Nel panorama degli anime, pochi titoli riescono a unire con maestria un’atmosfera cupa, un’ambientazione storica e il fascino del genere isekai come Saga of Tanya the Evil (Yōjo Senki). Questa serie è una vera chicca per chi ama storie intense, dove magia, guerra e filosofia si intrecciano in un mix unico. Creata da Carlo Zen e illustrata da Shinobu Shinotsuki, la saga è partita come una serie di light novel, pubblicata da Enterbrain nel 2013, per poi espandersi in un manga e un anime. Quest’ultimo, prodotto dallo studio NUT, è andato in onda per la prima volta nel 2017, lasciando il segno nel cuore degli appassionati.
La trama si apre con un protagonista inusuale: un uomo giapponese metodico e privo di fede, la cui vita viene brutalmente interrotta. Per punirlo, un’entità divina lo condanna a reincarnarsi in un mondo alternativo, un luogo che richiama l’Europa degli anni ’20 e si trova sull’orlo di una guerra mondiale. Il twist? Questo mondo non solo è devastato dai conflitti, ma include anche l’esistenza della magia. L’uomo si ritrova nel corpo di Tanya Degurechov, una giovane ragazza dai capelli biondi e gli occhi azzurri, apparentemente fragile ma in realtà dotata di un potenziale straordinario sia come maga che come stratega militare.
La lotta di Tanya è tanto personale quanto epica. Determinata a non piegarsi alla volontà dell’essere divino, si prefigge di scalare i ranghi militari per raggiungere una posizione che le permetta di sfidare il suo “creatore” e vivere secondo le proprie regole. Tuttavia, questo percorso la trascina nel cuore della guerra, un inferno che Carlo Zen descrive con uno sguardo crudo e senza compromessi.
L’anime di Saga of Tanya the Evil colpisce per il modo in cui esplora la guerra non solo come evento storico e strategico, ma anche come esperienza umana. La narrazione è densa di riferimenti alla Prima e alla Seconda Guerra Mondiale, con tattiche e dinamiche politiche che riecheggiano quelle dei conflitti reali. Questa attenzione ai dettagli storici, unita alla presenza della magia, crea un contesto narrativo che affascina gli appassionati di ucronia e fantasy militare.
Il personaggio di Tanya è il fulcro di tutta la storia. La sua personalità complessa, modellata dai ricordi della sua vita precedente e dalla nuova realtà in cui si trova, la rende una protagonista indimenticabile. Cinica, intelligente e spietata, Tanya è una figura che affascina e inquieta allo stesso tempo. Tuttavia, uno degli aspetti che l’anime lascia un po’ in ombra è lo sviluppo dei personaggi secondari, che rimangono spesso sullo sfondo. Alcuni, come Visha, Weiss e il generale von Rerugen, emergono con maggiore profondità, ma il focus resta saldamente su Tanya.
A livello tecnico, l’anime si difende egregiamente. Le animazioni sono fluide, soprattutto nelle scene di battaglia, che riescono a trasmettere il caos della guerra senza diventare confusionarie. Il comparto musicale accompagna bene l’atmosfera generale, con una opening, Jingo Jungle dei Myth & Roid, che resta facilmente in testa, e una ending, Los! Los! Los! di Aoi Yūki, altrettanto energica.
Tuttavia, l’adattamento animato presenta qualche limite. La necessità di condensare la trama delle light novel in soli dodici episodi ha portato a tagli significativi, che a volte rendono difficile seguire alcuni dettagli della storia senza aver letto il materiale originale. Nonostante ciò, l’anime riesce a mantenere il suo impatto grazie alla forza della narrazione e alla presenza magnetica di Tanya.
Dal 2021, con l’uscita di un episodio speciale e l’annuncio di una seconda stagione, l’interesse per la serie è tornato a crescere, confermando che Saga of Tanya the Evil è un titolo capace di lasciare il segno. Per chi cerca un anime che unisca dramma, strategia e un pizzico di riflessione filosofica, Tanya e il suo mondo oscuro e spietato rappresentano un’esperienza imperdibile.