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La Spintria: la valuta complementare per i bordelli di Roma

Marziale chiamava la Spintria “lascivia numismata” e non a caso, la sprintria era infatti un gettone, coniato in rame, bronzo, stagno o piombo (raramente in argento), che nella maggior parte dei casi veniva usato nelle lupanare al posto della moneta per pagare le prestazioni sessuali. Su un lato era indicato il tipo di prestazione (raffigurata esplicitamente sul gettone) e, secondo alcune teorie, sull’altra faccia del gettone era indicato il prezzo espresso in Assi.

Sembra che nei secoli le spintriae siano state usate anche per altri scopi, ad esempio come gettoni di ingresso per occasioni ludiche riservate a piccoli gruppi e in questo caso il numero poteva corrispondere ad un posto assegnato, o addirittura come gettoni per giochi da tavola e il numero poteva corrispondere a quello di una casella. Dopo la caduta dell’impero romano, proprio per la loro particolarità, vennero coniate per il divertimento dei nobili e si ha testimonianza della loro circolazione in varie corti imperiali europee. Attualmente si conoscono diverse serie di spintriae che sono presenti nei più grandi musei del mondo, compresi i musei Vaticani. Un primo catalogo delle spintriae riporta quasi quattrocento gettoni diversi, i più antichi sono stati trovati negli scavi degli edifici (anche di epoca repubblicana) usati come lupanare.

di Annarita Sanna

Redazione

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