Planetes: La Solitudine e i Sogni nell’Infinito Spazio

Nel 2075, l’umanità ha finalmente conquistato lo spazio, ma non solo per esplorarlo. Tra stazioni lunari e missioni verso Marte, una nuova sfida emerge: il recupero dei detriti spaziali. Planetes è un’opera di fantascienza che va ben oltre le avventure nello spazio, esplorando la solitudine, i sogni e le sfide psicologiche di chi vive nell’infinito vuoto dell’universo.

Planetes, creato da Makoto Yukimura, è un manga che ha incantato i lettori giapponesi dal 1999 al 2004, raccogliendo quattro volumi. La sua versione anime, prodotta dalla Sunrise nel 2003, ha rapidamente conquistato anche il pubblico internazionale, grazie alla sua abilità nel mescolare tecnologia futuristica e riflessioni intime sui personaggi. In Italia, l’anime è stato trasmesso da MTV e Rai 4, diventando un cult per gli appassionati di sci-fi.

Gli astronauti Hachimaki, Yuri e Fee hanno un compito preciso: evitare incidenti nello spazio che possano colpire la Terra. E per farlo devono raccogliere tutti i rifiuti seminati dall’uomo nella sua corsa allo spazio. Un fardello che non può essere ignorato. Così i tre, veri e propri spazzini dello spazio, mettono da parte le loro vite sacrificando i propri affetti, rincorrendo i sogni di un futuro ancora nebuloso. Ma forti di una sola certezza: a bordo della Toy Box dovranno proiettarsi alla conquista del sistema solare, anche al costo della propria vita. Quella di Planetes diventa così la parabola dell’uomo che deve superare se stesso per il bene collettivo.

I tre astronauti hanno vite “normali”, volte a una missione speciale. Hachirota Hoshino (Hachimaki) è un ragazzo che lavora come spazzino dello spazio per realizzare il suo sogno: comprarsi una nave spaziale. Pragmatico come ogni buon astronauta deve essere. Fee Carmicheael mantiene sempre la calma e riesce a portare a termine qualsiasi compito, ma ha due tormenti: la lontananza dal figlio, che vive sulla Terra con il padre e la dipendenza dal fumo, difficileda gestire nello spazio. Ai Tanabe, infine, è intelligente, sensibile, sincera, determinata, sempre pronta ad aiutare gli altri, ma anche inesperta: quando sale per la prima volta a bordo della Toy Box è una giovane cadetta che non ha ancora ben chiaro quale sia la strada che intende percorrere e che sa poco o nulla del mestiere dell’astronauta. Ma non per questo si fermerà.

Questo scenario diventa il contesto ideale per esplorare il mix di lavoro, sogni e difficoltà di un’esistenza vissuta ai margini, ma con una determinazione che pervade tutti i protagonisti. Le storie individuali di questi personaggi, impegnati in un mestiere considerato di “bassa classe”, si intrecciano in un dramma umano profondo e realistico.

La protagonista, Ai Tanabe, è una giovane donna che sogna di lavorare nello spazio, ma si ritrova relegata in una sezione poco rispettata, costretta a dimostrare costantemente il proprio valore. Al suo fianco c’è Hachimaki, un uomo ambizioso che desidera far parte della missione esplorativa su Giove, ma che è intrappolato tra le difficoltà psicologiche e fisiche del suo lavoro. Insieme agli altri membri della squadra, Tanabe e Hachimaki affrontano dinamiche emotive che toccano temi come la solitudine, il desiderio di realizzazione personale e la ricerca di un significato in un universo vasto e incomprensibile.

Ciò che rende Planetes così affascinante è proprio la sua capacità di raccontare storie personali in un contesto grandioso, dove lo spazio diventa il palcoscenico per esplorare le ansie esistenziali, le lotte interiori e le difficoltà quotidiane di chi vive ai margini di una realtà che li sovrasta.

Un altro aspetto che distingue Planetes è l’approccio scientifico e rigoroso della sua trama. Le navi spaziali, l’assenza di gravità, le problematiche legate alla lunga permanenza nello spazio e la gestione dei detriti spaziali sono trattati con una precisione che si avvicina alla hard science fiction. La collaborazione con la JAXA (l’agenzia spaziale giapponese) ha conferito all’opera una visione credibile e dettagliata della vita nello spazio, esplorando temi reali come le radiazioni, la malattia ossea e le difficoltà quotidiane degli astronauti.

L’anime, pur mantenendo il realismo del manga, si distingue per una rappresentazione più “matura” dei personaggi, dando ampio spazio ai loro tratti psicologici e alle sfide interiori piuttosto che all’azione frenetica. La cura nei dettagli, anche nel design delle navi e delle stazioni spaziali, e l’accuratezza nelle rappresentazioni delle tecnologie spaziali rendono Planetes un prodotto che non solo affascina per la sua trama, ma anche per la sua attenzione al realismo scientifico.

A prima vista, Planetes potrebbe sembrare una semplice storia sul recupero dei detriti spaziali, ma questo è solo il pretesto per esplorare temi molto più profondi, come la solitudine dell’uomo, il significato dell’esistenza e la ricerca di un futuro migliore. Lo spazio non è solo lo sfondo di un’avventura sci-fi, ma diventa una metafora per le ansie e i sogni dei protagonisti. Ogni missione di recupero è l’occasione per confrontarsi con le proprie paure e ambizioni, mentre l’universo sembra espandersi sempre di più, mettendo in discussione il nostro posto nel cosmo.

Con Planetes, Makoto Yukimura ci regala non solo una storia di fantascienza, ma una riflessione sulla condizione umana, spingendoci a chiederci cosa significhi davvero essere liberi nell’immensità dello spazio.

In conclusione, Planetes è un’opera che unisce il fascino della fantascienza con una profonda introspezione psicologica. Tra temi di grande attualità come l’inquinamento spaziale e la colonizzazione del sistema solare, manga e anime esplorano le sfide e le solitudini di chi si avventura nell’infinito alla ricerca di un futuro che non è mai scontato. Un’opera che, pur essendo ambientata nel 2075, rimane incredibilmente attuale e universale.

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