Bonten Taro, pseudonimo di Kiyomi Ishii, è un nome che risuona come un’eco potente nel panorama del manga e della cultura giapponese. Un artista dalle molteplici sfaccettature, capace di attraversare confini artistici e sociali con la leggerezza di chi sa trasformare ogni esperienza in arte. Un uomo dalle mille vite, un vagabondo con “gli aghi nella mano destra e una chitarra nella sinistra”, come amava definirsi. Bonten Taro non è stato solo un mangaka iconico degli anni Settanta, ma anche un pioniere nel mondo del tatuaggio, un musicista enka, un dandy e persino un designer di moda. Ora, grazie a J-POP Manga, le sue opere trovano per la prima volta una voce in italiano, con la pubblicazione dell’antologia “Sex & Fury”.
Chi era veramente Bonten Taro? È difficile tracciare un profilo unico, tanto era poliedrica la sua vita. Nato nel 1928, Taro ha vissuto appieno le turbolenze del Giappone del dopoguerra. Si narra che sia stato in contatto con la yakuza, la mafia giapponese, e che proprio attraverso queste esperienze abbia forgiato un immaginario fatto di criminali, emarginati e ribelli. Autore di manga ma anche di tatuaggi, introduce in Giappone la tattoo machine, rivoluzionando un’arte millenaria che fino ad allora si praticava solo con tecniche tradizionali. Girava il Giappone come un moderno cantastorie, esibendosi come musicista enka, genere musicale che riflette la malinconia e la nostalgia di un paese in rapida trasformazione.
Il suo genio non si fermava al disegno o alla musica: con l’amico Kansai Yamamoto, uno dei più celebri stilisti giapponesi, si avventurò nel mondo della moda. Insieme creano abiti ispirati ai motivi dei tatuaggi tradizionali giapponesi. Tra le sue creazioni, la celebre veste da anello di Muhammad Ali, decorata con draghi e fiori di ciliegio, un omaggio alle radici culturali giapponesi e al tempo stesso una dichiarazione di modernità. Non era semplicemente un artista manga, ma un visionario capace di trasformare ogni aspetto della sua vita in una forma d’arte.
L’antologia “Sex & Fury” raccoglie alcune delle sue storie brevi più celebri, che condensano la sua poetica fatta di oscuro realismo e sensualità, con protagoniste femminili tanto affascinanti quanto pericolose. Storie che parlano di vendetta e redenzione, di crimini e desideri repressi, immerse in un’atmosfera grottesca ea tratti surreale. La raccolta include il racconto che ha ispirato l’omonimo film del 1973, divenuto un cult del genere Pinky Violence, una corrente cinematografica che esplora il tema della vendetta femminile con un mix di erotismo e violenza.
Bonten Taro, con il suo tratto grezzo e il suo approccio diretto, ha saputo raccontare un Giappone lontano dai canoni idealizzati, un mondo sotterraneo fatto di personaggi border-line, anime perdute e guerrieri della strada. Il suo stile, definito gegika, si opponeva al manga tradizionale, portando nelle pagine dei suoi fumetti un linguaggio visivo più maturo, crudo, quasi cinematografico. Era un autore capace di catturare la brutalità della vita, ma anche la sua struggente bellezza, senza mai cadere nel didascalico o nel moralista.
Questa edizione di J-POP Manga è arricchita da contenuti extra che permettono al lettore di immergersi completamente nell’universo di Bonten Taro. Troviamo una riflessione sullo status del tatuaggio in Giappone, scritta dall’autore stesso, e una biografia dettagliata firmata dall’esperto di cultura giapponese Takeo Udagawa. Un’opera che non si limita a raccontare, ma che diventa un vero e proprio viaggio nella mente e nel cuore di un artista straordinario, capace di trasformare il degrado e la violenza in pura poesia visiva.
Il volume “Sex & Fury” sarà disponibile in libreria, fumetteria e negli store online a partire dal 25 settembre. Un’occasione imperdibile per scoprire un autore che ha segnato la storia del manga, e non solo, con il suo stile unico e inconfondibile. Un must per gli appassionati di cultura giapponese e per chiunque voglia scoprire un volto del Giappone lontano dalle convenzioni, fatto di ribellione, passione e una disperata ricerca di libertà.
Bonten Taro ci ha insegnato che “non importa quante vite hai, non sono mai abbastanza”. E con quest’opera, la sua voce torna a risuonare più forte che mai, pronta a conquistare anche il pubblico italiano con la sua arte intrisa di sangue e inchiostro.