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Trent’anni fa usciva Street Fighter II: The Animated Movie

Nell’estate del 1994, quando l’aria densa di aspettative vibrava nei cinema giapponesi, l’uscita di Street Fighter II: The Animated Movie segnava un momento memorabile per gli appassionati di anime e videogiochi. Diretto da Gisaburō Sugii, il film rappresentava l’adattamento cinematografico di uno dei più celebri picchiaduro di tutti i tempi, Street Fighter II (più precisamente della “variante” Super Street Fighter II Turbo). Prodotto dal Group TAC, noto per la sua maestria nell’animazione, il film è diventato un’icona nel suo genere, tanto che ancora oggi viene ricordato con affetto da chi lo ha vissuto in quegli anni.

La storia di Street Fighter II: The Animated Movie ha inizio con un preludio che incanta: una lotta tra due figure imponenti, Ryu, il solitario artista marziale giapponese, e Sagat, il colosso della Muay Thai. In un luogo indefinito, immersi in una notte tempestosa, i due si fronteggiano in una battaglia feroce, un duello che culmina in un’epica esplosione di energia quando Ryu sfodera il suo Hadouken. Ma in questa scena, ricca di tensione e potenza, c’è qualcosa di più di un semplice scontro fisico: un Cyborg, silenzioso osservatore, raccoglie dati su Ryu, preparando così il terreno per le intricate vicende che seguiranno.

Il film si sviluppa in un intreccio avvincente, popolato da un cast di personaggi iconici, ciascuno dei quali rappresenta un frammento dell’universo di Street Fighter II. L’oscura e temibile organizzazione Shadowlaw, guidata dall’implacabile M. Bison, tesse le sue trame dietro le quinte, manipolando individui come Cammy White, un tempo agente dell’MI6, ora trasformata in una spietata assassina senza memoria. Di fronte a questa minaccia, l’Interpol decide di intervenire, inviando l’agente Chun-Li a collaborare con Guile, il capitano dell’aeronautica statunitense, un uomo determinato e dal cuore ferito, ma anche lui mosso da un desiderio di vendetta.

Uno degli aspetti più affascinanti del film è la cura con cui sono state realizzate le scene di combattimento, coreografate da Kazuyoshi Ishii, fondatore del K-1, e dal lottatore Andy Hug. Ogni scontro è un’opera d’arte dinamica, dove la precisione dei movimenti e l’intensità delle emozioni si fondono in un’esplosione visiva che cattura l’essenza stessa del videogioco. Ryu viaggia per il mondo, affrontando avversari come Fei Long in Cina e Edmond Honda in India, mentre Guile e Chun-Li cercano di svelare i misteri dietro la Shadowlaw, in una corsa contro il tempo che li porterà a scontrarsi con guerrieri formidabili come Vega, Balrog e lo stesso Sagat.

Dietro le quinte, la realizzazione del film fu un’avventura altrettanto epica. La produzione, inizialmente affidata a Masashi Ikeda, fu sconvolta da un improvviso cambio di regia quando Ikeda abbandonò il progetto a causa di dissapori con Capcom. A quel punto, il Group TAC si trovò a fronteggiare una crisi, ma l’intervento di Gisaburō Sugii, noto per il suo lavoro su Touch – Prendi il mondo e vai, salvò il film dal naufragio. Sugii, con la sua esperienza e visione, riuscì a riorganizzare il team, triplicandone le forze e dividendo il lavoro tra tre squadre che, in soli sei mesi, riuscirono a completare il film, un’impresa quasi sovrumana nel mondo dell’animazione.

La sceneggiatura fu un altro punto cruciale della produzione. Sugii, non essendo un grande conoscitore di Street Fighter, chiamò in suo aiuto Takuji Endo, un amico e appassionato del videogioco, che lavorò come assistente alla regia, apportando quelle conoscenze e dettagli necessari per rendere giustizia ai personaggi e alle loro storie. Endo, che in precedenza aveva lavorato a Sakigake!! Otokojuku, contribuì a creare un film che rispettasse lo spirito e l’energia del gioco originale, unendo l’azione frenetica a una narrazione avvincente. Nonostante le difficoltà, il film riuscì a portare sul grande schermo tutti i personaggi del gioco, ognuno dei quali esibiva le proprie caratteristiche uniche e le tecniche di combattimento distintive. La rappresentazione di Chun-Li, in particolare, fu oggetto di discussione tra i produttori, che la volevano più “carina” e minuta, e il leggendario character designer Akiman, che invece difese la necessità di mantenerla forte e muscolosa, in linea con la sua natura di combattente.

L’uscita del film in Occidente fu accompagnata da modifiche significative. Alcune scene, come quella ormai famosa della doccia di Chun-Li, furono censurate, mentre i dialoghi furono riscritti e la colonna sonora originale, caratterizzata dal brano Itoshisa to Setsunasa to Kokoro Zuyosa to di Ryoko Shinohara, fu sostituita con canzoni di gruppi metal come Korn e Alice in Chains. Questi cambiamenti, pur controversi, non intaccarono il successo del film, che incassò 700 milioni di yen, un risultato notevole considerando la distribuzione limitata.

Street Fighter II: The Animated Movie aprì la strada a una serie di lungometraggi ispirati ai picchiaduro, contribuendo a consolidare il legame tra il mondo dei videogiochi e quello dell’animazione. Per gli appassionati, il film rimane un’opera fondamentale, un ponte tra due universi che hanno segnato l’immaginario di un’intera generazione. L’estate del 1994, per chi c’era, non fu solo un momento di passaggio tra epoche videoludiche, ma anche l’inizio di un’avventura cinematografica che avrebbe continuato a vivere nei cuori degli spettatori per molti anni a venire.

Maria Merola

Maria Merola

Laureata in Beni Culturali, lavora nel campo del marketing e degli eventi. Ama Star Wars, il cosplay e tutto ciò che riguarda il mondo del fantastico, come rifugio dalla realtà quotidiana. In particolare è l'autrice del blog "La Terra in Mezzo" dedicato ai miti e alle leggende del suo Molise.

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