Per celebrare la Giornata Internazionale della Donna, l’8 marzo, arriva in libreria un libro che promette di far luce su un aspetto spesso trascurato della storia del fumetto italiano: la presenza femminile tra le pagine del Corriere dei Piccoli. Il volume, intitolato “Protagoniste: eroine e autrici dei fumetti nel Corriere dei Piccoli della prima metà del 900“, è un’opera a cura di Laura Scarpa e Alessandra Lazzari, con un saggio di Paola Pallottino, che esplora il ruolo delle donne, tanto come personaggi che come autrici, nella nascita e nello sviluppo del fumetto in Italia.
Attraverso un’attenta analisi, Protagoniste racconta di come, nelle prime fasi del fumetto italiano, le protagoniste femminili fossero spesso relegati a ruoli secondari o a figure stereotipate, legate alla figura della donna ideale, dolce e incline alle virtù domestiche. Queste eroine, nate dalla penna e dai disegni di autori prevalentemente maschi, si muovevano in contesti che riflettevano un’immagine idealizzata della borghesia, ma anche una curiosa interazione con figure femminili più modeste, spesso protagoniste di piccole storie umoristiche o avventurose.
Una delle caratteristiche peculiari delle protagoniste create dai primi autori, come Antonio Rubino, Mario Pompei e altri, è la loro vivacità e ambizione, purtroppo spesso espressa attraverso situazioni in cui finivano coinvolte in disavventure o pasticci. Alcune, come le gemelle Bice e Bauci create da Mario Pompei, o la banda di Didì composta da una capra, un cane e un gatto, diventano figure di rottura rispetto ai canoni dominanti, portando una ventata di freschezza e originalità. La presenza femminile nei fumetti inizia a evolversi lentamente, ma è solo verso la fine degli anni ’70, in concomitanza con le conquiste politiche e sociali del movimento femminista, che le fumettiste cominciano ad emergere in maniera significativa.
Protagoniste non si limita solo ad analizzare le prime eroine di carta, ma dedica anche un ampio spazio alle autrici che hanno dato vita a queste storie. Sebbene le prime scrittrici di fumetti siano state in gran parte anche illustratrici e autrici di racconti, le vere e proprie fumettiste si fanno strada timidamente solo dopo la Seconda Guerra Mondiale. Tra le prime ad emergere c’è Paola Bologna, una figura poliedrica che si distingue non solo come fumettista, ma anche come tennista e ceramista. Un’altra figura enigmatica è Emita, che rimane uno dei misteri più affascinanti della storia del fumetto italiano. Con il tempo, però, il panorama si arricchisce di nuovi nomi: Grazia Nidasio, Gioia, Iris De Paoli e, al di fuori del Corriere dei Piccoli, anche Lina Buffolente, che aprono la strada a una nuova generazione di autrici che rivoluzionano il panorama fumettistico italiano.
Il volume, arricchito dalla consulenza di Paola Pallottino, vuole essere un omaggio a quelle donne che hanno spezzato le gabbie di ruolo in cui la società le confinava, restituendo loro una visibilità che per troppo tempo era stata negata. Non si tratta solo di analizzare la presenza femminile nei fumetti, ma di raccontare una vera e propria rivoluzione culturale, che ha visto le donne passare da semplici figure di contorno a protagoniste di storie più complesse e affascinanti.
“Protagoniste: eroine e autrici dei fumetti nel Corriere dei Piccoli della prima metà del 900” si inserisce quindi in un progetto più ampio che cerca di raccontare e valorizzare le voci femminili che hanno saputo rivoluzionare il mondo del fumetto, partendo dai suoi albori fino ad arrivare alle autrici contemporanee che continuano a dare vita a storie di grande impatto e rilevanza culturale. La narrazione della storia del fumetto italiano attraverso il Corriere dei Piccoli non è solo un viaggio nel passato, ma anche un’occasione per riflettere sul cammino che ancora oggi le donne devono percorrere per conquistare il pieno riconoscimento del loro ruolo nell’arte del fumetto.
Questo libro è un’opera che, grazie alla sua ricca documentazione e alla prospettiva storica che offre, diventa un punto di riferimento per chi vuole comprendere le dinamiche di un’industria che ha visto crescere e affermarsi anche le voci femminili, troppo spesso ignorate nel racconto tradizionale della cultura popolare. Un omaggio necessario a chi, con creatività e determinazione, ha saputo cambiare le regole del gioco.
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