Negli anni Settanta, il panorama televisivo fantascientifico venne rivoluzionato da una serie che, ancora oggi, riesce a mantenere intatto il suo fascino: Spazio 1999. Ideata dai celebri Gerry e Sylvia Anderson, questa produzione britannica, coprodotta anche dalla Rai, fece il suo debutto sugli schermi nel 1975 e proseguì fino al 1977, lasciando un’impronta indelebile nell’immaginario collettivo di un’intera generazione. Oggi, grazie al lavoro di restauro di Rai Teche e ITV, la serie ritorna in versione HD su RaiPlay, regalando agli appassionati una nuova opportunità per riscoprire le avventure della Base Lunare Alpha e del suo coraggioso equipaggio.
La trama di Spazio 1999 si apre il 9 settembre 1999, quando il comandante John Koening, interpretato dall’attore Martin Landau, assume il comando della base lunare Alpha. La missione? Esplorare un nuovo pianeta recentemente scoperto. Ma solo pochi giorni dopo, il 13 settembre, un catastrofico incidente presso i depositi di scorie nucleari lunari provoca un’esplosione devastante, causando il distacco della Luna dall’orbita terrestre. Da quel momento, la base Alpha e i suoi abitanti si ritrovano alla deriva nello spazio, in una ricerca disperata di un nuovo pianeta su cui insediarsi. Ogni episodio rappresenta una tappa di questa epica odissea, dove gli abitanti della base si scontrano con misteriose forme di vita aliene e fenomeni cosmici sconosciuti.
Uno degli aspetti che hanno reso Spazio 1999 un fenomeno cult è senza dubbio l’estetica visiva. Le iconiche navicelle spaziali “Aquila” e la dettagliata progettazione degli interni della base lunare sono il risultato del lavoro di Brian Johnson, già collaboratore di Stanley Kubrick in 2001: Odissea nello spazio. L’artigianalità degli effetti speciali, realizzati con modelli in scala e miniature, ha saputo creare un universo visivamente credibile e affascinante, lontano dagli effetti digitali che oggi dominano il cinema. Questo tipo di lavorazione, spesso definito come “effetti speciali pratici”, ha un fascino intramontabile che oggi, nel contesto della computer grafica, suscita una nostalgia per l’era analogica della fantascienza.
Riguardare Spazio 1999 in alta definizione è un’esperienza che permette di apprezzare nuovamente dettagli che altrimenti sarebbero stati persi con il passare del tempo. Grazie al restauro, non solo la qualità delle immagini è stata migliorata, ma anche l’audio è stato rimasterizzato per offrire una visione ottimale sia nella versione italiana che in quella originale inglese. La colonna sonora, composta da Vic Elmes e Barry Gray, contribuisce a creare quell’atmosfera epica e misteriosa che ha reso la serie tanto amata.
Ma oltre agli effetti speciali e all’ambientazione, Spazio 1999 ha conquistato il cuore dei telespettatori per i suoi personaggi. Il comandante John Koening, interpretato da Martin Landau, e la dottoressa Helen Russell, portata sullo schermo da Barbara Bain, formano una coppia iconica sia nella serie che nella vita reale. Al loro fianco, personaggi come lo scienziato Victor Bergman e il comandante Alan Carter arricchiscono il quadro narrativo. Nella seconda stagione, entra in scena anche l’aliena Maya, interpretata da Catherine Schell, che aggiunge un tocco esotico e misterioso alle dinamiche della base.
Con le sue due stagioni di 24 episodi ciascuna, Spazio 1999 ha segnato un’epoca non solo per i fan della fantascienza, ma anche per la televisione britannica e italiana. La prima stagione, frutto dell’ultima collaborazione tra Gerry e Sylvia Anderson, è considerata la più costosa mai realizzata fino a quel momento. La seconda stagione, realizzata in collaborazione con il produttore americano Fred Freiberger, ha introdotto nuovi elementi, rendendo la serie più accessibile anche al pubblico internazionale.
Il restauro di Spazio 1999 su RaiPlay rappresenta non solo un tributo a una delle serie televisive più influenti degli anni Settanta, ma anche un’occasione per le nuove generazioni di scoprire un pezzo di storia della fantascienza. Come ha sottolineato Andrea Sassano, direttore di Rai Teche, l’impegno nel preservare e valorizzare il patrimonio televisivo italiano è una missione fondamentale, e la disponibilità di Spazio 1999 in HD è il risultato di questo lavoro. Anche Elena Capparelli, direttrice di RaiPlay, ha espresso soddisfazione per il fatto che la serie possa raggiungere un pubblico nuovo, oltre a permettere ai fan storici di rivivere le avventure della base lunare Alpha in una qualità mai vista prima.
Con Spazio 1999, il pubblico non solo torna indietro nel tempo, ma si immerge in un affascinante universo retrofuturistico. Gli interni della base lunare, con i loro schermi a tubo catodico e i pannelli di controllo pieni di pulsanti colorati, offrono un’estetica che oggi definiamo nostalgica, ma che negli anni Settanta rappresentava il culmine dell’innovazione tecnologica. La serie, con il suo mix di avventura, mistero e riflessione esistenziale, continua a ispirare e a far sognare.
In definitiva, Spazio 1999 è molto più di una serie televisiva. È un’esperienza visiva e narrativa che ha attraversato i decenni, mantenendo intatto il suo fascino e conquistando nuove generazioni di spettatori. Grazie alla disponibilità su RaiPlay in versione restaurata, possiamo continuare a esplorare le galassie lontane con il comandante Koening e il suo equipaggio, alla scoperta di nuovi mondi e di nuovi orizzonti della fantascienza.
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