Fino a 100 anni fa si credeva che con l’oro nero l’uomo avesse definitivamente coperto il proprio fabbisogno energetico. Oggi sappiamo che non è così… il petrolio non è infinito. L’idea che le scorte di petrolio si stiano inesorabilmente esaurendo, sta guadagnando sempre più consensi. Robert B. Semple Jr, editore associato della redazione del New York Times, scrive nel documento del 1 marzo 2006, edizione online: “Non c’è bisogno di essere un teorico della cospirazione per vedere una reale connessione tra le attuali ossessioni Americane con il Medio Oriente e la sicurezza nazionale, e l’incombente crisi petrolifera mondiale.
La frenetica ricerca di fonti alternative che ora vengono inseguite anche dalle multinazionali dell’energia, rende chiaro che una crisi è ormai prossima. Ogni giorno la cronaca, se il soggetto è l’Iraq o il Sud America, getta nuova luce sulla questione”. Il documentario lascia immaginare una sorta di torbido filo rosso che lega l’interesse americano verso il Medio‐Oriente, l’escalation delle ambizioni nucleari di Teheran, la nazionalizzazione delle riserve di gas naturale in Russia e la politica populistica di Hugo Chavez in Venezuela.
Il film, pur proponendo una visione fortemente pessimistica ed inquietante del nostro futuro, intravede e suggerisce una soluzione: uno stile di vita più semplice, basato sull’eco sostenibilità e sulle energie alternative. Un appello visivamente sconvolgente e profetico che dovrebbe provocare riflessione ma anche azione.