La scena del fantasy italiano si arricchisce di un nuovo capitolo straordinario con l’uscita di “Helughèa. Il Guardiano Alato”, il secondo romanzo di Arthuan Rebis, scrittore, musicista e compositore dalle molteplici sfaccettature. Questo nuovo lavoro si inserisce nel solco di una narrazione originale che mescola l’alto fantasy con elementi dark, distopici ed esoterici, ma lo fa in una forma nuova e affascinante: il romanzo mondo in verticale, come un albero cosmico che affonda le radici nei miti e nell’infinito.
La trama di “Helughèa. Il Guardiano Alato” si apre con atmosfere misteriose e inquietanti: i fuochi fatui danzano tra i menhir del cimitero di Runaz, avvolgendo il lettore in un’aura di segreti non svelati. Qual è il vero mistero di Helughèa? Chi o cosa, nell’ombra, tesse da sempre le trame cosmiche che legano gli esseri umani agli Heludin, una razza misteriosa che sembra custodire le chiavi dell’universo stesso? Questo romanzo, che mescola apocalisse e rinascita, è un viaggio nell’ignoto, tra mondi nascosti e dimensioni sconosciute.
Il regno di Helu è ormai inaccessibile agli umani, ma la giovane Fedya è tormentata da sogni che rivelano il terrore di un conflitto atomico imminente. È qui che la narrazione si intreccia con il destino dei suoi compagni di viaggio: un dottore alchimista, uno stravagante becchino, il corvo Piuma Pallida e un coniglio con tre occhi. Insieme, attraversano il Tempo Verticale, un concetto affascinante e inedito che si sviluppa come una dimensione in perenne movimento, dove la linearità del tempo è sfumata e la percezione della realtà stessa è in continua mutazione. È un viaggio che sfida le leggi naturali, facendo incontrare i protagonisti con forze cosmiche antiche, capaci di curare e distruggere mondi.
In questo secondo capitolo, il lettore è condotto in un’esperienza che va oltre la semplice trama narrativa, perché la scrittura di Rebis è impregnata di un’atmosfera che ricorda le serie televisive più intricate come “Dark”, mescolata con la disperazione e la speranza di opere come “La Strada” di Cormac McCarthy. Le visioni e i segni, che sembrano anticipare eventi catastrofici, creano un quadro psicologico e spirituale denso, che sfida le convenzioni del genere. Non a caso, la scrittura di Rebis esplora in profondità tematiche eco-spirituali, filosofiche ed esoteriche, creando una sinergia tra la dimensione narrativa e quella musicale, che pervade l’intera opera.
“Helughèa. Il Guardiano Alato” non è un semplice seguito del primo romanzo “Helughèa. Il Racconto di una Stella Foglia”. Sebbene non necessiti di una lettura pregressa, il secondo libro espande il concetto di “romanzo mondo” aperto dal precedente, portando il lettore ancora più in profondità nell’interpretazione del mito dell’albero cosmico. La storia diventa così un’esperienza a 360 gradi, in cui la metafora del viaggio verticale sembra invitare a una riscoperta della realtà in cui viviamo, delle forze che la governano e delle nostre stesse capacità di trasformazione. Un invito a esplorare, quindi, non solo altri mondi, ma anche la nostra stessa natura.
La fusione tra il high fantasy e il dark fantasy, arricchita da elementi grotteschi e poetici, crea una narrazione unica, capace di dissolvere i confini tradizionali del romanzo. Rebis mescola sapientemente questi generi, introducendo anche spunti distopici che, lontani dall’essere cliché, assumono un significato profondo e meditativo sulla condizione umana. Il lettore si trova coinvolto in un’esperienza sensoriale e intellettuale che va oltre il semplice piacere della lettura: “Helughèa. Il Guardiano Alato” è un viaggio dentro e fuori i mondi possibili.
A supporto di questa esperienza, Rebis offre una dimensione sonora unica, con un album che accompagna la lettura, arricchendo l’atmosfera con melodie che spaziano dal folk nordico alla musica medievale, passando per il cantautorato mistico e il pagan/fantasy folk. Ogni brano musicale si fonde con la narrazione, creando un legame indissolubile tra le parole e la musica. L’autore, che è anche un polistrumentista e compositore, ha curato personalmente la parte musicale, includendo pezzi come “Melancholia”, “Metamorfica” e “Chanson des Bardes”, che trasportano il lettore in un universo sonoro parallelo, capace di evocare le stesse atmosfere visionarie della sua scrittura.
Ma chi è realmente Arthuan Rebis, l’autore di questa epica saga? Laureato in Cinema, Musica e Teatro, Rebis è un poliedrico artista che ha saputo coniugare la sua passione per la musica e la letteratura in un progetto che si distingue nel panorama fantasy contemporaneo. Il suo background musicale, che include più di mille esibizioni in Italia e in quindici paesi, si riflette nella profondità della sua narrazione, capace di evocare paesaggi sonori e visivi straordinari. Le sue influenze spaziano dall’antico folk nordico alla musica medievale e orientale, creando un linguaggio unico che si mescola perfettamente con l’immaginario fantastico che ha costruito nei suoi romanzi.
Con “Helughèa. Il Guardiano Alato”, Rebis ci invita ad intraprendere un viaggio indimenticabile tra dimensioni parallele e mondi dimenticati, portandoci a riflettere su temi profondi come la lotta tra luce e oscurità, la rinascita e la fine di ogni cosa. Un romanzo che non si limita a raccontare una storia, ma che diventa esso stesso un’esperienza sensoriale e intellettuale, capace di conquistare i lettori più appassionati di fantasy, esoterismo e musica.
Arthuan Rebis ha creato non solo un libro, ma un universo complesso e sfaccettato, pronto ad accogliere chiunque voglia avventurarsi oltre la superficie, per scoprire le verità più nascoste e affascinanti della sua creazione. Un’opera che segna un passo importante nella sua carriera di scrittore e musicista, e che sicuramente resterà impressa nei cuori e nelle menti di chi la leggerà.
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