La serie Solo Leveling, un vero e proprio fenomeno che ha travolto l’universo degli anime giapponesi e dei manga web, approda sul grande schermo con il film Solo Leveling -ReAwakening-, un’opera che non si limita a narrare gli eventi della prima stagione dell’anime, ma che offre anche un’anteprima entusiasta con i primi due episodi della seconda stagione, prevista per gennaio 2025. È difficile non farsi coinvolgere da questa storia di avventure, poteri sovrumani e dungeon misteriosi, ma, se ci si sofferma a riflettere, è anche facile cogliere le contraddizioni e le criticità che affiorano durante la visione.
La trama di Solo Leveling -ReAwakening- porta lo spettatore in un mondo dominato dalla presenza di portali che collegano la Terra a dimensioni sconosciute, aprendo la strada alla nascita dei “cacciatori”, esseri dotati di poteri straordinari, in grado di affrontare le bestie mostruose che infestano i dungeon. Il protagonista, Sung Jinwoo, inizialmente un cacciatore di rango inferiore, subisce una radicale trasformazione dopo un doppio dungeon che lo rende l’unico capace di salire di livello. Da quel momento, la sua ascesa sembra non conoscere limiti.
Il film è prodotto da A-1 Pictures, con la regia di Shunsuke Nakashige e una colonna sonora firmata dal celebre Hiroyuki Sawano, noto per il suo lavoro su Attack on Titan. La musica è accompagnata dal contributo del gruppo K-pop TOMORROW X TOGETHER, che arricchisce ulteriormente la composizione. Seppure la parte tecnica – design dei personaggi e delle creature da Tomoko Sudo e Hirotaka Tokuda – sia di buon livello, il film non riesce a decollare in termini di profondità emotiva o di innovazione visiva. La sensazione che si prova è quella di una produzione che punta troppo a soddisfare i fan più accaniti, senza aggiungere niente di realmente nuovo a una storia che, seppur affascinante, soffre di un impianto narrativo molto classico.
La scelta di condensare in un unico lungometraggio le stagioni precedenti e due episodi in anteprima della seconda stagione è, come da tradizione giapponese, un’operazione che punta a un pubblico già familiare con il materiale originale. Solo Leveling -ReAwakening- si rivela infatti più un riassunto che un’opera cinematografica vera e propria, pensata per introdurre nuovi spettatori. Se da un lato è difficile non apprezzare l’occasione di rivivere gli eventi salienti della storia con animazioni migliori rispetto alla versione televisiva, dall’altro, la compressione forzata della narrazione finisce per sminuire l’impatto emotivo di certe sequenze cruciali, che in un lungometraggio ben costruito avrebbero avuto più spazio per evolversi.
Ma il vero punto critico del film risiede nel protagonista, Sung Jinwoo, la cui trasformazione da “cacciatore debole” a figura invincibile e spietata, purtroppo, non risulta particolarmente affascinante. Da un lato, l’eroe “figo” che si lamenta della propria condizione, ma che non perde mai il controllo della situazione, incarna un tipo di protagonista che sembra rispondere a una formula ben collaudata nel mondo degli anime shounen. Ma, dall’altro, è difficile non notare che il suo viaggio interiore, con la consapevolezza di essere un predestinato, resta superficiale e poco coinvolgente. Manca di quella tensione morale che dovrebbe rendere interessante un eroe destinato a scivolare nel lato oscuro, come abbiamo visto in altri grandi personaggi dell’animazione come Light Yagami, Lelouch Vi Britannia, o addirittura Eren Jaeger.
La trama, seppur densa di colpi di scena, non riesce a mettere mai davvero in difficoltà Jinwoo. La sua ascesa sembra tanto inevitabile quanto noiosa, alimentata dalla sua continua frustrazione e da un mondo che gli fornisce, in qualche modo, sempre il potere per prevalere. La sua vittoria su ogni antagonista, anche quando sembra giustificata, rischia di risultare un mero atto di rivalsa contro un sistema che lo protegge, senza che ci sia mai un vero e proprio scontro emozionante. La formula dell’eroe che si “piange addosso” mentre diventa sempre più potente è interessante sulla carta, ma nella pratica manca di quella complessità psicologica che avrebbe potuto rendere davvero coinvolgente il personaggio.
Non posso fare a meno di notare, infine, una nota dolente nell’edizione italiana del film. Le numerose schermate di testo in inglese, che spiegano i vari aspetti del sistema di gioco che regola i dungeon, sono una vera e propria barriera per chi non possiede una perfetta conoscenza della lingua. In alcuni casi, le schermate vengono mostrate a velocità troppo elevata, privando parte del pubblico di informazioni cruciali per seguire la trama. Una scelta discutibile che minaccia di compromettere l’esperienza di visione per gli spettatori meno esperti.
In conclusione, Solo Leveling -ReAwakening- è un film che affascina principalmente i fan già legati alla serie, ma che difficilmente riuscirà a conquistare chi si approccia per la prima volta al mondo di Jinwoo. La sua struttura cinematografica, pensata per riassumere le stagioni precedenti, fa il suo lavoro, ma non regala mai quei momenti di grande impatto che ci si aspetterebbe da una produzione di questo tipo. Le animazioni, pur di buona fattura, non riescono a mascherare una trama che fatica a decollare e un protagonista che non convince pienamente. È, in fondo, una storia di un eroe che, pur crescendo in potenza, non riesce a trovare quella complessità morale che lo renderebbe davvero indimenticabile.
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