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Sogni o non sogni? La scienza svela perché alcuni si ricordano tutto e altri… nulla!

Ti sei mai svegliato con la sensazione di aver vissuto un’avventura incredibile, ma senza riuscire a ricordare nulla? Oppure, al contrario, riesci a ricordare ogni dettaglio dei tuoi sogni come se fossero scene di un film? La scienza ha finalmente svelato il mistero dietro questa affascinante differenza e la risposta è più complessa di quanto si possa pensare!

Non si tratta solo di fortuna. Uno studio condotto dalla Scuola IMT Alti Studi di Lucca ha scoperto che il ricordo dei sogni dipende da una combinazione di fattori psicologici, cognitivi e ambientali. Tra questi, un elemento chiave è l’atteggiamento nei confronti dei sogni: chi li considera interessanti e significativi ha maggiori probabilità di ricordarli. La tendenza a “divagare” con la mente durante il giorno, il cosiddetto “mind-wandering”, gioca un ruolo cruciale. Le persone che si lasciano andare ai propri pensieri e immaginazioni sembrano più predisposte a trattenere i ricordi onirici al risveglio.

Anche la qualità del sonno ha un impatto decisivo. Il sonno leggero, ad esempio, favorisce il ricordo dei sogni rispetto al sonno profondo. Questo potrebbe spiegare perché alcuni individui riescono a riportare alla mente i propri sogni con estrema facilità mentre altri fanno più fatica. Inoltre, l’età incide in modo significativo: i giovani tendono a ricordare i sogni con maggiore frequenza rispetto agli anziani. Ma c’è di più! Anche la stagione ha un effetto sul ricordo onirico: in primavera si ricordano più sogni rispetto all’inverno, probabilmente a causa delle variazioni nei ritmi circadiani e nella durata del sonno.

Lo studio, che ha coinvolto oltre 200 persone, ha utilizzato un approccio multidisciplinare per analizzare il fenomeno: registrazioni vocali, monitoraggio del sonno tramite dispositivi indossabili e test psicologici hanno permesso ai ricercatori di ottenere dati preziosi sulle dinamiche del ricordo onirico. I risultati confermano che non si tratta semplicemente di una predisposizione personale o di fortuna, ma di un processo complesso e influenzato da molteplici fattori.

Cosa significa tutto questo? La ricerca dimostra che, pur non esistendo una formula magica per ricordare i propri sogni, è possibile allenare la mente a prestarvi maggiore attenzione. Chi desidera migliorare il ricordo onirico può iniziare con semplici accorgimenti: tenere un diario dei sogni, riflettere sulle esperienze oniriche al risveglio e sviluppare un atteggiamento più aperto e curioso verso il mondo dei sogni.

Dopotutto, il cervello è un universo ancora in gran parte inesplorato, e ogni notte ci offre un biglietto d’ingresso gratuito in un mondo parallelo fatto di simboli, avventure e messaggi nascosti. Chissà quali segreti si nascondono nei sogni che non ricordiamo!

E tu, ti ricordi i tuoi sogni? 💭

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Elce, V., Bergamo, D., Bontempi, G. et al. The individual determinants of morning dream recall. Commun Psychol 3, 25 (2025). https://doi.org/10.1038/s44271-025-00191-z

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maio

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Massimiliano Oliosi, nato a Roma nel 1981, laureato in giurisprudenza, ma amante degli eventi e dell'organizzazione di essi, dal 1999 tramite varie realtà associative locali e nazionali partecipa ad eventi su tutto il territorio nazionale con un occhio particolare al dietro le quinte, alla macchina che fa girare tutto.

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