Sigle Cartoon… non solo per bambini!

La creazione  e la realizzazione di una sigla per cartoni animati, non è qualcosa di così semplice e immediato come si potrebbe credere. La sonorizzazione di un cartone avviene sulla colonna internazionale, materiale audio fornito dal distributore della casa madre. A questa colonna, con effettistica sempre uguale, viene aggiunto il cantato nella lingua del paese distribuzione.

Per la sonorizzazione si impiegano circa 15-20 giorni per un film d’animazione (nella quale da parte della Walt Disney c’è la tendenza a inserire interpreti famosi, per rendere la colonna sonora accattivante, radiofonico), mentre per le serie, di massimo 30 puntate, si impiegano 20-30 giorni, con un budget limitato e spesso di qualità inferiore. La sonorizzazione è costituita dal doppiaggio e dal commento sonoro, per la quale spesso si hanno difficoltà a causa della distanza geografica, nel senso che c’è la tendenza a non rappresentare suoni tipici del paese d’origine: non a caso molti suoni giapponesi, nelle edizioni italiane, vengono cancellate perché reputate troppo lontane dalla cultura occidentale.

 

Comporre una sigla, che deve avere una durata massima di  un minuto e trenta, è un’operazione laboriosa: nelle produzioni italiane, si parte dal  suono del titolo  (per esempio “Guru Guru” che ha un forte senso ritmico). Invece in cartoni animati provenienti dall’ estero si parte direttamente dalle immagini che andranno a comporre la sigla e che verranno fornite al compositore, il quale, su queste, adatterà il ritmo e le parole: ciò presenta un vincolo perché, anche nel caso in cui sarebbe più idonea una sigla molto ritmata, si potrebbe essere costretti a rallentarla per poter rispettare la sequenza delle immagini.

 

Questo è alla base del componimento, ma vi sono dei parametri, chiamate “regole empatiche”, che i compositori di sigle sono chiamati a rispettare: per cartoni animati rivolti ad un pubblico femminile sarà più idonea l’utilizzo di una voce dello stesso  sesso,  o al limite una voce maschile in falsetto. Le voci saranno alleggerite, portandole in testa, oppure verranno utilizzati i bambini stessi, anche se più difficili da gestire per quanto concerne l’intonazione. Molti suoni, non rappresentativi della nostra cultura sono banditi, come anche le frequenze basse comprese tra 60 e 120 hertz, ritenute ansiogene. Inoltre è stata compilata una vera e propria lista di parole da evitare all’interno dei testi delle sigle (ad esempio: popolo, chiesa, femmina ecc. ). Tutto ciò sicuramente limita molto le possibilità creative di chi compone, ma ci rende consapevoli di una cosa: il processo che deve compiere una sigla prima di giungere sul piccolo o sul grande schermo, implica  profonde competenze musicali, psicologiche.
Questo dipende dal fatto che c’è un referente ben preciso a cui dovere rendere conto : i bambini, bambini che con la loro fantasia sono in grado di dar luogo a fantastici mondi dell’immaginazione, in grado di dare vita con un soffio di fantasia e di colore ad una realtà nuova fatta di magia, di eroi che sconfiggono il male. Perché infondo i cartoni hanno proprio questo scopo, proiettare in un modo immaginario i nostri desideri, realizzare con una bacchetta magica situazioni a dir poco incredibili. Questo sta a sottolineare la grande responsabilità che coloro che lavorano nel mondo dei cartoon hanno dinnanzi ad un destinatario spesso ingenuo, non capace di filtrare la realtà circostante, ma che accoglie in modo indistinto tutto ciò che il mondo esterno gli offre. Per questo il mondo dell’animazione dovrebbe essere considerata a pieno titolo una vera e propria forma d’arte, non solo un scenario riservato ai più piccoli, anche perché  la realtà delle cose, ci mostra esattamente il contrario: un mercato in continua evoluzione e che interessa sempre di più figure professionali che mettono al servizio il loro sapere per innalzare la qualità di quest’ambito. Perché i bambini di oggi saranno gli uomini di domani.

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