La recensione della prima stagione di Shōgun

Giappone, 1600. La quiete dell’alba è rotta da echi di guerra civile, e le coste dell’isola nipponica sono solcate da navi straniere. È in questo scenario tumultuoso che si ambienta “Shōgun”, l’attesissima serie evento di dieci episodi, adattamento dell’acclamato romanzo di James Clavell.  “Shōgun” è stata co-creata da Rachel Kondo e Justin Marks, e ci trasporta nell’epoca dei samurai, raccontando una storia di potere, onore e tradimento. Hiroyuki Sanada interpreta “Lord Yoshii Toranaga”, un nobile feudale che lotta per la sua vita mentre i suoi nemici nel Consiglio dei Reggenti si uniscono contro di lui. La scoperta di una misteriosa nave europea in un villaggio di pescatori porta nuove speranze: il suo pilota, l’inglese John Blackthorne (interpretato da Cosmo Jarvis), porta con sé segreti che potrebbero cambiare le sorti della guerra.

La vicenda di Toranaga si intreccia con quella di Blackthorne e di Toda Mariko (Anna Sawai), una nobildonna cristiana, che si trova a dover conciliare il suo ritrovato legame con Blackthorne, la sua fede e il suo dovere verso il padre defunto.

“Shōgun” non è una serie per deboli di cuore. La sua rappresentazione fedele della sanguinaria lotta intestina tra i signori feudali Ishido e Toranaga è affascinante quanto complessa. La serie narra le vicende del marinaio britannico John Blackthorne, naufragato sulle coste giapponesi mentre tentava di aprire nuovi accordi commerciali tra Inghilterra e Giappone, trovandosi invece coinvolto in una feroce battaglia per il titolo di Shōgun.

Una delle peculiarità più affascinanti di questa produzione è la scelta dei creatori Kondo e Marks di girare quasi interamente in giapponese. Questo approccio, mantenuto anche nella versione italiana, crea un netto contrasto tra i personaggi giapponesi e quelli occidentali, offrendo un’esperienza immersiva che, sebbene possa sembrare faticosa a causa dei sottotitoli, valorizza la musicalità della lingua giapponese e i suoi rituali.

Un Cast di Eccellenza

La serie vanta un cast giapponese di altissimo livello, senza precedenti per una produzione americana. Tra gli interpreti troviamo Tadanobu Asano nel ruolo del traditore Kashigi Yabushige, Hiroto Kanai come Kashigi Omi, il giovane leader del villaggio di pescatori, e Takehiro Hira nel ruolo del potente burocrate Ishido Kazunari. Le loro performance, insieme a quelle di Moeka Hoshi, Tokuma Nishioka, Shinnosuke Abe, Yuki Kura e Fumi Nikaido, contribuiscono a creare un affresco vivido e dettagliato del Giappone feudale.

Una Produzione di Alta Qualità

“Shōgun” è un prodotto crudo e realistico, che non esita a descrivere sanguinosi combattimenti e pratiche sessuali del periodo. La cura nella ricostruzione storica è evidente in ogni dettaglio, dagli ambienti ai costumi, grazie all’uso sapiente della grafica computerizzata e alla supervisione dei sei registi coinvolti.

“Shōgun” è una serie che richiede impegno, ma che offre in cambio un’esperienza esotica e affascinante. Per chi ama la storia giapponese e non teme la complessità dei sottotitoli, questa serie rappresenta un’opportunità unica per immergersi in un mondo lontano e affascinante. La qualità delle interpretazioni, la fedeltà storica e la profondità narrativa fanno di “Shōgun” una delle serie più interessanti dell’anno, capace di conquistare anche gli spettatori più esigenti.

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Shogun: la recensione

 

Scritto da MarcoF  

 

 

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