La sua ultima parola, rosebud/bocciolo, risveglia la curiosità del giornalista Thompson che vuole scoprirne il significato. Il lavoro di Thompson a cavallo fra investigazione e ricerca di notizie, pura curiosità che scaturisce dal suo mestiere non porterà alla soluzione del mistero. il pubblico, in sala, scoprirà invece quanto sembra essere sfuggito a Thompson , quindi nella narrazione si verificherà una metamorfosi in cui lo spettatore scavalcherà le conoscenze del personaggio, avendo acquisito, attraverso le sue indagini e tramite l’iniziale overdose di documentazione, durante le prime sequenze del film, una maggiore coscienza e quindi maggiori cognizioni di causa.
Le cinque persone che l’ uomo incontra, raccontano versioni diverse e limitate della vita di Charles Kane, queste versioni, sulla presunta vita privata del magnate dell’Inquirer prendono forma nell’intrigante questione della verità impossibile. Quale verità può di fatto essere riportata alla luce, indagando nel passato di un uomo che, morendo, ha lasciato la memoria dell’immagine di sé stesso? La storia della vita di Charles Kane è dunque quella di un’estensione della supposizione, la frase “Vietato l’ingresso”, con la quale il film ha inizio e con la quale si conclude, ci avverte che ci sono spazi dell’inconscio e della realtà della vita quotidiana che nessuno potrà mai varcare, il personaggio di Kane è pertanto una curiosa e significativa invenzione di un regista.
È quindi da sottolineare che non sono rare le citazioni fatte dal regista riguardo l’analisi freudiana, sia tramite i dialoghi dei personaggi che tramite curiose interpretazioni visive, come l’immagine di kane, che, riflessa tramite un gioco di specchi, viene riprodotta numerose volte consecutivamente, creando una fila di immagini , le quali, con l’aumentare della distanza, diventano meno grandi, questo quadro visivo potrebbe rappresentare il super io, ed aggiungersi alle altrettante citazioni dell’ego. Orson Welles che si era già fatto conoscere in teatro, dimostrò con il suo primo lungometraggio “Citizen Kane” di sapere usare con duttilità e coraggio i mezzi audiovisivi. Forse per questo la stampa si dimostrò spesso ostile nei suoi confronti non lesinando giudizi negativi sui suoi lavori. Visse momenti storici che segnarono profondamente la vita e la cultura americana e ne fu a suo modo partecipe quando nel 1938, alla CBS con “The War of the Worlds”-uno dei suoi adattamenti radiofonici per la serie “The Mercury Theatre on the Air”-indusse la prima storica reazione di panico collettivo prodotto da un mezzo di comunicazione. Nel ’40, quando realizzò “Citizen Kane” Welles aveva una certa esperienza su quali fossero i limiti e il potere dell’informazione ed è evidente quanto tutto ciò influisca sul tema che nella pellicola affronta e perché no? La citazione che nella traduzione del titolo viene fatta con “Il Quarto potere”: considerato nell’ambito del diritto e della separazione dei poteri, indica la capacità dei media di influenzare le opinioni e le scelte dell’elettorato, tale concetto emerse con la diffusione della stampa e l’enorme diffusione della televisione, che è diventata l’unica fonte di informazione per la stragrande maggioranza della popolazione dei paesi democratici, rendendo ancora più attuale il problema del riconoscimento costituzionale.
Nell’immensa casa/castello di Kane, dove la giovane sposa Susan, di fronte all’incombente caminetto, gioca con un gigantesco puzzle, si affaccia l’idea dell’ossessione, questa scena mostra come tutti i frammenti di un paesaggio si ricompongono. Si tratta forse dei frammenti della vita di Kane, ma ciò poco importa, i frammenti/pezzi del puzzle ricompaiono subito dopo e sono l’immagine di Charles Kane, riflessa all’infinito negli specchi del suo castello di Xanadu (con ciò, cito nuovamente la presenza di elementi freudiani nel film), i brani delle storie narrate dai cinque personaggi ed i flashback. Tutti i pezzi determinano dunque l’attesa della soluzione di un mistero che invece, come una sfera di mercurio, si frantuma in mille altre incognite alimentando il tema ossessivo che si cela nel film.
Con Quarto potere, Orson Welles scardina le pratiche del cosiddetto ‘cinema delle origini’ rifondando, di fatto, le tecniche della ripresa cinematografica. Rielaborando meccanica, ottica e illuminotecnica ricostruisce, e migliora, lo stile di maestri del ‘primo cinema’ come D. W. Griffith (autore de La nascita di una nazione) dai quali trae ispirazione e suggestioni. Welles fonde in modo magistrale elementi eterogenei del teatro e del cinema ricostruendo il punto di vista dello spettatore con inquadrature virtuose: sfruttando le numerose riprese supine, i giochi sui contrasti, controcampi su immagini riflesse, scavalcamenti di campo, movimenti di macchina giocati sulla profondità di campo e usufruendo di tecniche mai osate fino a quel momento. Considerando il montaggio interno che così frequentemente caratterizza un così massiccio utilizzo dei piani sequenza, si può asserire che tramite essi, rari controcampi e studiatissime triangolazioni, dona al film un andatura quasi danzante, dato che la telecamera volteggia attorno ai soggetti, seguendone le chiare coreografie.
È evidente inoltre l’uso espressionistico delle luci e delle ombre raffinatissimo nello stile e visivamente raffinato ; si pensi a Fritz Lang , che rivela l’influenza esercitata su Welles dal cinema tedesco e russo, fermorestando però che l’aspetto più innovativo del film rimane l’uso innovativo, consapevole e sistematico, della profondità di campo (deep focus) e del piano sequenza. La prima è una tecnica che permette a tutto ciò che appare nell’inquadratura, sia in primo piano che sullo sfondo, di essere costantemente a fuoco. Questo effetto visivo fu studiato e approfondito grazie al genio del leggendario direttore della fotografia Gregg Toland, che ricorse a speciali lenti e ad una potentissima illuminazione del set. Il piano sequenza è invece un’inquadratura che svolge le funzioni di una scena.
Inquadratura : All’occhio risaltano punti d’osservazione per la maggioranza soggettivi, sebbene si utilizzino delle oggettive con angolazioni inusuali da non confondersi con le soggettive intercalate, i punti d’osservazione non sono quasi mai ad altezza standard, le inquadrature, pur non essendo fuori bolla, risultano spesso inclinate o verso il basso o verso l’alto, in alcuni casi tanto marcatamente da richiedere modifiche sul set per poter disporre la macchina come richiesto. Nel film padroneggia la presenza dei piano sequenza di durata medio variabile, sono inoltre numerosissimi i carelli e le panoramiche, frequenti i controcampi ed i controcampi con scavalcamento dei 180°, tenendo di conto che il montaggio proibito, nel suo virtuosismo, ne considera 360. Vi è inoltre una maggioranza dei campi lunghi e medi, sui primi e primissimi piani, dissolvenze incrociate è ed effetti a tendina orizzontali, per terminare con una quasi assenza dei dettagli. Inquadrature di durata variabile, prevalentemente lunga( eccettuate le sequenze documentario), fuoco totale su quasi tutte le inquadrature. I movimenti macchina utilizzati sono: panoramiche verticali e orizzontali, carrellate, zoom (i primi della storia suppongo)ad aprire e a chiudere, il tutto per realizzare dei lunghi piani sequenza che sostituiscano il montaggio classico senza perdere di dinamicità, presentando punti di vista diversi con una sola inquadratura, utilizzando movimenti simili a quelli umani per introdurre lo spettatore nel quadro attirando solamente una parte della sua concentrazione sull’ambiente,per riservare il resto alla scena, che presentata con poche inquadrature mobili, può nello stesso tempo circondare ed essere circondata dallo sguardo dello spettatore, donando tridimensionalità alla scena.
Fotografia : bianco e nero, illuminazione realizzata con lampade molto potenti, al fine di poter utilizzare i contrasti nell’effettistica, realizzando effetti visivi dalla spettacolarità affascinante, quindi vi è una prevalenza di forti contrasti chiaroscurali ottenuti tramite fonti luminose plurime, riprese realizzate tramite carrelli, panoramiche, “zoom” e dissolvenze, al fine di realizzare lunghi piani sequenza che caratterizzino un andatura visibile e spettacolare.
Si alterna il montaggio proibito, caratterizzato da variazioni per interni, al montaggio classico per esterni, ambedue presentano una fluidissima continuità, sebbene le scene realizzate con il montaggio per interni abbiano delle inquadrature decisamente lunghe, vi sono rari hard cut,dato che i flashback vengono rappresentati con magistrali dissolvenze .
Titolo Originale: Citizen Kane
Regia: Orson Welles
Nazionalità: USA
Anno: 1941
Interpreti: William Alland (Jerry Thompson), Georgia Backus (Miss Anderson), Charles Bennet (attore), Fortunio Bonanova (Matisti), Ray Collins (James W. Gettis), Dorothy Comingore (Susan Alexander Kane), Joseph Cotten (J. Leland e reporter), George Coulouris (Walter P. Thatcher), Agnes Moorehead (Mary Kane), Erskine Sanford (Herbert Carter), Gus Shilling (capocameriere), Harry Shannon (Jim Kane), Everett Sloane (Bernstein), Paul Stewart (maggiordomo Raymond), Buddy Swan (C. F. Kane a otto anni), Philip Vanzandt (Rawiston), Ruth Warrick (Emily Norton Kane), Orson Welles (Charles Foster Kane)
Sceneggiatura: Joseph Cotton , John Houseman , Herman J. Mankiewicz , Orson Welles
Fotografia: Gregg Toland
Musica: Bernard Herrmann
Montaggio: Mark Robson, Robert Wise
Durata (in minuti) : 119
Produzione : Orson Welles per la Mercury Productions
Distribuzione : RKO
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