Samurai 7

Samurai 7 è un anime prodotto da Gonzo e realizzato per i 50 anni del capolavoro di Akira Kurosawa “I sette samurai” . La serie di 26 puntate è stata diretta da Toshifumi Takizawa, in collaborazione con Ryosuke Takahashi e la musica composta da Kaoru Wada.

L’inizio dell’anime mi spiazza. Samurai e robot non sono proprio due cose che viaggiano a braccetto. Comunque proseguo incuriosito e poco dopo l’antefatto la serie mi ributta totalmente nel medioevo giapponese, in un paesino di contadini che coltivano il riso, proprio durante una cerimonia sacra volta alla ricerca del sito dove scavare un pozzo di acqua potabile. Mi ci trovo a mio agio, ma di colpo una gigantesca macchina volante sorvola il paesino ed i suoi campi coltivati sondando lo stato delle sementi.

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Senza addentrarmi troppo nella descrizione dei sette samurai e delle loro particolarità, altrimenti vi toglierei gran parte della scoperta e del divertimento, mi voglio invece concentrare su alcuni aspetti che mi hanno incuriosito particolarmente durante lo svolgimento della serie. Prima di tutto ho notato che l’anime, pur essendo ambientato in uno strano miscuglio di robotica ed era feudale giapponese, mantiene interessanti tratti steampunk. Ingranaggi, rotelle e vapore la fanno da padroni sia nelle gigantesche navi volanti che nei più piccoli personaggi robotici che vivono in mezzo agli umani. E’ divertente assistere a questo incredibile fusione di generi così particolari e così lontani tra loro.

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Ora immaginate gli scontri tra samurai nella più classica delle visioni cinematografiche, aggiungete a questo anche delle battaglie con androidi e guerrieri con parti del corpo modificate, ed otterrete una buona idea di quello che avviene nella prima parte della stagione. La serie è praticamente divisa in due: una prima parte legata alla difesa del villaggio ed una seconda incentrata sul terremoto politico sociale che viene innescato da fortuiti accadimenti. Di seguito arriveranno scontri molto più movimentati, composti da interi schieramenti di uomini e robot di varie taglie che si danno battaglia in mezzo alla campagna verdeggiante o nella fitta boscaglia. In fine si arriverà a combattimenti su scale ancora più ampia tutti da gustare.

 

La prima volta che ho visto i giganteschi robot armati di fucili e spade, ho subito gridato al plagio! Ho notato una somiglianza impressionante con alcuni mezzi di Gundam usciti diversi anni prima in manga e anime firmati dal maestro Tomino. Osservando poi meglio ammetto che ci sono diverse differenze sia di sostanza che di forma, ma la somiglianza rimane davvero sbalorditiva.

L’animazione grafica non è all’avanguardia, essendo un lavoro del 2004, ma lo stile grafico dei personaggi è molto particolare. La cosa che mi è piaciuta di più è l’evidente scelta dell’autore di differenziare in maniera netta i personaggi, creando tanta varietà in uno stile già di per se piuttosto affascinante. La stessa rappresentazione degli ambienti e delle case di campagna stona fortemente con l’incredibile complesso di edifici in stile baraccopoli che si assiepano l’uno sull’altro nella città commerciale. Devo ammettere che questa forse è la caratteristica che più mi ha colpito in positivo.

 

Concludendo, questa serie può attirare l’attenzione di amanti di diversi generi senza scontentare nessuno. La storia non sarà la migliore che abbiano mai scritto, ma non è poi del tutto scontata, anzi riserva alcune pregevoli sorprese. L’animazione grafica è evidentemente datata, ma lo stile grafico è accattivante e molto vario. Insomma, per me è un lavoro che vale la pena di essere visto, ovviamente non farà più l’effetto che avrebbe fatto al tempo, ma si difende ancora molto bene.

Tratto e continua a leggere la conclusione dell’articolo su:

 

Samurai 7: la recensione

Scritto da MarcoF  

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