Il 31 ottobre, giorno di Halloween, ricorre un evento che va ben oltre le tradizioni di questa festività. Proprio in questa data, nel lontano 475 d.C., un giovane di nome Romolo, noto anche come Augustolo per via della sua giovane età, divenne l’ultimo imperatore dell’Impero Romano d’Occidente. Tuttavia, il suo regno fu breve e travagliato, e segnò la fine di un’epoca storica.
Romolo era figlio di Oreste, un generale di origini pannoniche che aveva deposto l’imperatore Giulio Nepote, riconosciuto da Costantinopoli come legittimo sovrano d’Occidente. Oreste mise sul trono il figlio, ma non ottenne il consenso delle truppe barbariche presenti in Italia, che chiedevano la concessione di terre nella penisola secondo il sistema dell’hospitalitas. Questo sistema prevedeva la requisizione di un terzo delle terre dei romani a favore dei barbari, e era già stato largamente applicato in Gallia e Spagna.
Le truppe barbariche si ribellarono e elessero come loro re Odoacre, un principe sciro o unno che comandava gli Eruli. La rivolta culminò con la sconfitta e l’uccisione di Oreste nei pressi di Piacenza, e la deposizione di Romolo ad opera di Odoacre. Questi mandò in esilio l’ex imperatore in Campania, al Castellum Lucullanum, e restituì le insegne imperiali a Zenone, imperatore d’Oriente. Odoacre cercò per sé il titolo di patrizio e il controllo dell’Italia, mirando così a farsi riconoscere come imperatore.
Il suo desiderio si avverò e Odoacre governò l’Italia fino al 493, quando Teoderico, inviato proprio da Zenone, lo sconfisse e lo uccise durante un banchetto, nonostante avesse promesso di condividere il regno con lui. Odoacre introdusse alcuni cambiamenti nel sistema amministrativo dell’Italia, distribuì terre ai suoi seguaci e mantenne buoni rapporti con il senato romano e la Chiesa cattolica. Pur essendo ariano, non interferì nelle questioni religiose dei suoi sudditi.
Nel frattempo, Giulio Nepote rimase formalmente imperatore d’Occidente fino all’anno 480, continuando a risiedere in Dalmazia. Era stato nominato imperatore nel 474 da Leone I, imperatore d’Oriente, che lo aveva inviato in Italia contro Glicerio, un usurpatore sostenuto dal patrizio Gundobado. Giulio Nepote tentò di opporsi ai barbari che invadevano le province occidentali, ma non ebbe successo. Fu costretto a riconoscere ai Visigoti il possesso dell’Alvernia e fu poi deposto da Oreste. Rifugiatosi in Dalmazia, conservò il titolo d’imperatore anche dopo la deposizione dell’Augustolo, finché fu ucciso presso Salona da due suoi seguaci.
Il breve regno di Romolo Augustolo rappresentò dunque l’ultimo tentativo di mantenere un governo romano in Occidente: non a caso, egli venne riconosciuto e/o chiamato “Re dei Romani” dagli invasori barbari Franchi. Il regno di Odoacre segnò invece la prima fase della transizione verso il Medioevo in Italia: pur mantenendo alcune forme della tradizione romana, egli inaugurò una nuova era politica e culturale dominata dai popoli germanici. Il regno di Giulio Nepote fu invece l’ultimo baluardo della romanità in Occidente: egli rappresentò il legame con Costantinopoli e la resistenza alla barbarie fino alla sua morte.
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