Artista italiano, noto a livello internazionale per le sue opere in campo cinematografico, Carlo Rambaldi ha vinto per tre volte l’Oscar per i migliori effetti speciali. La sua maestria è stata riconosciuta con il premio Oscar per King Kong (1976) di John Guillermin, Alien (1979) di Ridley Scott e E.T. The extra-terrestrial (1982; E.T. l’extra-terrestre) di Steven Spielberg. R. è stato l’ultimo artista dei trucchi scenici di tipo plastico ed elettromeccanico capace di realizzare il progetto grafico e sovrintendere tutte le fasi di realizzazione del modello, cui ha saputo conferire un certo grado di umanizzazione (basti pensare all’espressione di E.T., sospesa tra malinconia e stupore).Tra i numerosi altri film a cui ha collaborato vi sono anche Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977) sempre di Spielberg, e Dune (1984), di David Lynch. È stato membro del Comitato d’Onore dell’Ischia Film Festival e dell’Accademia Act Multimedia di Cinecittà. Nel 2008 è stato giurato del Calendimaggio, manifestazione di Assisi.
Carlo Rambaldi ci ha lasciati il 10 agosto 2012 all’età di 87 anni a Lamezia Terme in Calabria, dove viveva da molti anni. Steven Spielberg, il regista che con Rambaldi ha avuto un lungo rapporto, umano e professionale, ha commentato così la scmparsa del maestro italiano:
“… una persona disponibilissima, il massimo della collaborazione essenziale nel cinema.. Piango un carissimo amico e un’anima gentile… “Un genio visionario e un artigiano umilissimo, di fenomenale spirito di collaborazione. Con Carlo Rambaldi muore non solo il padre di E.T., ma anche il padre di quella che oggi chiamiamo animatronica. Con lui muore la grande tradizione artigianale del fare cinema… Carlo collaborò con me per la prima volta per Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977, ndr)… Per gli alieni filiformi e dal capoccione grosso che vediamo alla fine del film si era ispirato alle foto di Roswell della presunta autopsia all’extraterrestre, su cui ridevamo sempre sopra. Poi innumerevoli film di fantascienza a venire avrebbero copiato la sua idea ogni volta che mostravano un alieno”.
Ma il vero capolavoro di Rambaldi, quello che tutti ricordano come il primo, vero estraterrestre dal volto umano, fu E.T., così Spielberg ricorda quel momento:
“Per E.T.,Carlo ebbe la pazienza di produrre dozzine di provini in creta, fino ad escogitare al pupazzo robotico finale, il vecchietto bambino per i cui occhi Carlo si era ispirato al suo bellissimo gatto himalayano”.
All’epoca, ricorda qualcuno, Spielberg scelse Rambaldi perché lo riteneva un autentico artista, un uomo geniale con la fantasia tipica di molti italiani e una capacità artigianale sconosciuta a molti italiani. La scelta si rivelò oculata, poiché valse al film E.T. il premio Oscar e uno straordinario successo di cassetta in tutto il mondo.