Stray Gods: The Roleplaying Musical è un esperimento interessante, ma abbastanza fallimentare. E non solo. La versione per Nintendo Switch è così piena di bug e problemi tecnici che rischia di farti sbottare e lanciare la console contro il muro. Nonostante un cast di doppiatori, scrittori e musicisti eccezionale, il gioco non riesce a superare i suoi difetti e ci propone un’esperienza che sembra banale e già vista mille volte. L’unica cosa che si salva è la grafica dei personaggi, ma purtroppo non basta a compensare il resto.
La musica è al centro di Stray Gods e, per questo, Summerfall Studios ha chiamato il “mago” dei compositori Austin Wintory (Journey, Abzu, The Pathless) per creare le sue melodiche tracce. Il cast di doppiatori è straordinario, ma sembra che alcuni di loro abbiano deciso di mettersi in modalità “noia” e di fare una performance piatta e senza emozioni. Il risultato è un po’ deludente. La scrittura, invece, è stata affidata a David Gaider, che ha lavorato su giochi come Dragon Age. Peccato che si sia dimenticato di scrivere una trama originale.
La storia di Stray Gods: The Roleplaying Musical ruota intorno a un mistero omicidio che si sviluppa in un mondo di fantasia contemporaneo. La protagonista, Grace, si trova coinvolta in una serie di eventi strani dopo che una cantante misteriosa muore e trasferisce i suoi poteri a lei. Ora Grace deve indagare sui membri del pantheon greco per provare la sua innocenza entro una settimana, altrimenti rischia la condanna a morte. La trama è così poco originale che si può indovinare il colpevole fin dall’inizio e gli sviluppi sono così scontati che sembra di rivivere sempre le stesse storie. Insomma, nulla di nuovo all’orizzonte.
I personaggi, invece, sono un’altra storia. Alcune narrazione sono ben delineate (come quella di Afrodite), ma altre sembrano semplicemente buttate lì senza uno scopo. La protagonista stessa sembra non evolversi né crescere veramente nel corso del gioco, e molte delle sue avventure sembrano solo un insieme casuale di eventi senza una vera direzione. Inoltre, ci sono troppe linee di dialogo inutili che solo rallentano il ritmo del gioco. L’unica che brilla davvero è l’amica Freddie, che riesce ad oscurare Grace con la sua interpretazione vivace e coinvolgente.
L’aspetto musicale di Stray Gods: The Roleplaying Musical aveva un grande potenziale, ma purtroppo non viene sfruttato appieno. Le canzoni sono ben fatte solo quando hanno una melodia chiara e memorabile, ma spesso il suono diventa confuso e poco interessante. Inoltre, la mescolanza audio è altalenante e il volume varia in modo incoerente. Purtroppo, l’idea di utilizzare la musica per far esprimere i sentimenti dei personaggi non viene sfruttata a pieno e l’interazione tra i componenti audio e visivi è carente.
Dal punto di vista visivo, Stray Gods: The Roleplaying Musical sembra un libro a fumetti animato, con belle illustrazioni e un’attenzione ai dettagli. Ma purtroppo l’animazione è statica e non riesce ad esprimere appieno l’emozione dei personaggi. Le canzoni più piacevoli si basano sulle scelte fatte dal giocatore, ma purtroppo non sono abbastanza per salvare il gioco dall’essere mediocre.
Infine, parliamo dei problemi tecnici. La versione per Nintendo Switch ha così tanti bug che sembra un campo di insetti. I modelli dei personaggi sono sfocati e spesso il gioco va in crash, costringendo il giocatore a ripetere alcune sezioni. Inoltre, abbiamo incontrato un bug che ci ha impedito di finire il gioco. Insomma, una situazione tutt’altro che ideale per un titolo su una console Nintendo.
In conclusione, Stray Gods: The Roleplaying Musical è un esperimento fallito. Nonostante i suoi pregi, il gioco non riesce a superare i suoi difetti e finisce per sembrare banale e poco originale. L’unica cosa che si salva è la grafica dei personaggi, ma purtroppo non basta a compensare il resto. E con i numerosi problemi tecnici della versione per Nintendo Switch, è meglio evitare questo gioco al momento.
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