Chi non ha mai sognato di poter rivivere un istante del passato per poter dire a una persona che non vediamo più ciò che proviamo per lei? Magari vogliamo esprimere un affetto che non abbiamo mai avuto il coraggio di manifestare, oppure un rimpianto che non possiamo più colmare. Forse sentiamo il bisogno di confessare le nostre gioie, le nostre angosce o persino di chiedere perdono. In ogni caso, c’è qualcosa di profondamente umano nel desiderio di entrare in contatto con chi non c’è più, di dare forma alle emozioni non dette, al pensiero che ci resta nel cuore, ma che non possiamo più condividere fisicamente. Tuttavia, mentre il tempo avanza senza fermarsi mai, sembra che tutto ciò sia destinato a rimanere solo un sogno. Ma esiste un modo, anche se simbolico, per far giungere le nostre parole a chi non è più tra noi: è il “telefono del vento” (kaze no denwa), un’idea che nasce in Giappone e che si è diffusa in molte altre parti del mondo, arrivando anche in Italia.

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