La recensione della seconda stagione di Record Of Ragnarok

In una realtà caotica, gli dèi hanno deciso di scatenare il Ragnarok, la fine del mondo secondo la mitologia nordica. Tuttavia, le Valchirie si oppongono alla distruzione e propongono un torneo in cui tredici uomini affronteranno tredici divinità in singoli scontri. Questo è il filo conduttore di Record Of Ragnarok, un anime tratto da un manga, che nella prima stagione ha dimostrato un grande potenziale sia nel caratterizzare i personaggi che nei flashback che narrano il passato dei duellanti.

Le nuove figure dell’umanità sono davvero interessanti e potrebbero avere un potenziale superiore a quello dei precedenti.

Il nome più attirante è quello di Jack lo Squartatore, uno dei più famosi serial killer della storia, che si chiede come sia possibile che un personaggio come lui sia stato selezionato per salvare l’umanità. Inoltre, il suo avversario è Ercole, il mitico eroe del mondo antico che ha sempre difeso l’uomo dalle capricciose divinità greche. Si tratta di un confronto decisamente anomalo creato appositamente per far sorgere il dubbio: è giusto che l’umanità si salvi? Gli altri partecipanti ai duelli, dai divinità Shiva ai lottatori di sumo Raiden Tameemon e al Buddha, sono meno affascinanti di Jack, ma rimangono comunque ottime proposte che possono sorprendere coloro che non conoscono la storia dietro a questi contendenti.

La rappresentazione grafica dei vari personaggi è dettata soprattutto dalla fantasia dell’autore del manga, Takumi Fukui, che vuole divertirsi e sentirsi libero di proporre a proprio piacimento sia una versione Steampunk di Jack lo Squartatore, che aggiungere dettagli fantasiosi come un semplice leccalecca in bocca al Buddha. Grazie al lavoro della Warner Bros. Japan, la trasposizione animata di tutte queste fantasiose idee è stata piuttosto fedele. Purtroppo, il studio di produzione scelto da Netflix per realizzare il prodotto continua ad avere qualche problema nell’animare i momenti più concitati.

Nella prima stagione, ci fu una feroce critica alla scelta di usare tanti fermoimmagine durante le scene di combattimento; una scelta che all’epoca si giustificava parzialmente per il Covid e il poco tempo a disposizione per realizzare le animazioni più complesse. In questa seconda stagione, le scene di combattimento sono meno presenti, ma purtroppo si nota che l’animazione perde di qualità proprio nei momenti più frenetici. Se da una parte si apprezza lo sforzo fatto per evitare di usare troppo spesso i fermoimmagine, dall’altra ci si aspettava comunque una qualità superiore rispetto a quella poi proposta.

La seconda stagione di Record Of Ragnarok ha migliorato la caratterizzazione dei personaggi e ha provato a correggere qualche mancanza, soprattutto nell’animazione, ma non è riuscita ancora a fare un salto di qualità importante. Netflix non ha ancora confermato la produzione della terza stagione, cosa normale per la piattaforma di streaming che tende a decidere dati alla mano prima di spendere altri soldi, quindi non possiamo fare altro che aspettare un prossimo annuncio per sapere come andrà a finire questo folle torneo.

Tratto e continua a leggere su:

https://www.tanadelcobra.com/record-of-ragnarok-stagione-2-la-recensione/

Scritto da MarcoF  

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