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Perché The Batman di Matt Reeves non fa parte del DCU?

Di recente, l’attesissimo “The Batman – Part II” di Matt Reeves ha subito un significativo rinvio di un anno, con la nuova data di uscita fissata al 2027. Parallelamente, circolano voci discordanti sullo stato di “The Brave and the Bold”, il film che introdurrà Batman nel nuovo universo cinematografico DC (DCU). Alcune speculazioni hanno persino suggerito che la Warner Bros. potrebbe tentare di integrare la versione di Batman interpretata da Robert Pattinson nel DCU. Tuttavia, James Gunn e Peter Safran, responsabili di DC Studios, hanno chiarito che questa ipotesi non è nei piani. Gunn è stato categorico: Pattinson non sarà il Cavaliere Oscuro del DCU. Una decisione che appare più che sensata. Ecco perché.

Il motivo principale per cui “The Batman” di Matt Reeves non dovrebbe essere integrato nel DCU risiede nelle profonde differenze stilistiche e narrative tra le due visioni. Gunn ha più volte sottolineato che il suo universo cinematografico si basa su una mitologia di supereroi già consolidata, che potrebbe risalire addirittura alla Seconda Guerra Mondiale. Titoli come “Creature Commandos” hanno già mostrato che esistono elementi fantastici nel passato di questo nuovo universo. Nulla di tutto ciò si intravede nell’universo di Reeves, che si distingue per il suo realismo crudo e per una Gotham City radicata in un contesto contemporaneo e tangibile.

“The Batman” non offre alcun indizio che possa suggerire l’esistenza di esseri sovrumani o eventi straordinari. Gotham è una città piovosa, corrotta e cupa, popolata da criminali più realistici che cartooneschi. In questa visione, l’idea di un Batman che combatte fianco a fianco con un ragazzo di dieci anni addestrato come assassino o di un nonno immortale come Ra’s al Ghul suonerebbe stonata. L’approccio di Gunn è decisamente più fedele alla componente più “fumettistica” di Batman, con elementi fantastici e supereroistici molto marcati.

Nei fumetti, Batman ha sempre vissuto in due mondi distinti: da un lato, il vigilante urbano che sgomina cartelli della droga e affronta serial killer psicopatici; dall’altro, l’eroe che combatte alieni, viaggia nel tempo e guida la Justice League. Per i lettori di lunga data, queste due anime coesistono senza difficoltà. Ma nel cinema, dove il pubblico generalista ha bisogno di coerenza e continuità, avere due Batman completamente diversi potrebbe risultare più problematico.

Tuttavia, la soluzione esiste già ed è rappresentata dal concetto di Elseworlds, etichetta usata nei fumetti per raccontare storie fuori dalla continuity principale. Questo permette di mantenere la versione noir e realistica di Reeves intatta, mentre il DCU potrà presentare un Batman più aderente alla sua dimensione supereroistica classica.

Uno degli argomenti contrari alla coesistenza di due versioni cinematografiche del Cavaliere Oscuro è la possibile confusione del pubblico. Tuttavia, questa preoccupazione appare eccessiva. Il pubblico di oggi è abituato a universi narrativi complessi, multiversi e reboot continui. La presenza di due Batman distinti non dovrebbe rappresentare un problema, purché la comunicazione sia chiara. Certo, avere due film di Batman nello stesso anno potrebbe essere una mossa rischiosa dal punto di vista del marketing, ma la coesistenza a lungo termine di due versioni diverse è assolutamente gestibile.

La chiave del successo sarà la capacità di Warner Bros. di mantenere una chiara separazione tra i due universi e garantire che entrambi i Batman abbiano storie forti e ben scritte. Per il pubblico, ciò significherebbe godere sia di un Batman cupo e radicato nel realismo, sia di un Cavaliere Oscuro che abbraccia la mitologia più fantastica dei fumetti. Insomma, fidiamoci degli spettatori: sono pronti per questa doppia identità del Cavaliere Oscuro.

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