Non ai livelli del precedente, come non potrebbe succedere altrimenti, Queen – A Day at The Races, sotto molti punti di vista è la continuazione dell’album precedente: la copertina ed il titolo differiscono di poco e dal punto di vista musicale molti sono i punti di contatto. Rimane sostanzialmente un grande album, se fosse stato pubblicato in un altro momento avrebbe ricevuto quanto meritava. Sta di fatto che il gruppo ce la mette tutta per confezionare un buon prodotto: May si dedica al rock velatamente sessuale di Tie Your Mother Down, e al rock di denuncia socio-politica in White Man, Roger scrive e canta Drowse ( inno alla sonnolenza, triste e malinconico).
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