“S.P.Q.R. – 2000 E ½ anni fa” il film del diretto da Carlo Vanzina, con Christian De Sica, Massimo Boldi e Leslie Nielsen compie trent’anni. La pellicola, uscita il 16dicembre 1994 è una parodia delle vicende di Mani pulite, l’inchiesta giudiziaria che scosse l’Italia negli anni ’90, trasportate nell’epoca dell’antica Roma.
Trama
Il film si apre con una scena ambientata nel 71 a.C., in cui il senatore Cesare Atticus (Christian De Sica), un politico corrotto e donnaiolo, è in vacanza al mare con la sua amante Ottavia, che mantiene grazie ai soldi della moglie Cornelia. Atticus viene richiamato a Roma dal capo del suo partito, il senatore Lucio Cinico (Leslie Nielsen), per affrontare una crisi politica causata dalle accuse di corruzione lanciate da un magistrato integerrimo, Antonio Servilio (Massimo Boldi).
Servilio è appena arrivato da Mediolanum, l’attuale Milano, per condurre le sue indagini sulla gestione della cosa pubblica da parte dei senatori. Lungo il tragitto, si scontra con il carro di Atticus sulla via Appia, dando inizio a una rivalità personale tra i due. Servilio scopre inoltre che l’appartamento che ha affittato in nero è di proprietà di Atticus, che lo usa come base per i suoi incontri amorosi.
I due si ritrovano a fronteggiarsi anche sugli spalti del Colosseo, dove assistono alla partita di calcio tra Roma e Mediolanum, tifando per squadre opposte. Servilio cerca di ottenere le prove delle malefatte di Atticus e dei suoi complici, ma deve fare i conti con le pressioni, le minacce e le tentazioni che gli vengono poste davanti.
Tra queste, c’è la bella Poppea (Anna Falchi), una prostituta di lusso che Atticus gli manda come esca, ma che finisce per innamorarsi di lui. Servilio riesce a far confessare Ottavia, che gli rivela il sistema di tangenti e favori che regge il potere dei senatori. Atticus, però, non si arrende e cerca di corrompere lo stesso Servilio, offrendogli una poltrona al Senato e una villa al mare.
Servilio rifiuta e decide di tornare a Mediolanum, portando con sé Poppea e le prove che ha raccolto. Atticus lo insegue e lo sfida a duello, ma viene sconfitto e arrestato. Servilio e Poppea si sposano e vivono felici, mentre Atticus viene condannato ai lavori forzati nelle miniere.
Analisi
Il film è una commedia satirica che prende in giro la classe politica italiana degli anni ’90, travolta dallo scandalo di Tangentopoli e dalle inchieste dei giudici di Milano. Il titolo del film è un acronimo che sta per Senatus Populusque Romanus, il motto che simboleggiava la sovranità del popolo romano, ma che qui viene usato in chiave ironica per sottolineare la distanza tra i governanti e i governati.
Il film si basa su una serie di parallelismi tra la Roma antica e l’Italia contemporanea, giocando sul contrasto tra la solennità della storia e la trivialità della realtà. Alcuni esempi sono:
- La partita di calcio tra Roma e Mediolanum, che riprende la rivalità tra le due città e le loro squadre di calcio, con tanto di tifosi, cori e striscioni.
- La scena in cui Servilio visita una casa di appuntamenti, dove incontra personaggi che richiamano quelli della politica e dello spettacolo dell’epoca, come Cencius da Fiesole (Massimo Ceccherini), una parodia di Renzo Arbore, e Publio Cutolo (Francesco De Rosa), una caricatura di Giulio Andreotti.
- La scena in cui Atticus e Cinico si incontrano in una sauna, dove discutono dei loro affari e dei loro nemici, mentre si fanno massaggiare da schiavi orientali.
- La scena in cui Servilio e Poppea si rifugiano in una catacomba, dove assistono a una messa clandestina celebrata da un prete cristiano, che anticipa la nascita del cristianesimo e la fine dell’impero romano.
Il film si avvale anche di alcuni camei di attori famosi, come Luigi Maria Burruano, che interpreta Varrone, il comandante delle legioni romane, e Pietro Torrisi, che interpreta Spartacus, il capo degli schiavi ribelli. Il film si conclude con un epilogo in cui si vede Servilio e Poppea invecchiati, che raccontano la loro storia ai loro nipoti, mentre sullo sfondo si vedono le rovine del Colosseo e del Foro Romano.
Critica
S.P.Q.R. – 2000 e ½ anni fa è stato accolto in modo contrastante dalla critica e dal pubblico. Da un lato, il film è stato apprezzato per la sua capacità di divertire e di fare satira sulla corruzione politica, usando la storia come pretesto per lanciare frecciate all’attualità. Dall’altro, il film è stato criticato per la sua scarsa qualità artistica e per il suo umorismo volgare e banale, basato su battute scurrili, doppi sensi e stereotipi.
Il film ha incassato circa 10 miliardi di lire, risultando uno dei maggiori successi commerciali del 1994. Il film ha anche vinto il premio Biglietto d’oro, assegnato al film italiano più visto dell’anno. Tuttavia, il film non ha ricevuto alcuna candidatura ai David di Donatello, ai Nastri d’argento o ai Ciak d’oro, i principali premi cinematografici italiani.
Aggiungi commento