Il problema è che a differenza dei lavori precedenti 14 shades of grey non offre molte canzoni memorabili: difatti i brani si assomigliano un po’ tutti rimanendo nell’ambito di una ballata mid-tempo da cui sono ormai scomparsi i toni più aggressivi. Niente più ( o quasi) riff dal sapore decisamente metal e niente più voce urlata. Comunque ci sono canzoni che si fanno notare, come How about you, Zoe jane, dedicata dal cantante Aaron Lewis alla figlia appena nata, Intro, accompagnata da un arrangiamento orchestrale, Layne, in onore di Layne Staley, il cantante degli Alice in Chains recentemente scomparso, canzone che infatti ricorda molto da vicino la musica del gruppo di Seattle, ma soprattutto la splendida ballata So far away.
Bisogna segnalare come, nonostante il titolo dell’album indichi il contrario, i testi siano decisamente positivi e improntati ad un ottimismo che sinceramente non ricordavamo da parte di Lewis e soci. Forse vuol dire che proprio dopo i periodi più bui si apprezza quel che si ha e si capisce quanto si è fortunati. Il disco probabilmente conquisterà nuovi fans, ma allo stesso tempo allontanerà i vecchi ascoltatori, delusi dalla mancanza di sonorità toste.
Voto: 6,5
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