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Queen – A Day at The Races

Non ai livelli del precedente, come non potrebbe succedere altrimenti, Queen – A Day at The Races, sotto molti punti di vista è la continuazione dell’album precedente: la copertina ed il titolo differiscono di poco e dal punto di vista musicale molti sono i punti di contatto. Rimane sostanzialmente un grande album, se fosse stato pubblicato in un altro momento avrebbe ricevuto quanto meritava. Sta di fatto che il gruppo ce la mette tutta per confezionare un buon prodotto: May si dedica al rock velatamente sessuale di Tie Your Mother Down, e al rock di denuncia socio-politica in White Man, Roger scrive e canta Drowse ( inno alla sonnolenza, triste e malinconico).

Il più attivo è sempre Fred che si conferma leader del gruppo componendo Somebody to Love (chi non la conosce), The Millionaire Waltz (una bomba, rock a tempo di walzer… non vi ricorda forse We Are The Champions ?); sempre sue sono You Take My Breath Away (amore amore amore), Good Old Fashioned Lover Boy (inno all’amore gay ?) e Teo Torriatte (cantata in giapponese a testimoniare l’amore, peraltro ricambiato, che nutriva per quella terra).
Giovanni Caloro

Giovanni Caloro

Giovanni Caloro, inventore del detto ‘non è un paese per Giovan(n)i’, nasce a Roma nel 1981. Regista, avant-gardener fonda Amarena Pictures insieme ad Alessandro Merletti De Palo. Vj e musicista durante il periodo universitario (tesi in storia del teatro, su ‘La Raffigurazione dell’Inferno nel Teatro Medievale’), affascinato dall’interazione fra musica e immagini, si accosta alla regia girando videoclip, videodanza, videoarte. Ascolta, con pochissime eccezioni, solo musica prodotta fino 1995, ama le serie tv, David Lynch, David Fincher e Stanley Kubrick. In casa ha solo 2 dvd, autografati dai rispettivi registi: Velluto Blu e Matrix.

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