Girato di notte con una produzione poverissima, con attori presi dalla strada, Roadblocks opera prima del greco Stavros Ioannou denuncia con la sola forza della realtà, senza riflessioni personali o modificazioni la difficile condizione del popolo curdo.
Ayat cerca ad Atene suo fratello Ahmed che è scappato dal loro villaggio in Kurdistan dopo un bombardamento. Nella sua triste ricerca e nel tentativo di raggiungere l’Italia,dove potrebbe essere suo fratello, Ayat si imbatte nelle difficili situazioni che devono attraversare quasi tuttti gli immigrati clandestini: la mafia, la povertà, le difficili condizioni di vita nel suo caso in una tendopoli allestita in una piazza di Atene. La vicenda di Ayat divenda la vicenda di migliaia di uomini provenienti da una realtà politica difficile e dura come quella del Kurdistan, ma diventa anche il grido di migliaia di persone disperate e pronte a tutto pur di iniziare una nuova vita in un paese più ricco.
Roadblocks è uno dgli ormai rari esempi di cinema puro, cinema per l’amore del cinema, incorrotto, lontano dal grande spettacolo, ma vero, forte, sincero. Tecnicamente è molto semplice, realizzato quasi esclusivamente con una telecamera a spalla anche per non impressionare eccessivamente gli attori scelti fra quei Curdi che vivono ad Atene. Ma la sua semplicità lo rende ancora più sincero, espressivo e coinvolgente.
Valeria Doddi
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