La critica ne ha parlato bene e alcuni amici mi hanno detto che valeva la pena vedere Sword Art Online: Alicization, ma il risultato è stato netto e incontestabile: devo cambiare amici! La storia vede protagonista sempre il nostro Kirito, una certezza per le saghe legate a SAO. La prima impressione è quella di una nuova ambientazione, un nuovo mondo virtuale in cui intrecciare le trame di questa serie. Qualcosa però non quadra, si ha subito la sensazione di assistere ad una simulazione virtuale che nulla ha in comune con i VRMMORPG presentati nelle precedenti serie. Un giovane Kirito con il suo amico Eugeo hanno il compito di abbattere un gigantesco albero secolare con un’ascia che sembra fatta apposta per non tagliare niente. Ogni giorno continuano il lavoro e Alice, la figlia del capo villaggio, porta loro il pranzo. La scena si ripete nel tempo fino a che i tre decidono di abbandonare la routine quotidiana per cercare del ghiaccio all’interno di una grotta che si apre nei monti li vicino. Questa scelta porterà a far precipitare gli eventi fino a sconvolgere la vita di tutto il villaggio. Alice viene portata via dai cavalieri che difendono il regno con la grave accusa di aver varcato il limite sacro; Kirito è l’unico che si oppone, ma non può fare molto e viene sconfitto in un solo colpo.
Nel mondo reale Asuna e Kazuto, il cui avatar virtuale è Kirito, sembrano vivere una vita relativamente normale; lui si è impegnato molto e si occupa della Brain Machine Interface, un nuovo dispositivo FullDive che ha la possibilità di agire sul cervello per estrarre informazioni o inserirne di nuove. Mentre tornano a casa la coppia viene assalita dall’ultimo membro dei Laughing Coffin, una gilda di assassini legata a SAO, che inietta nel corpo di Kazuto una sostanza velenosa. La situazione quindi precipita sia nel mondo virtuale che in quello reale; le cose sembrano essere collegate tra loro e questo lo scopriremo solo andando avanti nella narrazione.
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La storia prosegue lunga e complicata coprendo tutto l’arco della stagione, cosa nuova per le serie targate Sword Art Online. Tutto si gioca sul Brain Machine e sul suo collegamento con il mondo virtuale di Underworld e questo causa molteplici i risvolti anche nel mondo reale. La storia è molto particolare, oserei dire contorta e profonda sotto molti aspetti, ma il voler a tutti i costi incrociare coscienza umana, coscienza virtuale e VRMMORPG, crea un polpettone piuttosto lento e complesso da digerire. Ammetto di essermi addormentato un paio di volte durante la visione della serie e sono stato costretto a tornare indietro per rivedere daccapo alcune puntate, quindi capirete che la cosa non depone a favore di Sword Art Online: Alicization.
Concludendo ho apprezzato lo sforzo di proporre una storia che s’intreccia profondamente tra modo virtuale e mondo reale, ma la gestione stessa dei tempi e degli eventi di Underworld è stata decisamente macchiosa e spesso già utilizzata anche nelle precedenti serie di SAO meno fortunate. Sicuramente il progetto adotta una narrazione diversa dai suoi predecessori, che può piacere o meno, ma che differenzia Sword Art Online: Alicization dal resto delle serie legate a SAO.
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Scritto da MarcoF
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