Cosa sono gli Shantak?

Gli Shantak, imponenti creature alate nate dalla fervida immaginazione di HP Lovecraft, abitano un universo oscuro e misterioso, il cui confine tra sogno e incubo è labile e inquietante. Questi esseri, descritti dallo scrittore di Providence come enormi uccelli dalle dimensioni titaniche, più grandi persino di un elefante, colpiscono l’immaginario del lettore con la loro natura grottesca e aliena. Non sono uccelli comuni, bensì ibridi dalle teste equine, un dettaglio che li rendono ancora più perturbanti. Le loro scaglie squamose riflettono la luce in un modo che ricorda i rettilinei, conferendo loro un’aura di impenetrabilità e di invulnerabilità. E, come se non bastasse, la loro voce è un cupo e linguaggio gutturale che sembra provenire dalle profondità stesse dell’universo, un’eco primordiale e inesplicabile.

Gli Shantak sono una presenza costante nelle regioni remote e desolate delle Lande Gelide, un’area delle enigmatiche Terre dei Sogni, una dimensione parallela alla realtà in cui i confini dello spazio e del tempo si piegano alla volontà delle forze cosmiche. In questo territorio dimenticato e ostile, essi sono cavalcature temute e rispettate dagli abitanti locali. Nonostante la loro maestosità, gli Shantak nutrono una paura ancestrale per i Nightgaunt, creatura altrettanto misteriose e sinistre che popolano le stesse terre. Questo timore sembra contraddire la loro natura, poiché gli Shantak sono associati a potenze cosmiche oscure e temibili, tra cui gli Altri Dei, entità malvagie e distanti, la cui volontà è insondabile per gli esseri umani. Tuttavia, il terrore che provano per i Nightgaunt trova forse la sua spiegazione nel ruolo di questi ultimi servitori del Dio Antico Nodens, un’entità opposta alle forze del caos e della distruzione.

La relazione degli Shantak con le divinità lovecraftiane è ambigua e complessa. Alcuni di questi esseri alanoidi sono noti per essere al servizio del Dio Esterno Nyarlathotep, una delle entità più malevole e astuta del pantheon lovecraftiano, capace di ingannare e manipolare gli esseri umani e divini con la sua astuzia ineguagliabile. Altri sono invece legati al Grande Vecchio Ithaqua, il dio del freddo e del vento, che regna sovrano sulle regioni ghiacciate e desolate della realtà e dei sogni. La loro asservimento a queste entità cosmiche ne fa strumenti di forze ben più grandi di loro, parte di un disegno che trascende la comprensione mortale.

Nonostante la loro associazione con il male e il caos, gli Shantak sono vulnerabili all’antico potere di Nodens, il Signore del Grande Abisso, una divinità benevola o, per lo meno, non malvagia, che caccia per sport le creature delle Terre dei Sogni . I Nightgaunt, agili e silenziosi come ombre, fungono da cani da caccia per Nodens, un fatto che potrebbe spiegare il terrore che gli Shantak nutrono per loro. È come se queste enormi creature, apparentemente invincibili, percepissero la loro posizione subordinata nel vasto schema cosmico, intrappolate in un gioco di forze a cui non possono opporsi.

Ne “La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath” (1926), uno dei racconti più complessi e affascinanti di Lovecraft, gli Shantak sono menzionati come creatura in grado di trasportare i viaggiatori attraverso l’immensità delle Terre dei Sogni. La loro apparizione sottolinea il contrasto tra l’esplorazione e il terrore, temi cardine della narrativa lovecraftiana, in cui ogni viaggio verso l’ignoto porta con sé la scoperta di orrori indicibili e verità cosmiche insostenibili. Cavalcare uno Shantak non è un’impresa priva di rischi: chi osa affidarsi a queste creature entra in contatto diretto con le forze più oscure dell’universo, rendendosi vulnerabile a un destino imprevedibile e spaventoso.

Gli Shantak, con la loro imponente presenza e la loro affiliazione con entità sovrannaturali, incarnano perfettamente l’essenza della mitologia lovecraftiana: l’idea che l’universo sia dominato da forze incomprensibili e indifferenti al destino umano. La loro descrizione, al tempo stesso evocativa e repellente, invita il lettore a confrontarsi con il terrore dell’ignoto, un tema che attraversa tutta l’opera di Lovecraft e che ha reso la sua mitologia tanto affascinante quanto angosciante.

Così, gli Shantak, con le loro ali scagliose e le teste da cavallo, continuano a volare nei cieli oscuri delle Terre dei Sogni, custodi di segreti proibiti e simboli di una paura primordiale che va oltre la semplice comprensione. Essi sono, in definitiva, creature nate dall’incubo, un incubo che Lovecraft ha saputo trasformare in arte, creando un universo in cui l’orrore non è solo esteriore, ma anche esistenziale.

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