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La seconda stagione di Sono Lillo – Risate, sorprese e comicità italiana rinnovata

La seconda stagione di Sono Lillo è arrivata su Prime Video, portando con sé un mix di risate esilaranti, disavventure inaspettate e un cast stellare che dà nuova linfa alla comicità italiana. Diretta da Eros Puglielli, la serie riprende il filo della storia di Lillo Petrolo, che torna a vestire i panni di Sergio, il comico alle prese con il fardello del suo alter ego Posaman, un personaggio che sembra non volerlo lasciare mai.

La trama di Sono Lillo 2 si sviluppa con nuovi e assurdi colpi di scena: Sergio scopre che i diritti d’immagine del suo personaggio sono stati ceduti per un kolossal cinematografico che lo dipinge come un supereroe camorrista, un film che rischia di danneggiare la sua carriera e la sua reputazione. A questa scoperta si aggiungono altre complicazioni, tra cui il ritorno di Marzia dal Giappone, maledizioni, varchi dimensionali e, naturalmente, i consueti drammi esistenziali che segneranno le sue vicende. In questo nuovo capitolo, la comicità di Sergio si intreccia con un racconto che diventa via via più surreale e, a tratti, anche più riflessivo.

Accanto a Lillo, il cast di Sono Lillo 2 è una vera parata di talenti della commedia italiana. Il regista Eros Puglielli riesce a dar vita a una serie che, pur seguendo una struttura che potrebbe sembrare già vista, riesce a sorprendere e rinnovare la comicità nostrana. La scelta di introdurre un espediente narrativo in cui ogni episodio vede un comico diverso impegnato in un breve monologo è una trovata brillante che aggiunge freschezza alla serie. Da Maccio Capatonda a Nino Frassica, passando per Max Angioni, Brenda Lodigiani, Herbert Ballerina e Giovanni Vernia, il cast di guest star non delude mai, offrendo momenti che esulano dalla classica formula della sitcom italiana.

Tuttavia, non tutto funziona perfettamente. Sebbene la presenza di Lillo come protagonista sia sempre centrata, la sua performance in alcuni momenti sembra un po’ troppo ripetitiva, soprattutto nei suoi gesti e nella mimica facciale, che appaiono in alcuni frangenti statiche e poco evolute. Questo aspetto risalta soprattutto quando messo a confronto con la freschezza dei suoi colleghi di cast, che, a parte qualche eccezione, dimostrano un livello di versatilità maggiore. In particolare, Pietro Sermonti, Sara Lazzaro e Katia Follesa riescono a portare sullo schermo personaggi vivaci e dinamici, donando una spinta ulteriore alla trama.

Il vero punto di forza di questa stagione, però, è la capacità di inserire riferimenti alla cultura nerd e di mescolare, in modo sorprendente, elementi comici con satira sociale. La tematica del multiverso viene trattata con un’ironia leggera, giocando su universi paralleli in cui esistono altri “Lillo” e in cui tutto è possibile. Inoltre, la serie non si fa mancare una critica divertente ma affilata agli imprenditori del mondo dell’informazione, un tema che, per quanto inserito in modo scherzoso, risuona particolarmente con le dinamiche del nostro tempo.

Al centro di questo turbine di eventi c’è il personaggio di Posaman, che, purtroppo, sembra aver esaurito da tempo la sua verve. La storia del supereroe che Lillo ha creato è diventata forse troppo ripetitiva, e la speranza che questa stagione possa essere l’ultima volta che vediamo il personaggio in azione è palpabile. La comicità di Posaman, pur divertente nei primi tempi, rischia di diventare più un fardello che una risorsa, e la sua presenza in Sono Lillo 2 sembra confermare che il personaggio abbia ormai raggiunto il suo apice e meriti una conclusione dignitosa.

Ciò nonostante, la serie riesce a mantenere un buon livello di intrattenimento, con una trama che scorre via piacevolmente grazie anche ai colpi di scena ben ideati, che strappano qualche sorriso e tengono alta l’attenzione. La presenza di ospiti come Silvan, che interpreta se stesso, è una chicca che dà un tocco di classe alla stagione e contribuisce a mantenere il tono spensierato e irriverente che ha contraddistinto il suo predecessore.

Sono Lillo 2 si rivela quindi una serie che, pur con qualche limite, riesce a divertire senza troppe pretese, regalando momenti di comicità pura ma anche spunti di riflessione su temi contemporanei. La sua capacità di mescolare leggerezza e profondità, senza mai prendersi troppo sul serio, è uno degli aspetti che la rendono piacevole da guardare. Se non si hanno troppe aspettative, si potrà trascorrere qualche ora sul divano con il sorriso sulle labbra, anche se, probabilmente, non ci saranno motivi per saltare in piedi e gridare al miracolo.

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