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35 anni fa, in Italia, debuttava la prima serie de I Cavalieri dello Zodiaco (Saint Seiya)

Il 26 marzo 1990 segna una data storica per l’animazione giapponese in Italia: il debutto de “I Cavalieri dello Zodiaco” su Odeon TV. Questo evento non solo introdusse al pubblico italiano una delle serie anime più iconiche di tutti i tempi, ma contribuì anche a radicare profondamente la cultura anime nella quotidianità dei giovani telespettatori. Accanto a successi consolidati di una decade fondamentale per la definizione della pop culture contemporanea, “I Cavalieri dello Zodiaco” si distinse per il suo intreccio mitologico e la sua straordinaria epicità.

L’anime trae ispirazione dal manga “Saint Seiya – I Cavalieri dello Zodiaco” di Masami Kurumada ed è prodotto dalla Toei Animation. La storia è ambientata in un mondo in cui, nei momenti di maggiore crisi, quando l’umanità sembra sull’orlo della distruzione, un gruppo di guerrieri devoti alla dea Atena si erge a difesa della giustizia. Questi guerrieri, noti come Cavalieri dello Zodiaco, sono protetti da armature ispirate alle costellazioni e suddivisi in diverse categorie in base alla potenza e al materiale delle loro vestigia: i Cavalieri di Bronzo, i Cavalieri d’Argento e i Cavalieri d’Oro. Quest’ultima classe rappresenta l’élite dei combattenti, con dodici membri corrispondenti ai segni zodiacali. Tuttavia, non tutti i cavalieri servono la giustizia: esistono anche i Cavalieri Neri, antagonisti corrotti e nemici giurati di Atena.

I Cavalieri dello Zodiaco - Prima sigla italiana

L’avventura ha inizio a Nuova Luxor (una reinterpretazione di Tokyo), dove si organizza la Guerra Galattica, un torneo voluto dal Duca Alman di Thule per designare il più forte tra i Cavalieri e assegnargli l’ambita Armatura d’Oro del Sagittario. L’evento è supervisionato da Saori Kido, nipote adottiva del Duca, che presto scoprirà il suo vero destino. I protagonisti della serie sono cinque orfani, cresciuti per diventare guerrieri eccezionali: Seiya (Pegasus), Shiryu (Dragone), Hyoga (Cigno), Shun (Andromeda) e Ikki (Fenice). Ognuno di loro ha affrontato duri allenamenti in diverse parti del mondo, ottenendo infine la propria armatura.

Il torneo viene brutalmente interrotto dall’inaspettata apparizione di Ikki, accompagnato dai Black Saints, che ruba l’Armatura del Sagittario. Questo evento segna l’inizio di una serie di battaglie all’ultimo sangue tra i Cavalieri di Bronzo e i loro oscuri alter ego. Dopo duri scontri, Ikki viene sconfitto e si unisce ai protagonisti, rivelando però un pericolo ancora più grande: Arles, il sovrano usurpatore del Santuario di Atena, ha dichiarato guerra ai Cavalieri fedeli alla dea. Mentre i protagonisti si trovano a combattere battaglie sempre più difficili, scoprono la verità su Saori Kido: ella non è altro che la reincarnazione della dea Atena, destinata a riportare l’ordine nel mondo.

L’arco narrativo del Santuario è tra i più memorabili dell’intera serie. Atena, ferita da una freccia d’oro scagliata dai suoi nemici, può essere salvata solo se i Cavalieri di Bronzo riescono a raggiungere Arles entro dodici ore. Per farlo, devono attraversare le Dodici Case dello Zodiaco, ognuna presidiata da un Cavaliere d’Oro. Questo viaggio si trasforma in una vera e propria odissea, dove i giovani protagonisti affrontano battaglie all’ultimo respiro contro avversari incredibilmente potenti. Tra momenti di sacrificio e atti di eroismo, Shiryu arriva persino a perdere la vista pur di proteggere i suoi amici, dimostrando il valore e il coraggio che accomuna tutti i protagonisti della serie.

La rivelazione finale segna il culmine dell’epicità: Arles si rivela essere il Cavaliere della Terza Casa, diviso tra la sua parte buona e quella malvagia. Solo grazie alla luce riflessa dallo Scudo di Atena, i Cavalieri riescono a salvare la loro dea e a sconfiggere il tiranno. Il momento decisivo avviene quando Seiya, infondendo il potere di tutti i suoi compagni, riesce a scagliare Arles sulla Luna. Tuttavia, è lo scettro di Atena a porre fine definitivamente alle sue ambizioni di dominio.

Il successo della serie in Italia fu amplificato dal doppiaggio, con voci storiche come quella di Ivo De Palma nel ruolo di Pegasus. Le tematiche epiche, i combattimenti avvincenti e la profondità dei personaggi contribuirono a rendere “I Cavalieri dello Zodiaco” una pietra miliare dell’animazione giapponese nel nostro paese. Il suo impatto si estese ben oltre gli anni ‘90, influenzando generazioni di appassionati e consolidando il legame tra il pubblico italiano e la cultura anime. Guardando indietro, è innegabile che il debutto su Odeon TV abbia rappresentato l’inizio di una nuova era per l’animazione giapponese in Italia, facendo de “I Cavalieri dello Zodiaco” una leggenda senza tempo.

maio

Massimiliano Oliosi, nato a Roma nel 1981, laureato in giurisprudenza, ma amante degli eventi e dell'organizzazione di essi, dal 1999 tramite varie realtà associative locali e nazionali partecipa ad eventi su tutto il territorio nazionale con un occhio particolare al dietro le quinte, alla macchina che fa girare tutto.

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