L’ultimo capolavoro del Maestro dell’animazione giapponese Hayao Miyazaki “Si alza il vento” (The Wind Rises) fonde le storie vere di Jiro Horikoshi, progettista dell’aereo da combattimento “Zero”, e lo scrittore Tatsuo Hori, autore dell’omonimo racconto The Wind Rises, facendone un solo individuo, “Jiro”, il protagonista del film che descrive la gioventù giapponese degli anni ’30 con lo stile poetico e delicato che contraddistingue il regista.
Nel periodo Taisho della storia giapponese (1912-1926), un ragazzo di campagna, Jiro appunto, sogna di volare e progettare aeroplani ispirandosi al famoso ingegnere aeronautico italiano Gianni Caproni. Miope fin dalla giovane età e pertanto impossibilitato a diventare pilota, nel 1927 entra a lavorare in una delle principali società giapponesi di ingegneria aeronautica. Il suo talento è presto riconosciuto e cresce fino a farlo diventare uno dei progettisti aeronautici più affermati al mondo, arrivando a creare un aereo meraviglioso che lascerà un segno nella storia dell’aviazione: il Mitsubishi A6M1, più conosciuto come aereo da combattimento ‘Zero’.
Il Maestro Miyazaki ha così descritto il lungometraggio:
“… È un’opera inusuale di assoluta finzione che descrive la gioventù giapponese degli anni ’30 … è la storia di un individuo dedito al suo lavoro, che ha perseguito tenacemente il suo sogno. I sogni contengono un elemento di pazzia, e questo aspetto “velenoso” non può essere nascosto. Desiderare ardentemente qualcosa di troppo bello può distruggere. Jiro sarà distrutto e sconfitto, la sua carriera di progettista interrotta, ma resta un uomo di grande originalità con un talento non comune”.
Una delle cose che rendono “Si alza il vento” un film così toccante è il modo in cui Miyazaki ha rappresentato la vita di Jirō. Il personaggio è un uomo molto riservato, dotato di grande intelligenza e sensibilità. Nonostante le difficoltà che incontra, ha una determinazione ferrea che lo porta a raggiungere il suo obiettivo. Inoltre, il film è anche una riflessione sulle conseguenze della guerra e sulla tensione politica che attraversava il Giappone dell’epoca. Infatti, una delle tematiche principali del film è l’etica della costruzione degli aerei da guerra. Jirō è consapevole del fatto che l’aeroplano che sta costruendo sarà utilizzato per fare la guerra, ma la sua visione artistica lo porta ad apprezzare l’aereo come una forma d’arte, un’opera tecnica sublimata dall’estetica.
Tutto ciò che succede intorno a Jirō è accompagnato da un’atmosfera magica che Miyazaki riesce a creare attraverso animazioni e paesaggi mozzafiato. I disegni del film sono stati realizzati a mano, con un livello di dettaglio incredibile. Ogni singola animazione è curata nei minimi dettagli, come se fosse una vera opera d’arte.
La fama di Hayao Miyazaki è prevalentemente legata al suo essere un regista di film per l’infanzia. Disegnatore straordinario, nel 1985 fonda con il suo mentore Isao Takahata lo Studio Ghibli. Con La città incantata (2001) supera ogni record al box office giapponese e conquista una lunga serie di premi e riconoscimenti, inclusi l’Orso d’oro alla Berlinale nel 2002 e l’Oscar come miglior film d’animazione nel 2003, mentre nel 2005 alla Mostra di Arte Cinematografica di Venezia viene onorato con il Leone d’oro alla Carriera. Tra gli altri capolavori firmati dall’autore ricordiamo Il castello nel cielo (1986), Il mio vicino Totoro (1988), Kiki consegne a domicilio (1989), Porco Rosso (1992), Ponyo sulla scogliera (2008). Tra le varie attività di Hayao Miyazaki si annoverano la pubblicazione di alcune raccolte di poesie, saggi e disegni e la progettazione di diversi edifici di prestigio, tra i quali il Museo Ghibli e il Mitaka nel Inokashira Park di Tokyo.