Se i seguiti di Starship Troopers non hanno avuto un gran riscontro di pubblico il motivo è evidente: si tratta di film realizzati puntando tutto sulla spettacolarità, tralasciando ogni aspetto coerente in fase di sceneggiatura. Starship Troopers 3 – L’Arma Segreta conclude la trilogia fornendo una prova deludente, anche se non così disastrosa rispetto al secondo film della saga.
Ritroviamo Casper Van Diem (Il Mistero Di Sleepy Hollow, Alita – Angelo Della Battaglia) nei panni del sergente Rico, questa volta promosso a colonnello, ed eroe magnifico, supremo e perfetto. Il suo personaggio, ampiamente funzionante nel primo film, qui risulta borioso e vittima di un onore cieco, e soprattutto mai simpatico. Anche se non tutta la storia gira intorno alle sue gesta, la presenza di Casper Van Diem è una delle poche cose che tiene a galla la recitazione; questo insieme al lavoro fatto da Jolene Blalock, attrice che comunque il mondo dello spettacolo ha non a caso presto dimenticato.
La trama è sicuramente più elaborata rispetto al secondo capitolo, ma risulta fondamentalmente poco credibile e le sue carenze vengono a galla ben presto durante la proiezione. Quasi sempre ci troviamo di fronte a situazioni non credibili, difficilmente giustificabili anche in un film d’azione. Gli alieni sono fin troppo organizzati per essere privi di una qualsivoglia tecnologia, e sebbene certi spunti possano richiamare alcuni temi classici della fantascienza, la realtà è che non si riesce a dare credito quasi a nessun passaggio durante lo svolgimento del film. La cosa curiosa è che regia e sceneggiatura sono sulle spalle di Edward Neumeier, sceneggiatore del primo film che era stato realizzato benissimo.
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Scritto da Il Cobra
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