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La recensione della prima stagione del remake di Ranma 1/2

Nel panorama degli anime, pochi titoli riescono a lasciare un’impronta così indelebile come Ranma 1/2. Il celebre manga di Rumiko Takahashi, che ha conquistato milioni di lettori e spettatori a partire dalla fine degli anni ’80, è tornato alla ribalta con un reboot, questa volta su Netflix. A far vibrare i cuori degli appassionati, soprattutto quelli cresciuti con la serie originale, è stata la notizia del remake che, pur mantenendo intatta l’anima della storia, rielabora l’estetica e la tecnica per il pubblico moderno.

La trama del reboot non è che una rivisitazione della storia classica che ha appassionato intere generazioni. Ranma 1/2 ruota attorno alla figura di Ranma Saotome, un ragazzo liceale e abile esperto di arti marziali, che, insieme al padre Genma, si reca in Cina per un allenamento che cambierà per sempre le loro vite. Una maledizione legata a particolari sorgenti fa sì che Ranma e Genma, al contatto con l’acqua fredda, si trasformino rispettivamente in una ragazza e in un panda. La maledizione si spezza con l’acqua calda, ma la realtà che ne scaturisce è quella di un costante gioco di identità e malintesi. Oltre a questo, Ranma è destinato a sposarsi con Akane Tendo, una delle tre figlie di Soun Tendo, il vecchio amico di Genma. Nonostante la promessa fatta dai padri, i due ragazzi non si sopportano affatto, creando una dinamica di scontro che ben si sposa con l’umorismo della serie.

La trama si sviluppa tra comiche situazioni di equivoci e battaglie di arti marziali, con personaggi bizzarri e situazioni al limite dell’assurdo. Tra le figure che compaiono nel corso della storia ci sono Ryoga, un amico di Ranma con una pessima capacità di orientamento che si trasforma in un porcellino d’india, e Kuno, un altro giovane innamorato di Akane, ma anche della “ragazza con il codino”, ovvero Ranma nella sua versione femminile. In tutto questo, Shampoo, una giovane amazzone cinese, si innamorerà perdutamente di Ranma nel suo aspetto maschile.

Ciò che rende il remake di Ranma 1/2 così affascinante non è solo la trama che resta fedele all’originale, ma la sua capacità di resistere al passare del tempo. La storia affronta tematiche molto moderne, come la fluidità di genere e l’identità sessuale, in modo leggero e con un umorismo che riesce a non risultare mai forzato. Ranma, infatti, si trova a sperimentare quotidianamente il cambio di sesso, dando vita a una serie di situazioni comiche ma anche riflessive, in cui le differenze tra uomini e donne vengono esplorate con ironia e, talvolta, con un pizzico di malizia.

In questo contesto, Akane Tendo emerge come una figura centrale, tutt’altro che la tipica “donzella in difficoltà”. Non solo è un’esperta di arti marziali, ma è anche un personaggio determinato, che non si fa sopraffare dalle pressioni familiari o dalle difficoltà che le vengono imposte dalla tradizione. La sua caratterizzazione è una delle più forti, rendendola un personaggio femminile fuori dal comune per un anime di quegli anni.

Anche la parte visiva del reboot è un altro punto di forza della serie. La MAPPA, lo studio che si è occupato del remake, ha fatto un lavoro eccellente nel mantenere il tratto originale di Ranma 1/2, con i suoi personaggi dalle forme tondeggianti e i paesaggi dai colori pastello. Tuttavia, il restyling è evidente nelle animazioni più fluide e nei fondali, che ora offrono una qualità visiva decisamente più moderna, in grado di catturare anche il pubblico più giovane. Le animazioni sono più dinamiche, i colori più vivaci e gli effetti visivi più sofisticati, ma senza mai rinunciare al feeling vintage che fa parte dell’anima della serie. Il doppiaggio, purtroppo, non ha riscosso unanimi consensi, ma in fin dei conti, questo non sembra intaccare la fedeltà dell’opera.

Un altro aspetto interessante di questo reboot è l’approccio alla comicità e alle dinamiche di genere. La serie si fa gioco dei ruoli sessuali, creando un ambiente in cui i personaggi non si definiscono rigidamente in base a un’identità di genere tradizionale. Questo è evidente, per esempio, nella rappresentazione di Ranma in versione femminile, che non solo ha un atteggiamento più scorbutico e aggressivo rispetto alla sua versione maschile, ma è anche trattata con una leggerezza che mette in discussione le convenzioni sociali sull’identità.

Nel panorama odierno degli anime, Ranma 1/2 rimane un prodotto unico. La sua comicità sopra le righe, le tematiche di genere, le dinamiche di relazione tra i personaggi e l’elevato livello di animazione lo rendono un’opera che trascende il tempo. Questo reboot, pur non essendo un capolavoro assoluto, è sicuramente una piccola perla che sa come conquistare il pubblico, tanto quello di vecchia data quanto i nuovi fan che potrebbero avvicinarsi per la prima volta a questa storica serie. Ranma 1/2 è un anime che continua a stupire per la sua capacità di rimanere fresco e attuale, pur rimanendo legato alle sue origini. Un prodotto che, grazie alla sua estetica inconfondibile e alla sua profondità tematica, riesce ancora oggi a divertire e a far riflettere. Se siete fan del genere, il reboot su Netflix è un’occasione imperdibile per riscoprire uno dei capisaldi della cultura anime.

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