L’intelligenza artificiale è entrata prepotentemente nella nostra quotidianità grazie soprattutto al successo di Midjourney e ChatGPT. Ma sarebbe erroneo pensare che sia un fenomeno nato giusto da pochi mesi!
Prima le fiabe moderne, poi la fantascienza classica hanno anticipato questi concetti di almeno un secolo. Pensate al buon vecchio “Il mago di Oz”, ai suoi protagonisti e alle loro richieste:
“Io non so ragionare. La mia testa è piena di paglia. Per questo chiederò al Grande Oz di darmi un po’ di cervello. Tu ce l’hai?”
“No. La mia testa è vuota. Ma l’intelligenza non è la cosa più importante nella vita, penso che sia meglio avere un cuore”
“Io chiederò un cervello, perché uno stupido non può sapere cosa farci con il cuore”
“Io prenderò il cuore, perché l’intelligenza non rende felici e la felicità è la cosa più importante”.
Oppure al romanzo del 1872 Erewhon di Samuel Butler forse il primo caso di storytelling in cui si accenna a un’intelligenza non umana. Come non citare il grande capolavoro Frankenstein di Mary Shelley e, similmente, le straordinarie avventure di Pinocchio, il burattino che voleva essere umano, al dramma fantascientifico RUR, del 1920, scritto da Karel Čapek, fino ad arrivare robot umanoide del capolavoro Metropolis uscito quasi proprio cento anni fa!
Questi capolavori del cinema e della letteratura hanno influenzato scienziati, filosofi e matematici, aprendo la strada all’idea di intelligenza artificiale “reale” già negli anni ’50. Purtroppo, all’epoca c’erano alcune piccole limitazioni: i computer non potevano memorizzare comandi, potevano solo eseguirli. Insomma, c’era ancora molto da fare.
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Tuttavia, nel 1956, si è verificata una svolta epocale, il “parto dell’IA”, se vogliamo chiamarlo così.
In quell’anno, è stato presentato “The Logic Theorist“, il primo programma di intelligenza artificiale. Finanziato dalla RAND Corporation, questo programma mirava a imitare le capacità di problem solving umano. È stato un vero e proprio successone! La presentazione è avvenuta al Dartmouth Summer Research Project on Artificial Intelligence nel 1956.
È stato proprio in quell’occasione che è stato coniato il termine “intelligenza artificiale” e, per la prima volta, si è avuta una discussione seria sull’argomento. Tutti i partecipanti al seminario hanno avuto la sensazione che l’IA fosse finalmente realizzabile. Ovviamente, non potevano immaginare i progressi che avremmo fatto negli ultimi anni, ma è interessante sapere che tutto ha avuto inizio tanto tempo fa.
E il resto, come si suol dire, è storia. Anche se dobbiamo ancora raggiungere il livello di una super-intelligenza artificiale (ovvero un’intelligenza in grado di fare qualsiasi cosa un essere umano può fare), il cammino compiuto fino ad ora è incredibile. E chissà cosa ci riserverà il futuro! Magari un robot che ci sfida a scacchi e ci fa la pasta al sugo contemporaneamente. Non vedo l’ora!