Quentin Tarantino: La leggenda dello Star Trek Pulp

Il mondo del cinema, con il suo intreccio di storie, passioni e idee, ha sempre guardato con un misto di curiosità e speranza ogni nuovo progetto di Quentin Tarantino, regista tra i più iconici e celebrati della sua generazione. Famoso per film che hanno lasciato un segno indelebile come Pulp Fiction, Kill Bill e Django Unchained, Tarantino ha saputo plasmare un immaginario cinematografico unico, capace di fondere violenza stilizzata, dialoghi brillanti e un amore sconfinato per il cinema in tutte le sue forme. È proprio questa passione viscerale per il grande schermo che ha portato Tarantino a esprimere, ormai da diversi anni, un interesse particolare per uno dei franchise più longevi e amati della storia della fantascienza: Star Trek.

Il desiderio di Tarantino di cimentarsi con l’universo di Star Trek ha scatenato un turbine di speculazioni e aspettative, alimentato dalle voci di un possibile coinvolgimento del regista in quello che sarebbe il decimo film della saga cinematografica. A dare ulteriore spessore a queste voci, l’annuncio che il produttore J.J. Abrams aveva preso a cuore l’idea di Tarantino, affidando a Mark L. Smith, talentuoso sceneggiatore noto per il suo lavoro in The Revenant, il compito di trasformare il soggetto del regista in una sceneggiatura concreta. Nonostante gli anni trascorsi e lo sviluppo del progetto, Tarantino ha recentemente ribadito che non sarà lui a portare Star Trek sul grande schermo, smentendo così le tante aspettative che si erano create attorno a questa collaborazione.

Tarantino, noto per la sua ritrosia a mantenere un dialogo costante con il pubblico attraverso i social media, ha chiarito che la notizia di una sua regia di Star Trek è stata più volte oggetto di fraintendimenti e disinformazione. “Non succederà mai”, ha dichiarato senza mezzi termini, specificando come spesso le voci riguardanti i suoi progetti siano frutto di speculazioni giornalistiche non verificate. Tuttavia, questo non ha fatto altro che alimentare la curiosità dei fan, desiderosi di sapere cosa avrebbe potuto creare un cineasta come Tarantino all’interno dell’universo di Star Trek.

L’idea di un film di Star Trek diretto da Tarantino si intreccia con quella che è stata definita la “timeline di Kelvin”, la linea temporale alternativa introdotta dal reboot del 2009 diretto da J.J. Abrams. In questa timeline, un viaggio nel tempo da parte di un romulano altera la storia dei personaggi classici, dando vita a una narrazione nuova e indipendente rispetto alla serie originale. Tarantino ha confermato che il suo film avrebbe preso vita all’interno di questo contesto, portando avanti le storie dei protagonisti interpretati da Chris Pine, Zachary Quinto, Zoe Saldana e gli altri membri del cast.

Nonostante questo, Tarantino non ha mai nascosto il suo disappunto riguardo alcune scelte narrative del reboot, in particolare l’identità di Khan, interpretato da Benedict Cumberbatch, che secondo il regista non avrebbe dovuto essere il celebre antagonista reso immortale dalla performance di Ricardo Montalban nella serie originale e nel film Star Trek II: L’ira di Khan. Per Tarantino, era fondamentale mantenere un legame con la serie classica, riconoscendo l’importanza di quel passato anche all’interno della sua visione.

Uno degli aspetti più intriganti del progetto riguarda la scelta dell’episodio della serie classica da cui trarre ispirazione. Lo sceneggiatore Mark L. Smith ha rivelato che il film sarebbe stato ispirato a “Un pezzo di azione”, episodio in cui Kirk, Spock e McCoy si trovano su un pianeta la cui società è modellata sulle gangsters di Chicago degli anni ’20. Questa ambientazione, quasi surreale, avrebbe fornito a Tarantino la possibilità di mescolare il suo stile unico con l’universo di Star Trek, creando quello che Smith ha definito un “Pulp Fiction nello spazio”, una narrazione corale, ricca di sottotrame e personaggi che si intersecano in modi inaspettati.

Tuttavia, la questione più spinosa legata a questo possibile film rimane quella della sua classificazione. Tarantino ha spesso parlato della possibilità di realizzare un film R-Rated, ovvero vietato ai minori di 17 anni non accompagnati, una scelta che avrebbe rappresentato una novità assoluta per il franchise di Star Trek. Il regista è noto per il suo stile violento e provocatorio, caratterizzato da dialoghi crudi e una rappresentazione spesso esplicita della violenza, aspetti che potrebbero entrare in conflitto con i valori fondamentali della saga, basati su ideali di esplorazione, tolleranza e cooperazione.

Tarantino, però, ha cercato di rassicurare i fan, dichiarando che il suo film non sarebbe stato “sanguinolento”, ma avrebbe avuto “un po’ di sporcizia”, qualcosa che avrebbe dato al franchise una nuova ampiezza, senza tradirne lo spirito originario. Il regista ha anche sottolineato il suo rispetto per i personaggi della serie originale, in particolare per l’interpretazione di William Shatner nei panni del capitano Kirk, confermando il suo intento di rendere omaggio a ciò che Star Trek ha rappresentato per generazioni di spettatori.

Nonostante le smentite di Tarantino e la sua decisione di non dedicare il suo ultimo film a Star Trek, l’idea di un matrimonio tra il regista di Pulp Fiction e l’universo della Federazione dei Pianeti Uniti rimane una delle ipotesi più affascinanti nella storia recente del cinema. La sceneggiatura di Smith, basata sul soggetto di Tarantino, esiste ancora, e chissà se un giorno vedrà la luce, portando sul grande schermo quel mix esplosivo di violenza stilizzata, dialoghi brillanti e fantascienza che solo un maestro come Tarantino avrebbe potuto creare.Nel frattempo, il mondo del cinema continua a interrogarsi su cosa riservi il futuro per Star Trek e su come questo franchise leggendario continuerà a evolversi, in attesa di scoprire se un giorno il sogno di vedere Quentin Tarantino alle prese con l’equipaggio dell’Enterprise diventerà realtà.

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