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The Crow – Il Corvo: un ritorno che non sa di cult

Nel panorama cinematografico, alcuni film hanno avuto il potere di diventare veri e propri simboli di un’epoca. È il caso de “Il Corvo” (1994), diretto da Alex Proyas, che ha catturato in modo quasi magico lo spirito degli anni ’90 con una storia di vendetta e redenzione, abbinata a un’estetica dark indimenticabile. Ora, a distanza di trent’anni, il film cult è tornato sotto i riflettori con un remake moderno, “The Crow – Il Corvo”, diretto da Rupert Sanders, noto per i suoi lavori su “Biancaneve e il cacciatore” e “Ghost in the Shell”.

La nuova versione, che esce nelle sale italiane il 28 agosto 2024, si propone come un adattamento contemporaneo del fumetto di James O’Barr, che aveva già ispirato il film del 1994. In “The Crow – Il Corvo”, Bill Skarsgård, noto per il suo ruolo di Pennywise nella saga di “It”, interpreta Eric Draven, un musicista goth rock che, insieme alla fidanzata Shelly (FKA twigs), viene brutalmente assassinato. Grazie all’intervento di un misterioso corvo, Eric ritorna dalla morte per vendicarsi degli assassini e ristabilire l’ordine. Tuttavia, il film ha subito fin da subito critiche e reazioni contrastanti. Non è tanto il fatto che “The Crow” sia un remake a sollevare perplessità, quanto piuttosto la sua interpretazione moderna di un personaggio e di una storia che hanno segnato un’epoca. Questa nuova versione si distacca notevolmente dall’estetica dark e dalla carica emotiva del film originale, cercando di adattarsi ai gusti di un pubblico contemporaneo, ma finendo per allontanarsi dal fascino che aveva reso il primo film un cult.

Un Nuovo Corvo per una Nuova Generazione

Il film presenta un Eric Draven radicalmente diverso, ricoperto di tatuaggi e con un aspetto che cerca di rispondere alle tendenze odierne. Tuttavia, questo cambio di estetica non sembra riuscire a conquistare i fan dell’originale, che avevano apprezzato il profondo senso di perdita e il tono gotico del personaggio interpretato da Brandon Lee. Inoltre, l’interpretazione moderna ha sollevato la questione se sia possibile replicare la stessa magia che aveva reso il film del 1994 un capolavoro intramontabile. I sequel che sono seguiti all’originale non sono riusciti a ripetere quell’incanto, e anche questo remake sembra confrontarsi con le stesse difficoltà.

Un Pasticcio di Temi e Stili

Dal punto di vista narrativo, “The Crow – Il Corvo” tenta di iniziare con una certa originalità, offrendo una fotografia fredda e un tema demoniaco che mescola gli elementi classici con nuove influenze. Tuttavia, la trama si perde presto in una serie di ingredienti scollegati, come un amore adolescenziale, lunghe sequenze di combattimento violente ma poco ispirate e una miscela di possessioni demoniache e riflessioni amorose che non riescono a trovare un equilibrio coerente. Questo risultato è una pellicola che appare confusa e senza una direzione chiara, con una storia che sembra cambiare pelle ogni volta che cerca di decollare. Anche la colonna sonora riflette questa confusione, con un mix ecletico che va dai Joy Division a Enya, creando un’ulteriore dissonanza con l’atmosfera generale del film. Questo approccio musicale sembra mancare di una visione chiara e coerente, rispecchiando le indecisioni del film stesso.

In definitiva, “The Crow – Il Corvo” non riesce a reggere il confronto con l’originale, e questo problema è comune a molti remake e reboot. Non è possibile giudicare questa nuova versione senza fare riferimento al film da cui trae ispirazione, poiché è proprio grazie a quel titolo storico che il remake è stato realizzato e di cui oggi si parla. La produzione, che ha visto tra i suoi produttori nomi noti come Victor Hadida e Samuel Hadida, ha cercato di rilanciare una storia di successo adattandola ai gusti contemporanei, con un budget di circa 50 milioni di dollari e riprese effettuate tra Praga e Monaco. Ma il risultato, per quanto ambizioso, sembra più un pasticcio che una rivisitazione riuscita di un classico. Sebbene “The Crow – Il Corvo” offra un nuovo sguardo su una storia ben nota, i suoi sforzi di modernizzazione non sembrano riuscire a catturare l’essenza dell’originale, lasciando il pubblico a confrontarsi con una versione che, purtroppo, non riesce a brillare come l’iconico film degli anni ’90.

Satyr GPT

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