Terxo, l’evoluzione del Tris

Chi non ha mai giocato almeno una volta a tris?! Con un pezzo di carta ed una matita, oppure, semplicemente sulla sabbia in spiaggia. Ci ha giocato sicuramente anche Simone Paganoni, che però nel 2016 ha deciso di fare evolvere il gioco rendendolo tridimensionale, anche se in realtà la sua idea è partita da alcune partite a Quarto (gioco da tavolo astratto con tavoliere e pedine), rielaborando e destrutturando i due giochi ne è risultato Terxo, il gioco difficile più facile del mondo. Terxo è un gioco astratto competitivo per 2-4 giocatori, dalla durata di circa 15 minuti a partita. Le sue meccaniche innovative rendono il gioco veloce ed interessante, lasciando la voglia di giocare ancora.

Dipinto a mano dal 2017, da marzo 2021 è pubblicato da “Fabbrica Dei Segni Editore”, all’interno del progetto educativo Giocare Fa Bene e distribuito da Messaggerie Italiane.

Lo scopo del gioco è ricostruire un cubo 3x3x3, utilizzando i 27 dadi a disposizione, cercando fare più tris degli avversari, allineando tre dadi che abbiano lo stesso colore, lo stesso simbolo o lo stesso colore di simbolo. I tris sono validi in ogni direzione all’interno del cubo 3D. Come non bastasse, sarà l’avversario a decidere quale dado passare per il successivo piazzamento.Ogni dado è unico. Ci sono 3 colori, 3 simboli e ciascuno di essi può essere colorato in 3 diversi colori. L’abbinamento di queste 3 caratteristiche dà vita ai 27 dadi tutti diversi tra di loro.

Come si gioca

Il gioco non ha una plancia, durante il primo turno si posiziona sul tavolo il primo dado che viene ricevuto dall’avversario. Successivamente si sceglie tra i pezzi disponibili un altro dado che dovrà essere piazzato dall’avversario a contatto con il pezzo già giocato e così via.

I dadi dovranno essere posizionati in uno schema che forma un quadrato 3×3, ognuno adiacente per lato, angolo o faccia, ad un altro già precedentemente piazzato. Il dado posizionato non potrà essere spostato. Il giocatore di turno dovrà verificare se avrà completato uno o più tris con le caratteristiche sopra spiegate.Ogni tris equivale ad un punto. In alcuni casi con un piazzamento sarà possibile effettuare più punti. Se un giocatore si dimentica di dichiarare il tris o non se ne accorge, avrà perso l’occasione di ottenere il punto. Quando verrà posizionato il 27° dado si guarderà chi ha conquistato più punti che verrà proclamato vincitore. In caso di pareggio, la vittoria sarà condivisa.

Intervista con l’autore:

Paganoni Simone classe 1984, ingegnere ed insegnante con la passione del fai da te, di lui ci dice: “A 6 anni aiutavo mio nonno a fare il formaggio. Adesso sopravvivo a Milano”.

Ciao Simone, ci spieghi quando e da dove nasce la tua passione per i giochi?

Non so se si tratti di passione per i giochi da tavolo, quello che so è che sono sempre stato attratto da giochi di logica e rompicapo. Da piccolo giocavo con il Meccano che, per un certo periodo è sicuramente stato il mio gioco preferito. Per il resto ho fatto un uso moderato di giochi da tavolo classici fino all’adolescenza. Giocatore di scacchi dall’infanzia non ho però mai raggiunto un livello da torneo.

Raccontaci un po’ come hai avuto l’idea di sviluppare questo tipo di gioco e se questa è la versione che avevi pensato da subito.

Non sono un esperto di giochi da tavolo e non ho mai pensato di crearne uno. Ritengo però che nel momento in cui, per puro caso, ti viene una buona idea sia un peccato non provare a svilupparla, e se dalle prime bozze e test l’idea funziona sia giusto portarla ancora un pochino più avanti e così via.Così è nato Terxo, da un’intuizione, dall’idea di applicare a dei pezzi fisici il modello matematico di numerazione in base ternaria, così come i 16 pezzi di Quarto sono codificabili con i numeri da 0 a 15 nel sistema binario, i 27 pezzi di Terxo sono codificabili con i numeri da 0 a 26 in base 3, una volta avuta l’intuizione della geometria è bastato dire che mettendo in fila 3 pezzi con qualche cosa in comune, si vince… anzi, visto che abbiamo 27 pezzi ed è un peccato non usarli tutti, si va avanti fino alla fine e vince chi avrà realizzato più tris 3D!! Così è nato Terxo, le regole sono al 90% quelle immaginate nella prima bozza (sono sicuramente stato molto fortunato).

Terxo è uscito nel 2017, quanto ci è voluto per svilupparlo e realizzarlo? Fino poi ad arrivare alla sua pubblicazione nel 2021 da “Fabbrica Dei Segni Editore”.

La parte difficile è proprio stata quella che ha seguito la creazione concettuale del gioco. Da persona totalmente estranea al mondo dei giochi da tavolo, solo e con altri impegni lavorativi, non ho potuto che muovermi poco alla volta, per tentativi nei ritagli di tempo.

Nell’inverno 2016/2017 realizzo il primissimo prototipo assemblando delle striscioline di carta per realizzare i cubetti, faccio le foto e lo propongo ad occhi chiusi alla Gigamic, che ovviamente mi risponde “Picche”.Mi chiudo in garage e in una settimana ho tagliato limato e pitturato 27 cubi con il legno ricavato da un bancale. Con quello gioco e faccio giocare tutte le persone che incontro da marzo a settembre 2017. L’esperienza mi conferma che il gioco funziona (ho scoperto solo dopo che i gamedesigners lo chiamano playtest).

Settembre – ottobre 2017, Step-Up: compro delle barre quadrate al BricoMan di Segrate taglio i cubetti e al ritmo di 1 copia al giorno sforno 20 copie che regalo ad amici e pub. Il feedback è sempre positivo. In questo periodo per tentativi definisco la versione definitiva del codice colori di Terxo (colori primari sui simboli e complementari sul dado).

Sono talmente lanciato che senza bussare mi presento in sede da CranioCreation e gli dico che “HO INVENTATO UN GIOCO!!” Sorrentino mi manda via a calci nel sedere (metaforicamente).

Novembre\Dicembre 2017: scopro che esistono siti dove poter acquistare materiale per prototipazione di giochi. Questo dà il via ad una primissima piccola produzione di quella che era già la versione autoprodotta dipinta a mano che propongo ancora alle fiere. Ad oggi ho dipinto a mano circa 500 copie, 13.000 dadi, 80.000 simbolini colorati.

Con le copie autoprodotte inizio ad affacciarmi al mondo delle fiere, è quasi sempre un salasso parteciparvi, ma se la fiera va bene bene, forse si va in pari con le spese :D.

Al ritmo di 10, 20, 30 copie a fiera il gioco inizia ad avere un piccolo bacino di utenza, giocatori sempre entusiasti! Resta comunque un gioco astratto per cui servono 27 dadi customizzati, meglio se in legno, tutti diversi. Queste non sono le condizioni migliori se si vuole trovare un editore che tendenzialmente preferisce giochi da carta stampata o comunque con componenti standard. Tuttavia l’edizione di Terxo è stata possibile grazie al coraggio di “Fabbrica dei Segni”.

Questa è una domanda che abbiamo posto anche ad altri autori: quale è stata la parte più divertente e quale la più esasperante prima di vedere la demo del tuo gioco realizzata?

La parte più soddisfacente è vedere chi gioca e si diverte, vedere un tavolo con 8 persone che ciondolano a destra e sinistra per vedere il cubo in costruzione tutt’attorno non ha prezzo. La più esasperante è vedere che malgrado gli sforzi Terxo resta un gioco di nicchia, poco conosciuto, non cammina ancora da solo.

Hai altri giochi nel cassetto? Li vedremo?

Per il momento preferisco continuare a dedicarmi a Terxo fino a quando non saprà camminare da solo.Per dare varietà al progetto talvolta realizzo nella versione dipinta a mano il Kit di espansione di 37 pezzi (l’unica espansione più grande del gioco base) che permette di giocare alla versione 4*4*4 di Terxo, che ho chiamato Quarxo. Espansione ancora poco testata, è sostanzialmente un feticcio per appassionati.É in fase di test anche la versione Terxo con palette colori modificata per cercare di rendere il gioco fruibile anche a giocatori affetti da daltonismo. Infine sono liberamente scaricabili online i modelli per stampare in 3D la versione gigante del gioco, una versione deluxe realizzabile con il taglio laser e la versione print&play sulla quale si è allenato Gabriele il vincitore del torneo di Terxo tenuto quest’anno a Treviglio.

Ultima domanda, qual è la domanda che vorresti ti facessero, ma non ti è mai stata posta? Ed ora rispondi alla tua domanda.

Se ho mai pensato di smettere? Certo, almeno 3 volte all’anno, poi però ricomincio a dipingere dadi. Il gioco è entusiasmante, giocabile da bambini ed adulti in base alle singole capacità.

Se volete farlo camminare da solo, siete curiosi di provarlo e volete acquistare la vostra copia cliccate qui, non resterete delusi.

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