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San Giovanni dei Fiorentini a Roma: la Tomba del Marchese del Grillo

Nel 1448, mentre a Roma infuriava una grave pestilenza, alcuni toscani, per lo più artigiani e operai, si impegnarono a favore dei connazionali colpiti dal morbo e decisero di perpetuare questa forma di assistenza istituendo una Compagnia della pietà, sotto il nome e la protezione di San Giovanni Battista, protettore di Firenze.

Le prime costituzioni risalgono al 1° novembre 1456. Questi statuti furono poi ampliati nel 1544 e nel 1553, ricevendo la prima approvazione pontificia da Paolo V nel 1557 e subendo in seguito numerosi aggiornamenti. Questa Confraternita della Pietà, non dissimile da tante altre sorte in Roma e ispirate dallo stesso spirito di umana solidarietà e carità cristiana, essendo però dei fiorentini, apparve quasi una continuazione (nella città romana) di quella sorta già due secoli prima in Firenze sotto il nome di “Misericordia”.

Aumentando poi l’invadenza fiorentina in Roma e lo spirito di corpo tra i connazionali si passò dalla prima modesta sede della chiesina di San Pantaleo a quella dei santi Tommaso e Orso, che divenne l’Oratorio di Sant’Orsola.

Quando nel 1583 l’amministrazione della chiesa di San Giovanni allora in costruzione per iniziativa congiunta di Consolato e Arci-Confraternita, fu affidata al Consolato della Nazione fiorentina, istituito dal fiorentino Leone X nel 1515, si crearono una serie di attriti tra le due istituzioni. Solo nel 1729 Benedetto XIII con motu proprio assegnava in via definitiva la grandiosa chiesa, ormai eletta e in via di completamento definitivo all’Arci-Confraternita, il cui nome è legato anche all’Ospedale che ebbe il suo inizio nel 1607 nelle case contigue alla chiesa e che, dotato di pie contribuzioni, assicurò per più di due secoli, fino al 1841, un servizio di assistenza e di ricovero per gli ammalati più poveri. In esso fu sperimentata per la prima volta a Roma la cura della malaria con l’estratto di china.

Alla costruzione di questa Basilica parteciparono numerosi personaggi illustri: Michelangelo, Raffaello, Baldassarre Peruzzi, Antonio da Sangallo, Jacopo Sansovino, Alessandro Galilei, Filippo della Valle, Carlo Maderno, Giacomo della Porta e molti altri…il Gotha degli artisti di quello splendido periodo artistico.

Il bellissimo altare maggiore fu iniziato da Pietro da Cortona nel 1634, ma finito tra il 1665 e il 1669 da Francesco Borromini che in questa Basilica riposa nella tomba di Francesco Maderno, suo cugino alla lontana, per desiderio dello stesso espresso sul letto di morte. Nessuna iscrizione sulla tomba a ricordarlo in quanto suicida, solo una lapide qualche metro più avanti con su scritto il suo nome, l’anno di nascita e di morte.

Piccola curiosità, sul lato destro, appena si entra c’è una cappella gentilizia: è la tomba di famiglia dei Marchesi del Grillo, dove giace anche il Marchese Onofrio, cavaliere del Papa, Guardia Personale e burlone incallito, interpretato in modo mirabile sul grande schermo dal compianto Alberto Sordi.

di Annarita Sanna

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