Negli ultimi anni, Hollywood ha spesso attinto all’immaginario videoludico per conquistare il pubblico nostalgico e appassionato di retrogaming. “Pixels”, diretto da Chris Columbus e uscito nell’estate del 2015, si inserisce perfettamente in questa tendenza, proponendo un’idea tanto accattivante quanto rischiosa: un’invasione aliena ispirata ai videogiochi arcade degli anni ’80.
Il film vanta un cast di rilievo con Adam Sandler, Kevin James, Josh Gad, Peter Dinklage e Michelle Monaghan, e trae spunto da un cortometraggio del 2010 di Patrick Jean. La premessa è semplice ma intrigante: nel 1982, la NASA invia nello spazio una capsula del tempo contenente immagini della cultura terrestre, tra cui alcuni celebri videogiochi dell’epoca. Gli alieni, però, fraintendono il messaggio, interpretandolo come una dichiarazione di guerra, e decidono di attaccare la Terra assumendo le sembianze di personaggi iconici come Pac-Man, Donkey Kong e Centipede.
Al centro della storia troviamo Sam Brenner (Adam Sandler), ex campione di videogiochi, ora tecnico frustrato, che viene reclutato dal suo amico d’infanzia William Cooper (Kevin James), divenuto Presidente degli Stati Uniti, per contrastare l’invasione aliena. Ad affiancarli ci sono Ludlow Lamonsoff (Josh Gad), nerd geniale e paranoico, e Eddie Plant (Peter Dinklage), un ex campione caduto in disgrazia.
Se sulla carta “Pixels” prometteva di essere un’avventura esilarante e carica di citazioni per gli appassionati di retrogaming, il risultato finale si rivela purtroppo altalenante. La sequenza iniziale, ambientata nel 1982 in una sala giochi, è ben costruita e lascia presagire un viaggio nostalgico affascinante. Tuttavia, il film perde presto la sua brillantezza, scivolando in una commedia che alterna momenti visivamente spettacolari a gag forzate e battute poco incisive.
Uno degli elementi più deludenti è la caratterizzazione dei personaggi: Adam Sandler, sebbene nel suo elemento, fatica a rendere il suo protagonista davvero memorabile, mentre Kevin James nel ruolo del Presidente risulta poco credibile. Peter Dinklage, invece, spicca con una performance carismatica e sopra le righe, donando al film un pizzico di verve in più. Anche la componente romantica tra Brenner e Violet Van Patten (Michelle Monaghan) appare pretestuosa e poco sviluppata.
Dal punto di vista visivo, “Pixels” regala momenti di puro spettacolo: le sequenze d’azione in cui i protagonisti affrontano versioni giganti e pixelate di celebri videogiochi sono il vero punto di forza del film. Chris Columbus riesce a confezionare scene accattivanti, come l’inseguimento di Pac-Man per le strade di New York o lo scontro finale con Donkey Kong, ma la sceneggiatura non sostiene adeguatamente queste trovate visive.
In definitiva, “Pixels” è un film che si regge su un’idea intrigante, ma che non riesce a sfruttarne appieno il potenziale. I fan dei videogiochi retrò troveranno senza dubbio alcune scene divertenti e nostalgiche, ma nel complesso il film soffre di un umorismo altalenante e di una sceneggiatura che avrebbe potuto osare di più. Un’occasione sprecata? Forse. Ma almeno, per un’ora e mezza, ci si può immergere in un’epoca in cui i videogiochi erano semplici, colorati e incredibilmente affascinanti.
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