Un buco nero da record, ben 33 volte più massiccio del Sole, si nascondeva nella Via Lattea a soli 2.000 anni luce di distanza, sfuggendo finora all’osservazione. Questa scoperta sensazionale, pubblicata sulla rivista Astronomy and Astrophysics, rappresenta un passo importante nella nostra comprensione di questi affascinanti e misteriosi oggetti celesti.
Un team di ricercatori internazionali, guidato dal Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (Cnrs) e con la preziosa collaborazione dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), ha individuato questo gigante cosmico grazie ai dati raccolti dalla missione Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Si tratta del buco nero stellare più massiccio mai scoperto nella nostra galassia, ben oltrepassando i precedenti record di circa 10 masse solari.
“Nessuno si aspettava di trovare un buco nero di tale massa nelle nostre vicinanze”, commenta l’astrofisico italiano Pasquale Panuzzo del Cnrs, autore principale dello studio. “Si tratta di una scoperta eccezionale che ridefinisce la nostra conoscenza della formazione e dell’evoluzione dei buchi neri stellari”.
L’identificazione di questo buco nero, battezzato “Gaia BH3”, è stata possibile grazie all’analisi precisa del moto della sua stella compagna. Le stelle in coppia orbitano l’una attorno all’altra e la loro danza celeste rivela la massa degli oggetti coinvolti. Le osservazioni, condotte con diversi telescopi a terra, tra cui il Very Large Telescope (VLT) dell’ESO in Cile, hanno permesso di confermare la natura di Gaia BH3 e di svelare ulteriori dettagli sulla sua compagna.
La stella compagna di Gaia BH3, in particolare, risulta essere povera di metalli pesanti. Questa caratteristica supporta la teoria secondo cui i buchi neri stellari più massicci si formano da stelle con basse concentrazioni di metalli. Queste stelle, infatti, perdono meno massa durante la loro vita, lasciando più materiale disponibile per la formazione del buco nero al momento del loro collasso.
La scoperta di Gaia BH3 apre nuove strade nella nostra comprensione dei buchi neri stellari, oggetti estremi che sfidano i confini della fisica. La loro massa e gravità immense li rendono capaci di influenzare profondamente l’ambiente circostante, distorcendo lo spaziotempo e inghiottendo persino la luce. Studi futuri su Gaia BH3 e su altri buchi neri stellari massivi ci aiuteranno a svelare i misteri che ancora avvolgono questi affascinanti giganti cosmici.