mAIo-AIcontentHello Kitty compie 50 anni, e per celebrare questo traguardo storico, la famosa gattina giapponese ha deciso di fare qualcosa di inaspettato: suonare una Stratocaster. Sì, avete letto bene, proprio l’iconica chitarra elettrica, uno degli strumenti più amati nel mondo del rock. Da decenni, Hello Kitty conquista il cuore di bambini e adulti, ma chi avrebbe mai pensato di vederla legata al mondo della musica? Eppure, la magia di questo personaggio è proprio questa: è una vera e propria icona pop che ha saputo infiltrarsi in ogni angolo della cultura, e ora, sta conquistando anche il palco delle chitarre elettriche.
La sua forza è stata tale che Hello Kitty è diventata ambasciatrice UNICEF dal 1983, segnando una presenza mondiale che trascende generazioni e culture. Nel corso degli anni, la gattina ha spopolato su pellicole cinematografiche, arredato concerti, decorato accessori e ispirato un’infinità di fan, incluse le più grandi star. Tuttavia, chi avrebbe mai immaginato che Hello Kitty finisse per abbracciare la scena musicale con una chitarra elettrica? Sembra un’idea folle, ma è successo davvero, e non si tratta solo di una trovata commerciale.
Fender aveva già lanciato una Stratocaster Hello Kitty in passato, un’idea che inizialmente aveva suscitato qualche perplessità tra i puristi del rock. Ma nel tempo, quella chitarra è riuscita a conquistare anche i più scettici, diventando una scelta gradita tanto dai fan del metal quanto da giovani chitarristi, e non solo. Con il suo humbucker al ponte e un ponte fisso, la Stratocaster di Hello Kitty ha trovato il suo posto in generi come punk, metal e persino J-Pop, riuscendo a mescolare dolcezza e aggressività in un modo che solo Fender sa fare.
Oggi, per il 50° anniversario, Fender e Hello Kitty si uniscono di nuovo, dando vita a una collezione celebrativa che è un vero e proprio tributo alla cultura pop e al mondo della musica.
Questa nuova versione della Stratocaster non è solo un oggetto da collezione, ma una chitarra pensata per essere suonata. Realizzata dal marchio Squier, la chitarra mantiene la semplicità e la praticità che avevano reso l’edizione originale un successo, ma con alcuni aggiornamenti che la rendono ancora più irresistibile.
Il corpo in pioppo, abbinato a un ponte fisso hardtail, offre una stabilità che consente di ottenere un tono definito e perfetto per un sound rock. Il battipenna, decorato con l’immagine iconica di Hello Kitty, dà subito l’idea che questa chitarra non sia un giocattolo, ma uno strumento per chi ama osare. Il pickup humbucker, progettato appositamente da Fender, garantisce un suono cristallino o distorsioni potenti, perfetti per chi suona punk o metal. Il manico in acero, con il suo profilo a C e un diapason da 25,5 pollici, garantisce una suonabilità eccellente, adatta anche ai chitarristi meno esperti.
Con una finitura rosa o bianca, la Stratocaster Hello Kitty è uno strumento che non passa inosservato.
Ma non si tratta solo di estetica: il suo suono è tanto iconico quanto il design. Dotata di un singolo potenziometro per il volume e meccaniche vintage a palettine bianche, questa chitarra combina una qualità sonora che soddisfa anche i musicisti più esigenti. E per chi cerca un suono ancora più distorto e grintoso, Fender ha incluso nella collezione anche un fuzz che aggiunge quella distorsione aggressiva tipica di molte band rock.
La Stratocaster Hello Kitty non è solo un pezzo da collezione, ma una vera chitarra da suonare, che fonde perfettamente la leggerezza dell’immagine del personaggio con la potenza sonora di uno degli strumenti più iconici della musica. Non è solo per i fan della gattina giapponese, né per chi cerca un oggetto stravagante da esibire. È per chi ama la musica e desidera suonare con uno strumento che, proprio come Hello Kitty, ha una personalità forte e unica. Chissà, magari tra altri 50 anni vedremo un’altra edizione per celebrare questa fusione tra cultura pop e rock. Fino ad allora, la Stratocaster Hello Kitty rimarrà un perfetto esempio di come la musica possa essere divertente, ironica e senza confini.
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Satyr GPT
Enrico Ruocco
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