravvissuto Newt. Ha lasciato New York un mese fa, è da qualche parte in Europa non sappiamo dove”. Newt continuava a non capire cosa volessero da lui: “volete che gli dia la caccia per ucciderlo?” disse con tono di disapprovazione e proprio in quel momento entro nella stanza un mago che Newt non aveva proprio nelle sue grazie e si presentò dicendo: “il solito vecchio Scamander”. Newt chiese al consiglio: “che cosa ci fa lui qui?”. Grimson in tono pungente come suo solito: “accetto il lavoro per cui sei troppo tenero” e quando chiese se fosse quello riflesso il ragazzo di cui si parlava Newt si alzò ed uscì dalla stanza, Theseus non attese per inseguirlo e urlò: “NEWT! Newt, secondo te a me piace l’idea di Grimson?”. Newt sembrava scocciato e per evitarsi una predica: “senti non dirmi ancora che il fine giustifica i mezzi”. “No Newt, io dico che devi togliere la testa dalla sabbia” rispose Theseus, prima che Newt ancora: “va bene comincia sono egoista, irresponsabile e cosa altro?”. Ma Theseus neanche lo ascoltò: “quasi ci siamo, è arrivato il momento in cui dobbiamo decidere da che parte stare, anche tu”. Newt rispose semplicemente: “non voglio schierarmi”. Theseus capì che non poteva dire molto altro al fratello e allora si avvicinò per abbracciarlo, che strano gesto affettuoso, pensò Newt, non era da Theseus, infatti gli bisbigliò il vero motivo di quel gesto, una cosa che non poteva dire a voce alta: “ti osservano”. Visto che Newt non tornò mai nella stanza, Grimson esclamò soddisfatto: “bene signori, penso che questo implichi che ho ottenuto il lavoro”. Il consiglio non era pienamente contento che fosse proprio lui a svolgere quel lavoro, ma non avevano altre opzioni percorribili.

Grindelwald e la sua seguace francese Rosier viaggiano per Parigi con altri uomini. Per trovare una abitazione Grindelwald fa uccidere un uomo e così entra dentro casa sua e guardandosi intorno disse “qui andrà benissimo una volta purificato”. Poi a uno dei suoi seguaci disse: “voglio che tu vada al circo per dare questo biglietto a Credence”. Vinda Rosier disse invece: “vinceremo e fuggiranno in milioni, hanno ormai fatto il loro tempo” ma Grindelwald non era completamente d’accordo: “queste non sono cose da dire. Noi vogliamo solo la libertà, la libertà di essere noi stessi”. Sempre Vinda disse però: “per uccidere i non maghi?”. Grindelwald con un ghigno rispose: “non tutti, non siamo mica spietati. Le bestie da soma saranno sempre necessarie”. Poi udì una voce di un bambino in un’altra stanza che urlava disperato: “mamà, mamà”. Purtroppo andava eliminato anche questo piccolo essere e Grindelwald non esitò a farlo assassinare.

Newt Scamander in giro per Londra vide un guanto sospeso in aria: sembrava quasi chiamarlo e fece come per stringere a Newt la mano, Newt dunque afferrò quel guanto e venne trasportato sul tetto di un palazzo dove vide Albus Silente e gli disse subito: “trucchetti che davano meno nell’occhio non c’erano?”. Silente fece finita di non sentire e disse: “quanto mi piacciono i panorami” prima di far spuntare con la magia della nebbia per impedire ai babbani di vederli e in questo modo potevano camminare relativamente con tranquillità. Silente sapeva che Newt aveva parlato con il ministero della magia e quindi chiese come fosse andata, Newt rispose: “sono ancora convinti che sia stato lei a mandarmi a New York”. Silente subito sulla difensiva: “hai detto che non è vero?”. Newt rispose: “sì, certo. Anche se in realtà è vero”. Silente si mise a parlare del tuono alato che Newt aveva trovato, dicendo come lui avesse una particolare affinità con gli uccelli magici e aggiungendo: “si racconta nella mia famiglia di una fenice che accorre sempre a ogni Silente nel momento del bisogno e mi dissero che il mio bisnonno ne aveva una che è volata via quando lui è morto e non è più tornata indietro” appena finito di parlare si smaterializzarono di nuovo in un altro punto della città e Silente disse: “Credence è a Parigi Newt. Per cercare la sua vera famiglia, senz’altro avrai sentito le voci su chi sia lui realmente”. Si vociferava che fosse l’ultimo di una importante famiglia francese, il fratello di Leta Lestrange; un obscurus nasce in assenza di amore e Credence non ne aveva mai ricevuto dalla Barebone. Newt aveva sentito quelle voci, ma ancora si chiedeva perché Silente l’avesse mandato a New York e glielo domandò. “Grindelwald ha avuto una visione anni fa. Soltanto un obscuriale avrebbe potuto uccidere l’uomo che lui teme più di ogni altro. Ho pensato che mandandoti da Credence lo avresti privato della sua arma più potente. Non sappiamo ancora chi è. Spero che tu riuscirai a trovarlo” e dicendo queste parole li lascia un biglietto che lo avrebbe portato in un posto sicuro a Parigi, se ne avesse avuto bisogno. Newt perplesso rispose: “sono interdetto dai viaggi internazionali, se lascio il paese mi rinchiuderanno ad Azkaban e getteranno la chiave”. “Sai perché ti ammiro Newt? Tu non hai sete di potere o popolarità, ti chiedi solo se una cosa è giusta e se lo è la fai a tutti i costi” disse Silente ripensando alla sua gioventù e a quanto avesse provato anche lui a seguire questa strada, sbagliando in più occasioni però, a differenza, fino a quel momento del giovane Scamander. Newt aveva un dubbio però: “è tutto molto bello Silente, ma perché non va lei?”. Con un sorriso amaro Albus rispose: “non posso agire contro Grindelwald, devi farlo tu” e vedendo una espressione non del tutto convinta di Newt aggiunse: “non hai torto, nei tuoi panni mi rifiuterei anche io” e mentre si smaterializzò svanendo nel nulla Newt cambiò espressione in una più scocciata perché non era quello che aveva detto, voleva provare ad aiutarlo, ma Silente lo aveva intuito, così poco dopo ricomparve il guanto che mise delicatamente il biglietto della casa a Parigi nel taschino della giacca di Newt.

Newt fece ritorno al suo appartamento e lo ritrovò a soqquadro, con tutti gli snasi di sotto. Scese di sotto dove c’era una grossa distesa d’acqua con un kelpie e Newt volle controllare se fosse in buone condizioni, visto che era un po’ che non lo vedeva lui stesso da vicino”.. Bande disse “con il kelpie è più facile in due” e con imbarazzo aggiunse: “potresti toglierti la maglietta”. Newt imbarazzato rispose: “si asciugherà in fretta sta tranquilla” e si tuffò in acqua, cavalcando questa creatura meravigliosa per una breve frazione di tempo. Uscito dall’acqua disse a Bande di tornare a casa, mentre lui stesso tornò al piano di sopra, visto che era ora di cena. Con sua sorpresa trovò Jacob e Queenie, Jacob dopo uno scambio di occhiate corse ad abbracciarlo: “Newt vecchiaccio come stai”. C’era da dire che Newt fosse molto sorpreso: “ma tu non eri stato obliviato?”. Jacob si aspettava quella domanda e rispose tranquillamente: “ha funzionato male. Lo hai detto tu no? La pozione avrebbe cancellato solo i brutti ricordi legati alla magia e io non ne avevo, questo angelo biondo qua” indicando Queenie “mi ha raccontato tutte le brutte parti ed eccoci qua”. Parlò stavolta Queenie imbarazzata: “se non ti dispiace Newt siamo entrati, Londra è molto fredda e piove a catinelle”, Newt disse che tutto il racconto di Jacob fosse meraviglioso ma si fece nel frattempo tutto il giro della casa per cercare Tina, ma Queenie gli spiegò con tristezza: “siamo solo noi caro. Tina e io non ci parliamo, è arrabbiata per il fatto che esco con Jacob, sai per via della legge: “non è permesso uscire con i no mag, non è permesso sposarli e altre stupidaggini, poi era tutta nervosa per colpa tua”. Questa cosa lasciò Newt di sasso, Queenie gli passò la rivista “Stregato”, facendogli vedere un articolo che parlava delle imminenti sue nozze con la “fidanzata” Leta Lestrange. “No deve esserci stato un malinteso. In questa foto c’è anche mio fratello Theseus, vedete è lui che si deve sposare con Leta, non io”. Queenie imbarazzata confessò la verità a Newt: “ah Tina lo ha letto e ha capito che fossi tu a sposarti. Quindi ha iniziato a vedersi con qualcun altro, è un auror che si chiama Achille Stolliver” Newt non fece intempo a mostrare dispiacere che Jacob scoppiò a ridere: “Stolliver ahahahahahah”. Queenie parlò dei motivi per cui lei e Jacob si trovassero nel Regno Unito: “è un viaggio speciale per noi, Jacob e io stiamo per sposarci”. Jacob era entusiasta e si gettò un bicchiere di vino in faccia gridando: “mi sposo Jacob”. C’era qualcosa in strano in Jacob, come se fosse stato incantato con un incantesimo potente. Quindi pensò guardando Queenie: “l’hai incantato non è vero?”. Queenie poteva leggere i suoi pensieri e quindi rispose sulla difensiva: “no, certo che no”. Newt infastidito disse: “ti prego non farlo più, lo hai portato qui contro la sua volontà?”. Queenie rispose: “no, guardalo è solo felice”. Newt dunque si alzò e puntò la bacchetta contro Jacob e disse: “allora non è un problema se…”. Queenie allora si mise davanti al suo futuro marito come uno schermo: “no, ti prego non farlo”. Ma poi lo lasciò fare, Jacob non stava capendo perché Newt gli stesse puntando la bacchetta: “che cosa sta facendo signor Scamander, che cosa ha in mano?”. E quasi con un sussurro Newt: “Surgito”. Appena si cancellò l’incantesimo Newt disse a Jacob: “le mie congratulazioni Jacob per il tuo fidanzamento”. Jacob sorpreso disse: “per il mio cosa?”. Jacob non conosceva niente della magia, ma capì cosa avesse fatto Queenie, che nel frattempo corse via”. Jacob stava per inseguirla ma prima chiese a Newt dove si trovasse, Newt rispose a Londra e Jacob frustrato urlò: “maledizione ho sempre voluto venirci”. Prima di uscire dalla casa, una volta fuori rincorse Queenie chiamandola a gran voce: “Queenie amore. Mi chiedo quando mi avresti risvegliato, dopo il quinto figlio?”. Queenie rispose in lacrime: “cosa c’è di male nel volerti sposare? Nel volere una famiglia? Nel volere quello che hanno tutti”. Jacob rispose dispiaciuto: “ne abbiamo già parlato. Se ci sposiamo e ci scoprono finisci in carcere e non lo posso permettere. Non voglio che quelli come me sposino quelli come te. Non sono un mago, sono solo io e non hai bisogno di incantarmi, sono già incantato” disse accarezzandole i capelli dolcemente “ma non ti permetterò di rischiare tutto così, non mi stai lasciando scelta”. Queenie replicò con fare arrabbiato: “tu non lasci a me una scelta, ci voleva coraggio e tu sei stato un codardo”. Jacob era infuriato per quelle parole, ma disse una frase a metà perché non voleva essere severo con Queenie: “io un codardo? E allora tu sei fnamnane”. Queenie non aveva bisogno delle parole. “sono una pazza vero?”. Girò i tacchi e abbandonò Jacob, che disperato gridò: “non l’ho detto Queenie, non l’ho neanche pensato”. Non avendo altro posto dove andare tornò da Newt che era molto frenetico per una cosa che mostrò a Jacob: “è una cartolina. Tina è a Parigi in cerca di Credence”. Jacob realizzò subito che Queenie sarebbe andata dalla sorella in Francia e concordò con Newt che avrebbero dovuto trovare un qualsiasi modo per arrivare a Parigi il prima possibile.

Tina era sul serio a Parigi e cercandosi di non farsi vedere dai babbani passa attraverso una statua e si ritrova proprio all’interno del circo dove stava Credence, proprio il ragazzo in quel momento stava dicendo a Nagini: “credo di sapere dove si trova, scappiamo stanotte”. Proprio in quel momento vennero interrotti dal proprietario di tutto il circo e disse a Credence che siccome aveva a disposizione del tempo di pausa di mettersi a pulire delle bestie. Iniziò poco dopo lo spettacolo dal nome “scherzi della natura” e l’uomo presentò Nagini spiegando al pubblico che lei fosse un maledictus e cosa comportasse tutto quello, ma come le fece segno di trasformarsi in un serpente lei si rifiutò, quindi iniziò proprio a sbattere i pugni sulla gabbia esortandola a far vedere agli spettatori ciò per cui avevano pagato. Così si trasformò e attaccò il boss mordendolo al collo mentre Credence liberò degli animaletti in gabbia, creando scompiglio per il circo e facendo scappare tutte le persone. Tina vide da lontano Credence, ma troppo lontano affinché lo potesse sentire. Il boss del circo stava facendo tutti i bagagli e disse allo staff e alle attrazioni: “andiamocene, Parigi non fa più per noi”. Prima che se ne andasse Tina lo fermò e gli chiese con garbo: “il ragazzo con l’obscurus, che mi sa dire di lui?”. Seccato l’uomo rispose: “è in cerca della sua famiglia. Credono tutti di poter tornare a casa” e lasciò la città. Subito dopo si avvicinò un uomo di colore che le disse: “Salve sono Yusuf Kama, ho sentito che è alla ricerca di quel ragazzo. Lo sono anche io. Se le voci sulla sua identità sono vere siamo lontani parenti. Sono l’ultimo erede maschio della mia stirpe e in questo caso lo sarebbe anche lui. Ha mai letto le profezie di Tycho Dodonus?” chiese infine Yusuf. Tina rispose: “si, ma quella è poesia, non è una prova”. Kama immaginava una risposta del genere e cercò di essere più convincente: “Se dimostrassi una prova concreta sulla sua identità i ministeri d’Europa lo grazierebbero?”. Tina aveva dei dubbi ma disse comunque che sarebbe stato probabile, quindi Yusuf le fece segno di seguirlo.

Grindelwald stava parlando proprio di Credence con i suoi seguaci: “cosa non darebbe per una famiglia. Cosa non darebbe per essere amato. Lui è la chiave della nostra vittoria. Deve venire da me e so che lo farà. La strada è stata tracciata e lui la sta seguendo. Il sentiero che lo porta alla strana verità su chi è davvero” di conseguenza gli venne chiesto: “perché è così importante?”. “Chi rappresenta la più grande minaccia per la nostra causa?”. Rispose Krall; “Albus Silente”. “Credence è l’unica entità vivente che possa ucciderlo”. Grindelwald aveva solo visto che un obscuriale avrebbe fatto questo, ma per portare Credence a combattere contro Albus Silente avrebbe dovuto convincerlo che il mago in questione non combattesse mai contro di lui e Grindelwald sarebbe arrivato a questo con tutti i mezzi possibili, costruendo e rafforzando una menzogna se questo si fosse rivelato strettamente necessario. Krall ancora: “pensi che possa uccidere il grande… uccidere Albus Silente?”. Grindelwald lo guardò dritto negli occhi e disse: “ne sono certo”. Prima di aggiungere: “ma tu sarai con noi quando questo accadrà Krall?”. Grindelwald non si era mai fidato di quel ragazzo e sospettava che non fosse completamente sicuro di abbracciare quella nobile causa.

Newt stava camminando con Jacob sull’erba e gli chiese: “secondo te cosa dovrei dire a Tina quando ci vedremo?”. Il consiglio di Jacob fu: “non sono cose che si pianificano, devi dire ciò che ti senti in quel momento”. Newt propose dunque di farle quello che per lui sarebbe stato un bel complimento, cioè che i suoi occhi erano come quelli di una salamandra, ma Jacob bocciò quell’idea: “no, questo proprio no. Dille quanto ti è mancata, dille delle notti insonni passate pensando a lei, ma lascia perdere le salamandre. Andrà tutto bene, siamo tutti sulla stessa barca. Torneremo felici come ai vecchi tempi”. Proprio in quel momento arrivarono davanti a un sinistro signore che faceva come da guardia a un secchio. Ovviamente Jacob ignorava il motivo. Newt gli chiese: “Non è che soffri di mal di viaggio no? Ho solo questo modo per lasciare il paese di nascosto” disse indicando il secchio. Mentre Jacob continuava a non capire che cosa stesse succedendo in quel momento il vecchio disse: “50 galeoni”. Newt protestando disse: “si era detto 30”. Replicò l’uomo: “30 per il viaggio. 20 per non dire che ho visto Newt Scamander lasciare illegalmente il paese, è il prezzo della fama”. Newt prese per mano Jacob ed entrarono dentro quel secchio. Per Jacob fu una sensazione orribile e non capì come fosse possibile che in quel momento si trovassero a Parigi. Non si sentì bene per un po’ Jacob e quindi disse: “non mi piace questa passaporta”. Newt guardandosi attorno rispose: “sì, l’ho capito. Continui a ripeterlo”. I due arrivarono davanti alla stessa statua che poco prima Tina aveva attraversato, solo che c’era una guardia. Non ebbe problemi Newt a stordire quell’uomo e disse a Jacob di sbrigarsi perché l’effetto sarebbe svanito a momenti. Newt vide che era tutto praticamente deserto, mentre ci doveva essere tutto il circo in quel quartiere. “Vestigium” e Newt riuscì a vedere tramite questo incantesimo tutto quello che era accaduto la sera prima e vide anche diverse creature magiche e dopo aver usato l’incantesimo: “revelio” vide uno zouwu, animale cinese incredibilmente veloce e potente, ma Newt fu distratto dalla scoperta che Tina fosse stata lì vedendo l’orma del suo piede, con gioia disse a Jacob: “ha piedi incredibilmente piccoli, lo hai notato?”. Jacob non sapeva come rispondere e disse solamente: “dicessi sì mentirei”. Poi si accorse che le si era avvicinato qualcuno e aveva solamente una piuma come indizio, ma sarebbe bastato per riuscire a sapere di più sul loro incontro.

Queenie entra dentro il ministero francese, ma non capendo la lingua scandisce bene le parole e comunica a una donna che lavorava lì: “desidero parlare con Tina Goldstein, è un auror americano che lavora qui”. Dopo un rapido controllo, la donna: “non ci risulta nessuna Tina Goldstein qui” spiazzando notevolmente Queenie, che non stava capendo cosa fosse successo, perché lei era sicura che la sorella fosse proprio a Parigi, già da qualche giorno in poi.

Nel frattempo una donna anziana raggiunse Vinda Rosier su un ascensore, ma una volta terminati gli effetti della pozione polisucco si rivelò Abernathy. I due avevano in mano qualcosa che avrebbero dovuto portare da una parte là all’interno del ministero con estrema urgenza. Si trattava dell’albero genealogico dei Lestrange, erano stati incaricati da Grindelwald di sostituire quello autentico con quello là fasullo, dove risultava che Corvus fosse morto. In quel modo Credence sarebbe stato completamente smarrito, avendo inseguito per del tempo quella identità e scoprendo invece che fosse una pista facile. Grindelwald amava manipolare le persone e con questo escamotage Credence sarebbe una vittima molto facile da gestire e controllare, senza neanche bisogno di potenti magie.

Queenie uscì disperata dal ministero, non riusciva a trovare la sorella dopo aver perso anche l’uomo che amava, ma proprio in quel preciso istante sentì la voce di Jacob. Lo inseguì ma senza risultati. Sedendosi si mise a piangere, riusciva a sentire tutti i pensieri di tutte le persone presenti in quella piazza, non era affatto bello. In quel momento arrivò Vinda Rosier a chiederle se andasse tutto ok e la invitò da lei a prendere qualcosa di caldo, pensava che ne avesse bisogno. Queenie accettò non avendo altri posti dove andare a stare. Arriva anche Grimson a Parigi, per indagare sempre su Credence.

Il ragazzo era appena entrato con Nagini in un palazzo, precisamente nella stanza di una donna. “Lei è Irma Dugard?” chiese Credence e continuò: “il suo nome è sul mio foglio di adozione. Lei mi diede alla signora Barebone a New York. Avvicinandosi a lei però vide che non era una donna umana, era una mezza elfa, infatti disse: “non sono tua madre, sono solo una domestica. Eri un bellissimo bambino, ora sei un bellissimo uomo” disse questo abbracciandolo. “Io non volevo lasciarti lì. Proprio in quel momento seppur molto lontano arrivò in quel palazzo Grimson. Con grande tristezza Credence disse: “perché non mi hanno voluto? Perché c’è il suo nome sul mio foglio di adozione?”. La tata rispose: “ti portai dalla signora Barebone perché doveva prendersi cura di te”. Nagini avvertì qualcosa all’interno delle mura e si trasformò in serpente, era sempre Grimson che senza pietà uccise Irma facendo scatenare Credence che liberò l’obscuriale distruggendo tutto il palazzo, non ferendo Grimson, ben protetto dalla sua magia con incantesimi di protezione. Quando Credence vide smaterializzarsi Grimson riprese la forma umana e abbracciando Nagini si disperò guardando l’unica persona che probabilmente sapeva chi fosse, ormai morta.

Grimson ricomparve in un vicolo buio parigino, dove ebbe una conversazione con Grindelwald e gli disse che aveva fatto quello che gli era stato chiesto, uccidere la mezza elfa. “Come l’ha presa il ragazzo?” chiese Grindelwald. “Lui è molto sensibile” rispose Grimson. Grindelwald lo sapeva ma doveva cancellare tutte le piste che potessero far pensare a Credence di essere Corvus Lestrange. Perché vero o non vero, non lo sapeva, sarebbe stata una rivelazione per la quale Credence non avrebbe più avuto bisogno di Grindelwald, il quale non avrebbe avuto il modo per distruggere finalmente Albus Silente una volta per tutte. “Il ministro reagirà male quando gli dirò che ho fallito. Ho una reputazione” disse il doppiogiochista Grimson. Grindelwald però lo rassicurò: “ascolta. La disapprovazione dei codardi è un premio al coraggio. Il tuo nome sarà coperto di gloria quando il mondo sarà governato da noi maghi. Tu veglia su Credence e tienilo al sicuro, per il bene superiore.

Jacob disse ad alta voce: “sai cosa mi manca di Queenie? Tutto. Anche le cose che mi facevano infuriare. Tu mi capisci?” Newt però non stava prestando attenzione, quindi chiese a Jacob di ripetere cosa aveva detto. “Stavo dicendo, sicuro che sia qui il tizio che cerchiamo?”. La piuma li aveva portati proprio dove avevano parlato il giorno prima Yusuf e Tina, per quello Newt disse: “per lo meno così dice la piuma” che quando vide un uomo letteralmente impazzì e una volta liberata si posò proprio sul cappello di questo signore. “Scusi. Bonjour. Ci chiedevamo se per caso non si fosse imbattuto in una nostra amica”. “Non lo so Parigi è una città piuttosto grande” affermò l’uomo. Newt continuò a dare informazioni su di lei, ma si rese conto che probabilmente fosse tutto inutile: “è un auror americano. Probabilmente stiamo solo perdendo tempo e dovremmo denunciare la sua scomparsa alle autorità”. L’uomo però forse aveva capito chi stessero cercando: “è alta? Bruna e piuttosto…” “BELLA SI ESATTO” disse energicamente Newt. “Forse ho visto qualcuno ieri sera. Potrei mostrarvi dove si trova. Seguitemi” disse Yusuf Kama.

Yusuf li portò in una abitazione che aveva tutta l’aria di essere una sorta di piccola prigione e dove si trova Tina. Yusuf però con un expelliarmus disarma Newt: “mi dispiace, tornerò a liberarvi dopo che avrò ucciso il ragazzo. Vedete o muore lui o muoio io” e proprio pronunciando quelle parole Kama avvertì degli strani dolori che lo fecero svenire sul terreno. Newt disse: “certo che come salvataggio poteva andare decisamente meglio”. Allora Tina rispose con sarcasmo: “ah questo doveva essere un salvataggio?” e subito dopo Pickett, l’asticello di Newt, scassinò la porta liberando i due maghi e Jacob. Newt osservò Yusuf disteso a terra e disse a Tina: “quindi ti serve quest’uomo” e Tina rispose: esatto, sa dove si trova Credence”. Newt sentì dei rumori dall’esterno ed era lo zouwu visto poco prima, ma stavolta dal vivo, stava distruggendo quel quartiere di Parigi. Newt, essendo un esperto degli animali magici, sapeva come addomesticarlo e quindi trovò il modo di attirare la sua attenzione per tranquillizzarlo e farlo entrare dentro la sua valigia.

Gli auror andarono ad Hogwarts da Albus Silente e mentre stava facendo una lezione di difesa contro le arti oscura entrò nell’aula Travers e fece uscire tutti gli alunni e disse subito: “Newt Scamander è a Parigi”. Silente fece una finta espressione sorpresa: “sul serio?”. Di nuovo Travers: “non finga, sappiamo che è lì su suo ordine”. Silente allora trattenendo una risata: “se avesse avuto il piacere di insegnargli saprebbe che Newt non è mai stato un grande esecutore di ordini”. Travers però continuò per la sua strada: “ha mai letto le predizioni di Tycho Dodonus? Gira voce che si riferisca all’obscuriale” e concluse il discorso dicendo come fosse curioso che gli spostamenti di Scamander seguissero di pari passo quelli dell’obscuriale, a quel punto Silente provò a far ragionare Travers: “per quanto può insistere non troverà mai un complotto contro di lei Travers, entrambi vogliamo la stessa cosa, la sconfitta di Grindelwald, ma la sua politica di repressione e violenza sta spingendo molti sostenitori tra le sue braccia”. Travers molto seccato disse: “mi pesa doverlo dire, ma lei è l’unico mago alla sua altezza, le chiedo di combatterlo”. Silente abbassava sempre lo sguardo quando si parlava di affrontare Grindelwald e come disse già a Newt comunicò anche a Travers: “mi dispiace non posso”. Travers allora fece vedere dei ricordi di Silente e Grindelwald vicini da giovani a Hogwarts: “voi due eravate come fratelli vero?”. Silente sospirando ammise: “oh eravamo più che fratelli”. Spazientito Travers invitò nuovamente Silente a dare una risposta: “allora accetta di affrontarlo oppure no?”. Ma di nuovo disse che non poteva. “Allora ha deciso da che parte stare, saprò di ogni suo incantesimo e non insegnerà più difesa contro le arti oscure” disse Travers stringendo dei bracciali intorno i polsi di Silente. Gli auror avevano deciso di indagare su tutta questa storia e andare direttamente a Parigi, Travers chiese dunque dove si trovasse Leta Lestrange, che era venuta nel castello lì con loro ma misteriosamente non era andata da Silente. Era presente anche Theseus Scamander e Silente gli disse: “Theseus, se Grindelwald chiama a raccolta non intervenire, non farti mandare là da Travers”.

Leta era tornata a vedere i banchi dove era stata da ragazzina, a vedere le incisioni che aveva lasciato insieme a Newt anni prima e ripensò proprio a quei giorni e alle ragazze che parlavano male di lei alle sue spalle: “resta sempre qui durante le vacanze, si vede che la famiglia non la vuole, è così fastidiosa” ma invece Leta aveva sentito e dopo averle chiuso la bocca con un incantesimo e aver dunque fatto perdere una infinità di punti alla sua casa scappò via, da Newt. “Scamander, non fai i bagagli?” chiese. “Non vado a casa, questo piccolo corvo si è fatto male, ha bisogno di me. Il corvo non è l’emblema della tua famiglia?”. “Cosa è la cosa che Scamander teme di più?” pronunciò Silente sempre in un ricordo di Leta e il molliccio che aveva davanti si trasformò in una scrivania. Newt imbarazzato rispose: “lavorare in ufficio signore” e tra le risate generali arrivò il turno di Leta, già spaventata in partenza. Silente la rassicurò: “non avere paura, non può farti del male, tutti abbiamo paura di qualcosa”. E comparve un telo che sembrava come sprofondare in fondo a un buio mare”. Newt dopo la lezione andò da Leta che gli disse però che non aveva voglia di parlarne, Newt provò a fare una cosa carina a modo suo e la portò davanti un albero dove c’erano dei bizzarri animaletti: “nidificano solo sugli alberi del legno adatto per fare le bacchette magiche”.

Leta sorrise ripensando a quei momenti della sua gioventù e i suoi pensieri furono interrotti da Silente: “Leta, ma che sorpresa”. “Davvero è così strano vedermi tra i banchi? Ero così pessima?” gli disse Leta, ma Silente le disse come la pensavo: “no, anzi, eri una delle studentesse più brillanti”. Leta sembrò non prenderlo come un complimento e disse: “ho detto pessima, non stupida. Ero perfida”. Silente però in realtà voleva parlare di altro: “Leta, so quanto possano essere state pesanti le voci su tuo fratello”. La giovane Lestrange disse senza neanche pensare: “no, non credo possa sapere cosa può volere dire perdere un fratello”. Leta osservò come uno sguardo di malinconia nel professore, che disse: “nel mio caso è stata mia sorella”. Leta disse: “e l’amava?”. Silente ripensando a come lei fosse morta rispose: “Non quanto avrei dovuto. Il rimpianto è il mio fedele compagno, non gli permettere di essere anche il tuo”.

A Parigi Queenie era ospite della signorina Rosier e disse che doveva andarsene assolutamente e non poteva rimanere ulteriormente perché sua sorella Tina sarebbe stata in gran pensiero, ma Vinda Rosier disse: “ma non ha ancora conosciuto il suo ospite”. Queenie sorpresa disse “ah è sposata?”- Vinda rispose: “diciamo seriamente impegnata” e in quel momento entrò Grindelwald. Queenie lo riconobbe e gli puntò contro la sua bacchetta: “non ti avvicinare, lo so chi sei”. Grindelwald però la rassicurò subito: “Queenie non ti faremo nulla, vogliamo solo aiutarti. Sei così lontana da casa, lontana da tutto quello che ami. Non ti farei mai del male, non è colpa tua se tua sorella è un auror. Desidero averti al mio fianco a lavorare, per un mondo in cui noi maghi saremo libero di essere chi vogliamo, liberi di amare”. Queenie avendo il dono di saper leggere tutti i pensieri delle persone , avrebbe saputo se Grindelwald stesse cercando di abbindolarla con le parole. Ma in quel caso non era così. Queenie decise di seguirlo perché vedeva in lui la soluzione per tutto.

Silente si mise davanti allo specchio delle brame. Mostrava a chi c’era davanti i suoi segreti nascosti e lui vide sé stesso e Grindelwald da ragazzi farsi un taglietto sulle mani per poi unirle. Il loro sangue venne chiuso in un oggetto argentato che rappresentava un patto di sangue, loro due non avrebbero mai più potuto attaccarsi. Ci provarono una sola volta a duellare perché già erano diventati nemici, ma quello scontro causò la morte della sorella di Albus, Ariana. Per quel motivo Silente comunicava a tutti quanti che non avrebbe mai e poi mai per nessuna ragione al mondo affrontare Grindelwald personalmente. Proprio in quel momento Grindelwald stringeva in mano quel patto di sangue, che aveva riottenuto durante la sua fuga da New York e disse a sé stesso: “per il bene superiore”.

Newt non sapendo dove andare fece affidamento al biglietto che gli aveva consegnato Silente a Londra, disse che lo avrebbe portato in un rifugio sicuro, ma sembrava solamente una casa abbandonata. Lui e Jacob sistemarono subito Yusuf su una poltrona, l’uomo era ancora privo di sensi. Non vedendo alcun segnale di riveglio Tina chiese a Newt: “signor Scamander, ha niente nella sua valigia che può rianimare quest’uomo? Devo interrogarlo, credo sappia chi è Credence. I segni sulla mano sono segno di un voto infrangibile”. Lo aveva notato anche Newt. Osservando meglio Kama, Newt si accorse che aveva un parassita dentro il suo corpo. Newt si fece passare un paio di pinzette per rimuoverle e disse a Tina di non guardare, ma rispose: “posso farcela”. Rimosso il parassita Yusuf si risvegliò gridando: “Bisogna ucciderlo!” e Tina chiese: “chi, Credence?” ma proprio in quel momento Kama si riaddormentò. Newt sapeva che quel parassita fosse molto potente, quindi avrebbero dovuto aspettare affinché si risvegliasse completamente. Tina non era paziente e disse: “devo tornare al ministero con quello che ho, piacere di averla rivista signor Scamander”. Lasciò la casa e Jacob non stava capendo, chiese a Newt: “non hai parlato di salamandre vero?”. Newt rispose addolorato da quella fuga: “no, è lei che è scappata”. Jacob lo invitò a correrle dietro, cosa che Newt fece e quando la raggiunse si scusò: “Tina mi dispiace per quello che ho detto sugli auror, ma cosa posso pensare di gente che risponde a quello che teme o non conosce con “uccidi””. Tina infastidita disse: “io sono un auror e non uccido”. Newt provò a spiegarsi meglio non proprio dicendo la cosa giusta: “sì lo so, ma questo perché sei una testa di mezzo”. Fece rimanere Tina molto colpita: “io sarei cosa?”. Newt provò a spiegare: “la testa di mezzo è quella visionaria delle tre teste. Ogni auror d’Europa vuole Credence morto a parte te, sei una testa di mezzo”. Tina stupita disse: “chi altro usa questa espressione a parte lei signor Scamander?”. Newt ammise: “penso nessuno”. In quell’istante videro dei lunghi teli neri muoversi per tutta la città verso un unico punto: “è Grindelwald, sta chiamando i suoi seguaci” disse Newt impaurito. Tina anche lei impaurita disse a sua volta: “è troppo tardi, Grindelwald è qui per Credence, potrebbe averlo già in mano”. Newt però disse: “non è troppo tardi, possiamo ancora precederlo” iniziando a correre, facendo domandare a Tina dove stesse andando. La sua risposta fu: al ministero francese” ma Tina perplessa disse che è l’ultimo posto dove Credence sarebbe andato. “C’è uno scrigno dove è nascosta la vera identità di Credence” aggiunse Newt.

Nagini chiamò l’attenzione di Credence perché Grindelwald si era smaterializzato sul loro tetto e gli voleva parlare. Così Credence salì anche lui in quel posto e chiese al mago oscuro: “che cosa vuoi da me?”. Grindelwald rispose: “DA te niente. PER te tutto ciò che ho mai voluto. Ma tu cosa vuoi ragazzo mio?”. Credence aveva una sola risposta: “voglio sapere chi sono”. Grindelwald allungò un biglietto a Credence che era una mappa per il cimitero: “qui è dove troverai le prove della tua vera identità. Vieni al Pere Lachaise stanotte e scoprirai la verità”. Yusuf Kama si stava risvegliando e prima di aprire gli occhi sussurrò: “padre perché mi hai obbligato?”. Fu risvegliato completamente dal brontolio dello stomaco di Jacob, che stava morendo di fame. Sentì quel rumore anche un uomo anzianissimo che si avvicinò piano piano dicendo: “temo non ci sia cibo in casa”. Spaventato Jacob gli chiese se fosse un fantasma, visto che dall’aspetto sembrava proprio quello. “No, sono vivo. Ma sono un alchimista e di conseguenza immortale” la risposta dell’uomo che confuse Jacob, il quale disse con tono molto ironico: “ma no, non le darei neanche 375 anni. Ah scusi non abbiamo bussato”. L’uomo rispose: “non importa, Albus mi aveva avvisato dell’arrivo dei suoi amici, piacere: Nicolas Flamel” e Jacob per stringergli la mano gliela stritolò involontariamente, era molto debole il signor Flamel. Nicolas Flamel corse verso una sorta di sfera di vetro dove si potevano vedere delle immagini di Parigi proprio in quei momenti, prima riconosce Credence ma quando vede Queenie chiese a Flamel: “dove sono?”. “Quella è la tomba dei Lestrange, si trova nel cimitero di Pere Lachaise” spiegò Flamel per la gioia di Jacob che urlò alla sfera come se potesse sentirlo: “QUEENIE ARRIVO BAMBINA, RESTA DOVE SEI”. Per poi dire: “grazie dell’ospitalità signor Flamel, solo stia attento al signor…” e vide che però Kama era scappato.

Lo scrigno che Newt cercava era negli archivi ancestrali del ministero francese e il signor Scamander si trasformò in suo fratello Theseus bevendo una pozione. Tina chiese: “quella è polisucco?” e Newt rispose: “solo quanto basta per farci entrare”. Nel frattempo all’interno del ministero Leta si incontrò con Theseus chiedendogli: “che cosa succede?”. “Grindelwald raduna. Non sappiamo come, ma sarà stanotte” disse Theseus prima di essere baciato dalla futura moglie. “Prudenza, giuralo” supplicò Leta. Theseus la rassicurò ma poi cercò di confessarle: “Senti, voglio che tu lo sappia da me. Credence sembra essere tuo fratello Corvus”. Leta era stufa di sentire questa storia, lo aveva visto affogare, non poteva essere vivo e si arrabbiò: “ricominciamo con questa storia? Per favore, mio fratello è morto. Ma non era possibile, Theseus sapeva che Corvus fosse vivo e infatti disse a Leta: “gli archivi non mentono”. Subito dopo Theseus vide una cosa molto curiosa, vide sé stesso camminare al piano inferiore.

Newt iniziò a camminare più velocemente, ma già poco dopo si ritrasformò in sé stesso, proprio mentre suo fratello Theseus iniziò a rincorrerlo. Newt doveva scappare perché era ricercato e c’era proprio una sua immagine appesa, dopo averla vista Tina e Newt iniziarono proprio a correre e Newt disse a Tina, dopo che Theseus ordinò di fermarsi: “quello è mio fratello, te l’ho detto nelle lettere che abbiamo un rapporto complicato”. Tina preoccupata chiese: “vuole ucciderti?” e Newt rispose senza esitare: “frequentemente”. Theseus li bloccò con un incantesimo chiedendo di fermarsi. Tina agitata e infastidita colpì Theseus dicendo: “deve imparare a controllare la sua rabbia”. Newt scoppiò a ridere e disse: “credo che questo sia stato il più bel momento della mia vita”.

Quando Vinda e Abernathy erano andati al ministero era per sostituire qualcosa all’interno degli archivi della famiglia Lestrange e Newt era in cerca proprio di quello. Dell’albero genealogico della famiglia Lestrange, non sapendo però che a quel punto si trattasse di un falso. Jacob in cerca di Queenie arrivò proprio al cimitero ed addentrandosi nella tomba dei Lestrange fu fermato da Yusuf Kama che gli disse di non resistere. Newt e Tina continuarono a camminare per il ministero, arrivando davanti l’archivio, ma dovendo confermare la loro identità a una signora che stava lì in guardia per evitare che entrassero degli impostori. Newt ovviamente mentì e indicando Tina disse: “questa è Leta Lestrange e io sono il suo… ehm… Fidanzato”. La donna dunque acconsentì al loro ingresso negli archivi ancestrali. Entrarono nell’archivio e Newt voleva dire qualcosa a Tina: “Tina riguardo a Leta…” e Tina lo fermò subito: “sì, già ti ho detto che sono felice per te”. Newt involontariamente si alterò: “MA NON VOGLIO CHE TU SIA FELICE” poi riprese con molta più calma: “cioè certo che lo voglio e so che ora lo sei. Quello che voglio dirti è che voglio che tu sia felice ma non perché lo sono io. Perché non lo sono adesso, felice… o fidanzato. Sì è stato uno sbaglio di una stupida rivista, è mio fratello che sposa Leta, io farò solo il testimone. Cosa che effettivamente mi fa alquanto ridere”. Ma Tina non stava ridendo e chiese: “sei qui per riconquistarla?”. Newt imbarazzato rispose: “no, sono qui per… Sai i tuoi occhi sembrano quelli…” ma si interruppe subito pensando alle parole di Jacob. Tina però era curiosa ora: “sembrano?”. “Ho promesso di non dirlo… Ho ritagliato questa foto da un giornale e vedi i tuoi occhi anche nella realtà hanno questo effetto che sembrano fuoco nell’acqua. Questa cosa l’ho vista solo nelle sss…sss…” e ci pensò Tina a concludere quel discorso: “salamandre”. Quel momento tenero fu interrotto da un forte rumore abbastanza vicino, motivo per il quale si nascosero. Era proprio Leta Lestrange a voler entrare nell’archivio. Appena Leta comanda che le venga mostrato lo specifico archivio della sua famiglia iniziarono a muoversi tutti i compartimenti di quel posto, di fatto incastrando Tina e Newt non permettendo a loro di fuggire. Leta non trova quello che stava cercando, ma un semplice biglietto con scritto: “archivi trasferiti al cimitero di Pere Lachaise” e una volta finito di leggere vide un piccolo asticello. Conosceva solo una persona che possedesse degli asticelli, così fece ruotare il compartimento e vide Newt con una donna. “Salve Newt” e “salve Leta” fu semplicemente questo il loro scambio, prima dell’arrivo della guardiana con dei minacciosi felini. Newt provò a rassicurare Leta e Tina: “sono Matagot. Non sono pericolosi, fanno solo la guardia al ministero, non sono minacciosi se non li attacchi” ma proprio in quell’istante Leta ne attaccò uno che si moltiplicò in altri tre matagot, i tre ovviamente si misero in fuga, non trovando però il modo di uscire da quel posto. Quindi Newt decise di liberare lo zouwu, che li difende da quei matagot. Newt sapeva che quella creatura era capace di fare dei salti molto più che semplicemente notevoli, quindi ne fece uno e portò tutti fuori dal ministero. Compresi i matagot, che non trovandosi più nel posto che dovevano proteggere si trasformarono in innocui gattini. Newt aveva fatto in modo che lo zouwu li portasse proprio al cimitero. Dove Yusuf oltre a Jacob adesso stava minacciando anche Credence, che era in compagnia di Nagini, alla quale Yufus intimò: “ferma, non ti muovere. Se dovrò uccidere te oltre Corvus lo farò”. Fu allora che Leta Lestrange disse a Yusuf Kama di fermarsi, il quale non ci credeva e disse con tono basso: “sei proprio tu? La mia sorellina…”. Credence era là per avere delle risposte e le cercava da Kama in quel momento: “se lei è tua sorella, io chi sono? Sono stanco di vivere senza un nome, raccontami la mia storia e poi puoi farla finita”. Yusuf allora iniziò a raccontare: “La tua storia è la nostra storia. Mio padre era Moustapha Kama, di origine senegalese, il più nobile della sua stirpe. Mia madre si chiamava Lorina, anche lei di nobile stirpe e di grande bellezza, erano innamorati. Ma c’era un uomo di grande influenza, di una famosa famiglia purosangue francese, la desiderava. Lestrange utilizzò la maledizione senza perdono imperius per sedurla e rapirla. Ho cercato di impedirlo, ma lui mi attaccò. Fu l’ultima volta che la vidi, perché è morta dando alla luce una bambina. Te” e indicò Leta prima di proseguire: “la notizia della morte fece impazzire mio padre, che prima di morire anche lui mi fece giurare di uccidere la persona che Lestrange amasse di più. Sembrava un compito facile, aveva solo un parente stretto, ma lui non ti ha mai amata. Si risposò dopo neanche tre mesi dalla sua morte, non amava neanche lei, ma poi nacque Corvus e a quel punto tutto quello a cui lui teneva era quel bambino e capendo che il figlio di Kama cercava vendetta ti affidò a una domestica e lo imbarcò su una nave diretta in America per tenerlo al sicuro da me. La magia della domestica mezza elfa era debole, non potevo seguire le sue tracce. Avevo appena scoperto come eri scappato che mi venne data una notizia che non mi aspettavo: la nave era affondata ma non so come qualcuno ti aveva tirato fuori dalle acque. Un figlio bandito, la figlia disperata, torna vendicatore dall’acqua in gran volata, là” e indicò nuovamente Leta “c’è la figlia disperata, tu sei il figlio bandito, ma io sono il vendicatore della mia famiglia in rovina, ti compatisco Corvus, ma devi morire”. “CORVUS LESTRANGE è MORTO ED è STATO UCCISO DA ME” gridò con tutta la voce che aveva in corpo Leta Lestrange. “Accio” e prese un oggetto che era della stessa forma e dimensione di quello messo da Abernathy nell’archivio dei Lestrange. Era quello che Leta cercava e che le era stato detto che avrebbe trovato nella tomba della sua famiglia. Inizò a raccontare: “mio padre aveva uno strano albero genealogico. Registrava solo gli uomini. Le donne della mia famiglia erano ritratte come fiori, bellissime, ma separate”. Era dunque quello che Grindelwald aveva fatto scambiare, lo aveva detto lo stesso Theseus che gli archivi non mentivano e che dunque Corvus Lestrange fosse sopravvissuto in qualche modo e di conseguenza ancora vivo. “Mio padre mi mandò in America con mio fratello. Irma fingeva di essere una nonna con due nipoti. Corvus non smetteva mai di piangere. Io non volevo fargli del male, volevo solo un momento liberarmi di lui. La nave però naufraghò e Corvus quindi con essa, solo in pochi ci salvammo. Ho gli incubi del suo corpo che sprofonda nel mare ogni notte da quel giorno” e scoppiò a piangere. Newt cercò di consolarla: “Leta non volevi farlo. Non è colpa tua” ma Leta la sentiva tutta addosso quella responsabilità come un macigno: “oh Newt, non c’è mostro che tu riesca a non amare”. Leta non sapeva chi fosse Credence in realtà, ma qualcosa non tornava a Yusuf in quella storia. Se Corvus Lestrange fosse morto perché mai Yusuf avrebbe avuto ancora i segni del voto infrangibile sul suo corpo, no, Corvus Lestrange sicuramente non era quel ragazzino, ma doveva per forza essere vivo da qualche parte e Kama avrebbe fatto di tutto per trovarlo. Proprio finito tutto il racconto di Leta arrivarono tantissime persone per ascoltare il discorso di Grindelwald, solo maghi purosangue naturalmente. In più c’era Jacob e Queenie quando lo vide fu felicissima: “Jacob tesoro sei qui. Non dovevo farlo, mi dispiace, ti amo immensamente” e Jacob pur da babbano avvertì il pericolo: “e tu sai che io amo te, benissimo ora possiamo andarcene”. Queenie però non era dello stesso avviso: “prima pensavo sarebbe stato carino ascoltare quello che ha da dire. Solo ascoltare, non altro”.

Newt stava cercando vie di uscita e possibili soluzioni per fermare tutto quello con Tina e le disse: “è una trappola. Queenie, l’albero genealogico. Sono tutte esche. Tina disse: “dobbiamo immediatamente trovare una via di fuga. Tu che cosa fai?”. Newt rispose che avrebbe semplicemente inventato qualcosa e i due si separarono. Tina però fu bloccata da due uomini, non proprio di aspetto amichevole, che sembravano volessero invitarla a restare per ascoltare le parole di Grindelwald, mentre lei osservava la folla notò la presenza di Credence. Fece il suo ingresso sulla scena Grindelwald, sotto scroscianti applausi e dopo aver fatto un cenno per richiedere il silenzio iniziò a parlare: “Cari fratelli, care sorelle, cari amici. Il prezioso dono del vostro applauso non è per me, ma è per voi stessi. Siete qui oggi per la consapevolezza che ormai i vecchi sistemi non ci giovano più. Siete qui oggi per qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso. Sento dire che io odio le no magique, i no mag, i babbani, i disincanti, ma io non li odio, neanche un po’. Perché io non combatto per odio, io dico che i babbani sono altro, non inferiori. Non sono spregevoli, ma di un altro valore. Non inutili, ma di una utilità diversa. La magia fiorisce solamente in poche anime e che mondo potremmo creare per tutta l’umanità noi che viviamo per la libertà, per la verità e per l’amore” dopo queste ultime parole Queenie guardò con un gran sorriso Jacob,

Arrivarono gli auror tra cui c’era anche Theseus Scamander che disse ai suoi compagni: “non è illegale venire a sentirlo. Non usate la forza contro la folla. Dimostriamo che non siamo come dicono”. Grindelwald disse alla folla che era arrivato il momento di mostrare la sua visione del futuro se tutti loro non fossero intervenuti, se non si fossero presi il posto che gli spetta nel mondo. Ecco che arrivò Rosier a porgere a Grindelwald un teschio dentro il quale lui ci soffiò per far vedere a tutti le immagini che lui stesso aveva visto. Soldati armati, carroarmati, bombardamenti, un’esplosione nucleari. Jacob osservò tutto quello terrorizzato: “no… Non un’altra guerra…”. “Questo è ciò che combattiamo: l’arroganza, la smania di potere, la barbarie. Quanto ci vorrà prima che volgano queste armi contro di noi? Non reagite a quello che sto per dirvi, dovete rimanere calmi e contenere le emozioni. Ci sono degli auror tra di noi” ma suscitò tantissimo brusio e sgomento. Grindelwald li invitò a farsi avanti: “venite, fratelli maghi, venite”. Poi rivolgendosi alla folla: “non intervenite. Hanno ucciso dei miei seguaci questo è vero. Mi hanno torturato a New York. Hanno sterminato tante streghe e maghi per il semplice crimine della ricerca della verità, solo perché volevano la libertà. La vostra rabbia, il vostro desiderio di vendetta è più che naturale” proprio dopo quelle parole una donna attaccò un auror, che per difendersi la colpì a morte. Fu una dimostrazione per la folla che i veri cattivi fossero coloro che dicevano di lavorare per il bene delle persone. Grindelwald si avvicinò al corpo della signora ed essendo stesa per terra si dovette inginocchiare.

Uno snaso si liberò dalla valigia di Newt e mentre Grindelwald era inginocchiato gli rubò qualcosa senza dare nell’occhio. D’altronde questa era la natura di queste piccole creature. Grindelwald si alzò in piedi e disse al pubblico: “Riportate questa giovane guerriera alla sua famiglia. Smaterializzatevi, ritiratevi, allontanatevi da questo posto e diffondete la parola. Non siamo noi quelli violenti”. Tutti seguirono gli ordini e rimasero solo gli auror, con Theseus che disse a tutti quanti: “prendetelo”. Grindelwald fece un cerchio di fuoco azzurro tutto intorno a sé, sia per difendersi ma anche per vedere la lealtà delle persone ancora presenti. Per arrivare a Grindelwald per mostrare fedeltà avrebbero dovuto attraversare quel cerchio di fuoco, chi non veramente fedele sarebbe bruciato, chi realmente intenzionato a garantire ai maghi il bene superiore non avrebbe subito alcun danno e si sarebbe unito alla causa di Grindelwald. Infatti la Rosier, Abernathy ed altre persone passarono senza problemi, mentre Krall fu polverizzato. A quel punto rimasero oltre a Jacob e Queenie solamente gli auror e fu a loro che Grindelwald si rivolse: “auror unitevi a me per giurarmi fedeltà o morirete. Solo qui conoscerete la verità, solo qui conoscerete voi stessi” e aumentò l’intensità delle fiamme per bruciare molti auror. Credence dopo quelle parole voleva unirsi a Grindelwald, ma Nagini provo a fermarlo ma le disse: “lui sa chi sono”. Nagini voleva convincerlo e disse: “lui sa chi sei di nascita, non chi sei veramente”. Ma Credence non la ascoltò e arrivò davanti Grindelwald, che prima di smaterializzarlo lo abbracciò e gli disse: “tutto questo è per te Credence”. Queenie era rimasta completamente incantata e Jacob le disse: “Queenie amore ti devi svegliare”. “Lui è la soluzione, lui vuole quello che vogliamo noi, vieni con me” ma Jacob non voleva seguirla, al punto che Queenie urlò: “VIENI CON ME”. Jacob ormai disperato e rassegnato le disse: “sei pazza”. Stavolta lo aveva detto, non solo pensato, così Queenie gli voltò le spalle e si unì a Grindelwald, che poi guardò Newt e gli disse: “signor Scamander. Sicuro che Silente indosserà il lutto per lei?” troppo impegnato a respingere le fiamme Newt non rispose, anche perché temeva molto la vera risposta a quella domanda. “GRINDELWALD BASTA” esclamò una voce. Grindelwald cessò la sua offensiva e sorpreso disse: “questa mi sembra di conoscerla. Leta Lestrange. Tanto disprezzata dai maghi, bistrattata e non amata, ma coraggiosa, molto coraggiosa. Andiamo a casa”. Le prese la mano, ma lei la lasciò subito dopo che Grindelwald si era ormai voltato. Leta guardò in direzione di Newt e disse: “ti amo”. Poi attaccò Grindelwald, che seppur di spalle riuscì a respingere tutti i colpi e dopo fece avvolgere Leta dalle fiamme. Dopo aver bruciato la ragazza impazzirono proprio quelle fiamme magiche, Theseus le stava respingendo più con rabbia e frustrazione che altro. Nel momento che sembrava stessero prendendo vita le fiamme Newt e Theseus si smaterializzarono all’esterno del cimitero. Anche Jacob fu messo al sicuro. Prima di andare via Grindelwald disse disgustato: “quanto odio Parigi”. Fuori dal cimitero arrivò Nicolas Flamel, che urlò. “mettiamoci in cerchio, bacchette nel terreno o Parigi verrà distrutta”. “FINITE” urlarono i maghi nel terreno formando una sorta di scudo infuocato per proteggere la città. Il fuoco prese proprio le sembianze di tre minacciosi draghi, che però furono bloccati con i tanti sforzi di tutti i maghi presenti, che riuscirono a spegnere le fiamme con le fiamme. Parigi era salva. Seguì un momento di disperazione collettiva, Nagini stava molto male per la decisione di Credence, per lui era più importante scoprire le sue origini che essere diventato una persona che Nagini potesse amare per quello che era in quel momento, non per quello che era il giorno della sua nascita. Jacob era disperato per il secondo abbandono di Queenie. Theseus per il sacrificio della sua amata scoppiò in lacrime, accompagnato dal fratello che gli disse: “ho deciso da che parte stare” per poi abbracciarlo con affetto. Lo sguardo di Newt finì però sul suo piccolo snaso che aveva con sé uno strano gingillo rubato probabilmente a Grindelwald stesso.

Gli auror e Newt andarono tutti quanti insieme ad Hogwarts per parlare con Silente, Theseus disse ai suoi compagni: “meglio se sia Newt a parlargli da solo”. Così restarono in disparte, mentre Silente chiese a Newt se fosse vero della morte di Leta. Purtroppo era vero e dispiaceva a tutti. Newt tirò fuori quel gingillo rubato a Grindelwald e disse: “è un patto di sangue vero? Tu e Grindelwald lo avete stretto per non combattervi”. Silente incredulò esclamò: “per il nome di Merlino, ma come diamine…”. Newt gli fece vedere il suo snaso aggiungendo: “Grindelwald sembra non comprendere la natura delle cose che reputa semplici. Lo può distruggere?”. Silente non sembrava convintissimo, ma probabilmente un modo si poteva trovare, anche se molto complesso. Dopo la chiacchierata con Newt, Silente guardò verso gli auror alzando le braccia al cielo, C’era qualcosa di troppo ancora e Theseus fece svanire le manette dai polsi di Silente.

Credence era solo in quel palazzo non sapeva dove a badare al suo pulcino. Grindelwald era fuori da quella stanza e chiese a Queenie: “ha ancora paura di me?”. Queenie rispose subito: “devi essere cauto, ancora non sa se ha fatto la scelta giusta”. Grindelwald sapeva che quel ragazzo avrebbe distrutto il grande e possente Albus Silente. Ma come si chiedeva, doveva trovare il modo affinché Silente fosse costretto a decidere di non muovere udito contro Credence e quindi iniziò a domandarsi cosa fosse la più grande paura di Albus Silente. Grindelwald entrò nella stanza e disse a Credence: “ho un dono per te, ragazzo” porgendogli una bacchetta. Dopo si mise davanti a lui e gli confessò: “hai subito il peggiore dei tradimenti perpetrato dal tuo stesso sangue. Mentre festeggia il tuo tormento, tuo fratello cerca di distruggerti” e prendendo in mano il pulcino di Credence gli diede fuoco e si trasformò: “c’è una leggenda nella tua famiglia di una fenice che accorre dai suoi membri nel momento di estremo bisogno, è un tuo diritto di nascita, così come il nome che restituisco. Aurelius, Aurelius Silente. Entreremo nella storia insieme per aver cambiato questo mondo” e uscì dalla stanza. Il ragazzo sembrava aver abboccato. L’unico modo per cui quel semplice ragazzo posseduto da un obscuriale potesse distruggere Albus Silente era far credere appunto a questo nemico di trovarsi davanti al suo sangue. Silente non era un idiota, sapeva che con la madre morta e il padre ad Azkban non sarebbe potuto nascere alcun ragazzo. Ma se avesse creduto che in qualche modo l’obscuriale di sua sorella Ariana avesse preso vita nel corpo di quel ragazzo Silente non si sarebbe opposto. Non avrebbe mai ucciso sua sorella, non credendosi ancora responsabile della sua morte prematura. Sicuramente sarebbe girata la voce e se Silente avesse saputo di un ragazzo obscuriale che portava il nome Silente sicuramente avrebbe pensato ad Ariana. D’altro canto Credence aveva bisogno di un nome, aveva bisogno di credere di aver finalmente trovato una sua identità, che era quello che cercava da tutta la vita.

Damiano Lollobrigida

Mi chiamo Damiano Lollobrigida, sono nato il 23 Maggio 2000 ed abito a Spinaceto, a Roma Sud. Ho frequentato il liceo scientifico Ettore Majorana per 4 anni. Sono sempre stato un appassionato di guerre stellari, ma il mio amore per la saga è scoppiato definitivamente nel 2015 dopo aver visto Il Risveglio della Forza. In ambito nerd ho scritto articoli per guerrestellari.net, nel restante tempo libero praticavo invece basket, ma essendomi ora fisicamente impossibile ho smesso, ormai definitivamente da gennaio 2019.

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