Negli anni Quaranta, lo studio Disney era uno dei migliori ambienti di lavoro per gli animatori. Tuttavia, Walt Disney aveva posizioni rigide sulle questioni salariali e non si è piegato alle richieste dei sindacati che stavano protestando per migliorare le condizioni dei lavoratori. Nel maggio del 1941, 334 dipendenti degli studi Disney si unirono alla protesta, incrociando le braccia per chiedere migliori salari e condizioni di lavoro.
La protesta durò diversi mesi, infliggendo pesanti danni alla produzione dei film, a guidare i “rivoltosi” fu il grande animatorie Art Babbitt; lo stesso Walt Disney si senti estremamente tradito da questa situazione tanto che si rivolse al suo dipendente con parole estremamente forti che suonano come una minaccia bell’e buona:
“Non mi interessa se tieni il tuo dannato naso incollato al tavolo da disegno tutto il giorno, o quanto lavoro riesci a produrre… Se non la smetti di guidare i lavoratori ti sbatterò fuori direttamente dai cancelli principali”.
Alla fine, Disney fu costretto a trattare con il sindacato e ad aumentare i salari e migliorare le condizioni di lavoro. . Nel settembre 1941 lo studio tornò a pieno regime e i dipendenti ottennero il riconoscimento del loro lavoro nei film. Tutavia, lo stesso Walt Disney sottolineò come lo sciopero distrusse in maniera defintiva quel senso di coesione e cameratismo che fin ad ora aleggiava negli studios e molti talentiuosi animatori lasciarono l’azienda. Inoltre, l’episodio sancì la fine dell’era della Disney come leader indiscusso dell’animazione, aprendo la strada ad altri produttori come la Warner Bros.