Immagina di alzare lo sguardo al cielo e vedere un drago che vola. Anche se oggi la scena appartiene più alla fantasia, milioni di anni fa, i pterosauri dominavano i cieli con le loro ali maestose. Ma come riuscivano questi rettili volanti a decollare e atterrare con tanta abilità? Un team di scienziati, tra cui i Dottori Robert S.H. Smyth, Brent H. Breithaupt, Richard J. Butler, Peter L. Falkingham e David M. Unwin, ha svelato su Current Biology un segreto sorprendente: la chiave del loro successo era nelle loro zampe!
Gli pterosauri, il cui nome significa “lucertole alate”, sono un ordine estinto di rettili volanti vissuti durante l’intero Mesozoico, dal Triassico superiore alla fine del Cretaceo, circa 230-65 milioni di anni fa. Questi animali furono i primi vertebrati a sviluppare il volo attivo. Le loro ali erano formate da una membrana di pelle, muscoli e altri tessuti che si estendevano dalle caviglie al quarto dito della mano, il quale era straordinariamente lungo e resistente. Inizialmente, alcune specie possedevano lunghe mascelle dentate e code rigide, ma con il tempo altre forme si adattarono, sviluppando un becco sdentato e una coda ridotta per migliorare il controllo in volo. Inoltre, tutti gli pterosauri erano ricoperti da una sorta di peluria formata da picnofibre che rivestivano i loro corpi e parte delle ali. Le dimensioni variavano enormemente, da esemplari minuscoli come gli anurognathidi a giganteschi volatori come Arambourgiania, Quetzalcoatlus e Hatzegopteryx, i più grandi animali volanti noti.
Spesso, nei media, gli pterosauri vengono erroneamente definiti “dinosauri volanti”. In realtà, scientificamente parlando, non lo sono. Il termine “dinosauro” è riservato a un gruppo ben definito di rettili legati agli uccelli, mentre gli pterosauri non appartengono a questa categoria. Nonostante ciò, come i dinosauri, gli pterosauri sono più strettamente legati agli uccelli che ai coccodrilli o ad altri rettili. Il termine “pterodattilo” viene spesso usato in modo impreciso per riferirsi a tutti gli pterosauri, ma in realtà si riferisce solo a un genere specifico, il Pterodactylus.
Tuttavia, la vera novità viene dal recente studio delle impronte fossili. Grazie a questa ricerca, i ricercatori hanno scoperto che i pterosauri erano molto più agili a camminare di quanto si pensasse. Le loro zampe, infatti, non solo sostenevano il loro volo, ma permettevano anche loro di muoversi con disinvoltura sulla terraferma. Questa abilità ha dato loro il vantaggio di evolversi in creature sempre più grandi e adattarsi a una varietà di ambienti.
Ma perché le zampe erano così cruciali? Studiando diverse specie di pterosauri, è emerso che le loro zampe si sono evolute in modo significativo nel tempo. Questa evoluzione ha consentito ai pterosauri di sviluppare uno stile di vita versatile, capace di adattarsi a diverse condizioni ambientali. Le zampe, quindi, erano fondamentali non solo per il volo, ma anche per la loro mobilità terrestre.
Questa scoperta è importante perché ci aiuta a comprendere meglio come i pterosauri siano riusciti a conquistare i cieli. La loro capacità di camminare e volare li ha resi dei veri dominatori degli ecosistemi del loro tempo. E, al di là delle loro spettacolari abilità, questa ricerca ci invita a riconsiderare ciò che sappiamo su questi incredibili animali preistorici e a continuare a esplorare i misteri della loro evoluzione. Un passo in più per capire come i pterosauri abbiano conquistato il mondo che ci sembra così lontano, ma che in realtà ha ancora tanto da rivelare.