È il 22 dicembre 2024, una data che molti fan del wrestling ricorderanno non per un evento sul ring, ma per il caos mediatico scatenato da una notizia fuorviante. “Morto Rey Mysterio, leggenda del wrestling” titolavano le principali testate italiane. Il problema? Non era morto il Rey Mysterio che tutti conosciamo, ma suo zio, Miguel Angel Lopez Diaz, noto come Rey Mysterio Senior.
Eppure, questa distinzione è stata colpevolmente trascurata in favore di titoli acchiappa-click, capaci di ingannare anche i fan più accaniti. Oscar Gutierrez Rubio, meglio noto come Rey Mysterio Junior, è vivo e vegeto. A 50 anni, continua a portare la sua maschera iconica sui ring della WWE e, sebbene in molti abbiano temuto il peggio, non è lui la “leggenda del wrestling” che ci ha lasciati.
Il circo mediatico e l’arte della mezza verità
Questa vicenda è un esempio lampante di come i media possano manipolare l’informazione senza mentire apertamente. Titoli ambigui, omissioni strategiche e un contesto lasciato volutamente nebuloso: sono questi gli ingredienti di una narrazione che fa leva sulla confusione per generare click. La verità è nascosta a metà articolo, quando ormai il lettore medio ha già condiviso il link o versato lacrime virtuali sui social.
Rey Mysterio Senior, scomparso a 66 anni, è stato una figura di spicco nel mondo del wrestling, ma non ha mai avuto la stessa risonanza mediatica del nipote. Questo non ha impedito ai “giornaloni” di trasformare la sua morte in un funerale planetario per una star che, agli occhi di chi non segue il wrestling, poteva facilmente sembrare la stessa persona. All’anagrafe Miguel Angel Lopez Diaz e originario di Tijuana, aveva iniziato a combattere nel 1976 e si era esibito per l’ultima volta nel 2023 in occasione del Global Lucha Libre.
Informazione o intrattenimento?
La vicenda di Rey Mysterio è anche uno specchio impietoso della nostra società dell’informazione, dove il confine tra notizia e intrattenimento si fa sempre più sottile. Viviamo in un’epoca in cui il clickbait è diventato una scienza, progettata per sfruttare i nostri istinti più primordiali. Pensateci: quante volte ci fermiamo davvero a verificare una notizia? Siamo bombardati da titoli, notifiche push e sommari che ci spingono a reagire immediatamente, senza tempo per approfondire. E così, giorno dopo giorno, costruiamo una visione del mondo filtrata da chi sa meglio di noi come manipolare la nostra attenzione.
Chi è il vero Rey Mysterio?
Oscar Gutierrez Rubio, meglio noto come Rey Mysterio Junior, è nato l’11 dicembre 1974 a Chula Vista, negli Stati Uniti. Con una carriera iniziata alla giovane età di 14 anni, è diventato uno dei wrestler più amati e rispettati al mondo. La sua lista di successi è impressionante: tre volte campione del mondo WWE, vincitore del Royal Rumble 2006, numerosi titoli secondari e un ruolo fondamentale nella diffusione della lucha libre su scala globale. La sua maschera iconica, con i colori e i design sempre diversi, è diventata un simbolo universale di resilienza e spettacolo.
Un appello alla consapevolezza
Non è morto Rey Mysterio Junior. Oscar Gutierrez Rubio continuerà a saltare dai paletti, a far volare la sua 619 e a entusiasmare i fan della WWE. Ma questa storia ci lascia una lezione importante: la prossima volta che leggete una notizia clamorosa, fermatevi un attimo. Contate fino a dieci. Chiedetevi se le cose stanno davvero così.
Perché, spesso, la verità è nascosta dietro una maschera. E i media, proprio come in un match di wrestling, sanno come mettere in scena uno spettacolo capace di catturare la nostra attenzione. La differenza è che, sul ring, le regole del gioco sono chiare a tutti. Nel giornalismo, invece, a volte ci si ritrova vittime inconsapevoli di una narrazione progettata per “fregarci”.
E allora, la prossima volta, prima di cliccare, fate un bel respiro. Perché la verità potrebbe essere molto meno spettacolare di quanto il titolo voglia farvi credere.
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