Punti di Svista: un romanzo a quattro mani dedicato ai Millennials che faticano ad accettare il fallimento e sé stessi, un racconto breve ma intenso delle difficoltà comunicative di una generazione!
Sofia è una donna di 37 anni, lunatica, irrequieta e affetta dalla sindrome dell’abbandono. Perennemente insoddisfatta, è in attesa di un cambiamento nella sua vita, ma resta bloccata nella procrastinazione cronica, per evitare di confrontarsi con la paura di fallire. Anche Luca ha 37 anni. Dall’apparenza tranquilla, schivo e taciturno, nasconde un animo in lotta tra l’uomo che è e quello che vorrebbe diventare, soprattutto per accontentare le aspettative di chi ama. Si incontrano a una cena e iniziano una relazione che si trasforma in qualcosa di serio: una convivenza. Dopo due anni di vita insieme, la coppia subisce una crisi profonda.
Da un’amicizia possono nascere tante cose e, nel caso del duo di autori Antonio Sepe e Stefania Gimmelli, il frutto di mesi di lavoro e confronti si è tradotto in Punti di Svista, il loro primo romanzo: poco più di cento pagine in cui sono messi per iscritto pensieri ed emozioni dei protagonisti, in una specie di botta e risposta che vuole evidenziarne i disagi personali e in un certo senso esistenziali, anche se tale dialogo di fatto non avviene mai.
Quelle che leggiamo infatti sono conversazioni univoche, riflessioni che Sofia e Luca, la coppia al centro di Punti di Svista, non hanno il coraggio di dirsi ad alta voce e che talvolta non riconoscono nemmeno a sé stessi. Sofia si sente intrappolata nella relazione con Luca, che dopo due anni di convivenza le sembra un’altra persona. D’altronde a lei non piacciono molto i cambiamenti, soprattutto quando si tratta di realizzarli, e per questo continua a crogiolarsi nella propria insoddisfazione; Luca a sua volta non vuole un confronto e, anzi, è così insofferente alle aspettative altrui da isolarsi mentre cerca disperatamente di capire se abbia senso intraprendere una nuova strada, tormentandosi sulle conseguenze e rifugiandosi per quanto possibile nelle sue passioni nerd dal sapore nostalgico.
I protagonisti di Punti di Svista non sono ragazzini alle prese con i primi amori o le prime decisioni importanti, ma adulti scontenti del rapporto che hanno con il mondo circostante, con gli altri ma soprattutto con sé stessi. Una condizione che accomuna molti dei nati negli anni 80 e 90, nel pieno di quella fase in cui la società si aspetta siano riusciti a “costruirsi una vita”, un obiettivo oggi sentito perlopiù come un insieme di sacrifici dallo scopo effimero. La vacuità della relazione che portano avanti e la quotidianità senza stimoli pesano sulla coscienza della coppia, che più di tutto teme la solitudine. Per evitarla, spesso non si riesce a far altro che raccontare bugie, come si può intuire anche dalla frase emblematica tratta dal libro: “Mentiamo, lo sappiamo. È il nostro accordo tacito”.
Dell’incomunicabilità di questo senso di impotenza e fallimento si sono fatti carico gli autori:
“Tutto è partito da una telefonata, volevo scrivere un romanzo che parlasse di relazioni, di una coppia e ho subito pensato ad Antonio, con il quale abbiamo spesso condiviso varie riflessioni sul tema negli ultimi anni. – racconta Stefania Gimmelli – Il titolo era già nella mia testa mentre parlavo: PUNTI DI SVISTA. Nei rapporti, molto spesso, ci capita di idealizzare piuttosto che cercare la verità, nell’epoca dell’ipercomunicazione paradossalmente non comunichiamo mai davvero. Luca e Sofia rappresentano una generazione fragile, che oggi fatica ad affermarsi ed accettarsi”.
“È questo il grosso limite dei due personaggi della storia ed è questo quello che più ci tenevamo a raccontare. – aggiunge Antonio Sepe – Credo sia un problema della nostra generazione, ma l’incomunicabilità tra persone sta raggiungendo livelli altissimi ed è strano perché ogni giorno apriamo mille chat, discorsi o conversazioni, ma sono vuote. Come il balloon di un fumetto completamente bianco. Parliamo e non diciamo nulla”.
Per dare concretezza a queste difficoltà, allora, gli autori non si sono limitati a scrivere in prima persona dai punti di vista dei loro personaggi, ma si sono scambiati di posto alternandosi tra Luca e Sofia, oltre a inserire diverse forme di comunicazione: un diario personale, la visita dallo psicologo, le chat e le telefonate con gli amici, la musica. Quest’ultima, in particolare, amplifica le loro sensazioni, fornendo un’ulteriore chiave di lettura in cui tanti lettori potranno ritrovarsi; anche per questo, sono state create due playlist su Spotify, per un’esperienza di lettura più immersiva e multimediale. A tutto questo fa da copertina l’illustrazione di Cecilia Formicola, che ha disegnato un momento nel quale gli autori hanno rivisto Sofia e Luca nella loro intima inquietudine.
Sepe commenta così il romanzo:
“Non so se c’è un motivo univoco per leggere Punti di Svista. So però che c’è un motivo solo per cui lo abbiamo scritto: l’esigenza di raccontare sé stessi e gli altri scavandosi dentro ma comunicando poco, quasi nulla” e Gimmelli conclude con un messaggio: “Vorrei che fosse lo specchio in cui ognuno possa riflettersi e perdonarsi, vorrei che il fallimento venga accettato e vissuto come un’occasione di crescita e non come una condanna a morte”.
Gli autori
Antonio Sepe è nato a Napoli, classe 1985, laureato in Sociologia con indirizzo Comunicazione e Media, è uno sceneggiatore/storyteller part-time e un sognatore a tempo pieno. Ha pubblicato una serie a fumetti (Capitan Napoli, Remer Comics) ed è ideatore e co-conduttore di un podcast: Mu.Li Musica e Libri. Da sempre divoratore seriale di cultura pop, attualmente è impegnato con lo studio del Digital Marketing. Punti di svista è il suo primo romanzo.
Stefania Gimmelli è nata a Napoli il 22 agosto 1985. Nel 2009 si è laureata in Lingue e Letterature straniere con indirizzo in Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe. Si occupa di Comunicazione e Marketing e attualmente si sta specializzando in Digital Marketing, sviluppando competenze come Social Media Strategist e SEO Copywriter. Collabora con blog e magazine online di musica, cinema e libri.
Cecilia Formicola è nata a Napoli nel 1994. Dopo un’esperienza a Roma come storyboard artist e illustratrice per un gioco di carte indipendente, torna e collabora al volume The Steams Chronicles 3 per Noise Press e all’autoproduzione Tesla and the Secret Lodge. Attualmente lavora alla serie Les Mondes d’Ewilan edita da Glénat.
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